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| inviato il 03 Novembre 2016 ore 18:14
Immagine molto forte.Suppongo che in quelle zone scene come questa siano all'ordine del giorno...Questo scatto documenta molti punti su cui riflettere.
saluti Virus
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| inviato il 03 Novembre 2016 ore 20:51
Siamo tutti liberi di fotografare e publicare le foto, io sinceramente una foto come questa non sarei riuscito a scattarla, la mia e solo un opinione non è una critica negativa.
Saluti,
Massimo. |
| inviato il 03 Novembre 2016 ore 22:56
onestamente sono riuscito a scattare solo 2 immagini, poi non me la sono sentita |
| inviato il 03 Novembre 2016 ore 23:15
questa è una di quelle immagini che ora non mi sentirei ne di scattare ne di pubblicare.. forse nei primi viaggi, al mio primo approccio con la fotocamera, annebbiato dall entusiasmo l avrei scattata, non so...
ovviamente non pretendo di insegnare nulla a nessuno, ma io la cancellerei anche perchè va a rovinare il resto della galleria che mi sembra di buon livello.
ciao e scusa se mi sono permesso, se ti infastidisce il mio commento fammi un cenno e lo cancello!
scusa ancora
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| inviato il 04 Novembre 2016 ore 10:03
Orribile |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 10:31
Quoto Alessandro, c'è una dignità che va rispettata . |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 11:09
... e poi noi ci lamentiamo !!! Uno scatto che turba e nel contempo una grande testimonianza ! Bravo. Ciao |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 11:18
Ciao Oreste, senza voler far polemica , mi associo anch'io alle considerazioni di Alessandro.
Credo che quando si scatta ci si debba dare un limite che coincida con il rispetto verso la persona ritratta e con, in definitiva, quello dovuto alla dignità umana.
....poi questo limite sta a noi fissarlo...
Personalmente non riesco nemmeno a ritrarre persone che chiedono l'elemosina.
In India, ed anche altrove, mi sono trovata di fronte a parecchie situazioni simili a questa ma ha sempre prevalso in me il rispetto per l'essere umano e per la sua sofferenza.
Un saluto!
Michela |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 11:48
Turbato, costernato...anche un po' agitato, ma non sono questi i sentimenti che possono suscitare le fotografie?
Oppure sono solo gioia, allegria, sorrisi?
Vorrei farvi partecipi di come sia molto combattuto alla vista di questo scatto, ed anche dubbioso.
Unirmi al coro, Alessandro in primis, che chiede di non postarlo, a ragion veduta?
Oppure cavalcare la scia di coloro che sostengono che la fotografia sia anche questo, anche testimonianza, documento?
Sinceramente io reputo che a volte occorra pensare.
Pensare che le "scimmie", le seghe mentali, il mm in più o meno, svaniscano di fronte alla tragedia umana.
Ed è per questo che condivido la motivazione e la sensibilizzazione dell'autore nel postare lo scatto e proporlo in tutta la sua tragicità e crudezza. Un saluto. |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 12:09
è vero, sono questi i sentimenti contraddittori che comunque mi hanno spinto a pubblicarla, grazie |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 12:23
Mi permetto di intervenire ancora...leggendo anche quanto hanno scritto Orso e Claudio.
Entrambi parlano di "documento". Io farei una ulteriore riflessione.
Se questa immagine fosse contestualizzata all'interno di un, chiamiamolo, reportage mirato a testimoniare, ad esempio, una situazione di disagio sociale della comunità locale, l'impatto sarebbe diverso. La fotografia definita "sociale" ha un suo ruolo ed una sua dignità. Ciò vale anche per i reportage di guerra e per tutti quei progetti che, anche nel nostro territorio, mirano a scuotere la coscienza, i sentimenti, la consapevolezza di un problema ecc ecc in chi guarda.
In questo caso invece tutto questo non c'è... la foto in esame non racconta nulla se non riprendere una donna gravemente malata.
Perché è malata, perché è in quelle condizioni poco dignitose, se qualcuno le tiene la mano, qual è la sua comunità ecc ecc tutto ciò non viene espresso.
L'immagine fa parte semplicemente di una serie di ritratti (peraltro niente male) scattati in India.
Ora, se guardate la cosa da questo punto di vista, potete ancora dire che è un documento? Voglio dire, questa foto vi fa rifletttere su cosa se non sul dato oggettivo che la signora sta male?
Ritenete che il fatto che la signora sia indiana rappresenti il fulcro, il senso di questa foto? Ne siete convinti? Se la signora fosse italiana, magari anche una persona a voi vicina, la pensereste nello stesso modo?
Ripeto: una foto singola come questa non può essere documento è solo un ritratto di una sofferenza e proprio perché non testimonia nulla di quella Vita ne lede la dignità.
Io la penso così!
Ciao!
Michela |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 12:46
quoto @Michela e @Alessandro. Se osserviamo la scena al contrario, dagli occhi della signora, vediamo un turista occidentale armato della sua macchina fotografica che ci fotografa come fossimo un fenomeno da baraccone. E questo io vedo in questa fotografia, nessun rispetto per una persona sofferente. |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 12:55
quoto in pieno Michela. Stavo per scrivere le stesse identiche cose.
qua non c entra il bello o il brutto, cosa è giusto o non è giusto fotografare, ma il modo. Non c è una didascalia, è inserita in un album che non gli da un seguito, insomma uno foto "pesante" esposta con un po di sufficienza.
Questo non è un documento perchè non narra nulla.
Inoltre credo che per un fotoamatore viaggiatore sia molto importante rispettare gli usi e costumi del luogo che si visita e fotografa, ma non mi dilungo.. la mia idea l ho già espressa e spero di averlo fatto con estrema educazione e rispetto verso Oreste.
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| inviato il 04 Novembre 2016 ore 13:05
buondì a tutti... scusate se mi intrometto nel discorso... partendo dal presupposto che c'è piena libertà nel fare e fotografare quello che si vuole, in base alla propria indole e propria sensibilità, credo che alcuni scatti forse sarebbe meglio pensarci un po' su prima di farli e postarli... non voglio fare il bacchettone ma dico solo il mio modo di vivere la fotografia. Quando mi son trovato di fronte a scene simili ha sempre vinto il pudore e rispetto umano per le persone... di fronte a dolore e povertà non riesco a sollevare la fotocamera, piuttosto d'istinto mi viene da nasconderla... credo che per sensibilizzare ed aiutare ci siano altri strumenti. Non penso mi farebbe piacere, sofferente in un letto, trovarmi puntata una fotocamera. Mi ripeto: parere personalissimo senza aver la presunzione di dover insegnare nulla a nessuno. Detto cio' complimenti per il resto della serie.
Un saluto
Giovanni |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 13:18
Concordo con quanto espresso da Michela in modo esaustivo nel secondo passaggio.
Un saluto. |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 13:35
Sono d'accordo con Michela
Secondo me è un'immagine molto forte non opportunamente contestualizzata
parere personale naturalmente |
| inviato il 04 Novembre 2016 ore 13:47
Non mi sembra il caso di spettacolarizzare in questo modo la sofferenza di una persona.
Posso chiederti perchè l'hai fotografata?
Se le hai chiesto il permesso e se tu ti fossi fatto fotografare al suo posto.
Avresti, secondo me, potuto limitarti, per esempio, a fotogratarle solo la mano, magari stretta con la tua e spiegato con una didascalia a cosa stavi partecipando in quel momento.
Sarebbe passato forse ancor di più il messaggio, senza violare la dignità di questa donna.
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| inviato il 04 Novembre 2016 ore 15:04
Scusate se ri-intervengo, ma non capisco perchè la fotografia di un bambino che piange, per esempio, aggrappato alla madre, evidentemente sofferente, per la fame, il freddo, non suscita le medesime reazioni tra i commentatori.
Invece ci si scandalizza per una donna che vive nell'indigenza e nella sofferenza.
Forse mi sfugge qualcosa.
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| inviato il 04 Novembre 2016 ore 15:23
Claudio se vedessi una foto con un bambino che piange aggrappato a una madre sofferente per fame e freddo farei le stesse considerazioni. Non mi piacciono le scene di dolore umano lo vedo come sciacallaggio e non come testimonianza. Mi ripeto per sensibilizzare su determinati argomenti per me esistono altre forme. Nessuno si scandalizza si fanno considerazioni sulla sensibilità di scattare e proporre alcuni tipi di immagini. Prova a metterti nei panni di questa donna e dimmi se ti farebbe piacere aver puntato un obiettivo addosso....forse così non ti sfuggirebbe più qualcosa. ... è senza polemica è un pacato confronto su diversi modi di vivere la fotografia. Buon pomeriggio |
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