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Triennale - Mostra: Raymond Depardon. La Vita Moderna...

Milano - 14

Vedi galleria (55 foto)

Triennale - Mostra: Raymond Depardon. La Vita Moderna inviata il 12 Aprile 2023 ore 21:46 da Roberto P. 13 commenti, 1078 visite. [retina]

a 18mm, 1/30 f/8.0, ISO 400, mano libera. Milano, Italia.

Palazzo dell'Arte (sede della Triennale); Arch. Giovanni Muzio (1933). Domenica 12 giugno 2022. 17:33. Nel primo post del commento sottostante ci sono alcuni link relativi a questa mostra e una serie di fotografie prese durante la visita. #Mostre



Vedi in alta risoluzione 42.2 MP  



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avatarsupporter
inviato il 12 Aprile 2023 ore 21:47

triennale.org/magazine/video-raymond-depardon

www.fondationcartier.com/en/exhibitions/international/raymond-depardon

artshapes.it/mostra-raymond-depardon-triennale-milano/

artemagazine.it/a-triennale-milano-la-mostra-raymond-depardon-la-vita-

www.internimagazine.it/approfondimenti/raymond-depardon-in-triennale/

www.elledecor.com/it/viaggi/a38089589/triennale-di-milano-mostra-raymo

www.esquire.com/it/cultura/arte-design/a38076212/raymond-depardon-most

www.artapartofculture.net/2022/01/12/raymond-depardon-la-vita-moderna-

www.artribune.com/arti-visive/fotografia/2021/10/mostra-raymond-depard




Queste foto le ho prese nel corso della mia visita alla mostra il pomeriggio di domenica 12 giugno 2022:


















Per una migliore visualizzazione, in particolare di quelle foto ragruppate a due o più in una sola immagine, consiglio di fare click due volte. La prima apre la foto in Postimage, la seconda attiva la massima definizione.


Nel salone principale (in cui si può ammirare lo spazio progettato dall'architetto Giovanni Muzio nella prima metà degli anni '30) è collocata una serie di fotografie in grande formato, insieme ad altre di dimensioni molto più piccole, realizzate in giro per il mondo per il progetto “Errance (1999-2000)”; tutte prese con la macchina in verticale e la linea dell'orizzonte al centro:























































In queste foto, sempre del progetto “Errance” e alcune delle quali prese nella “Deep America”, mi par di ravvisare un'influenza della corrente “New Topographics” e della relativa poetica dei “non-luoghi” (a parte la prima scattata a Times Square):
































Le ultime due sono state scattate nella periferia residenziale di qualche città giapponese. Lo si deduce dai caratteri delle insegne e dall'onnipresente intreccio dei cavi aerei.

[P.S.: Qui sotto, nel post del 16 Novembre 2024 ore 18:36, commento il libro tratto da questo progetto
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=4503748&l=it#29580770 ]



Per contro, nelle immagini della serie “Communes (2020)”, realizzate nelle regioni francesi meridionali dell'Aveyron, della Lozère, del Gard e dell'Hérault (siti con una forte caratterizzazione e una profonda stratificazione storica); ha adottato un registro differente. Si nota una grande attenzione alla bellezza di ciò che è fotografato e all'armonia della composizione:





































Dal formato di queste fotografie e dalla composizione, che svela come siano state rigorosamente meditate (e con le verticali sempre a piombo), dedurrei che ha usato un banco ottico 20x25, come del resto nella serie “La France (2004-2010)”, visibile più avanti in questo post.



“Piemonte (2001)”:

























Dalla composizione e dal formato di queste foto deduco che probabilmente, anche qui, ha fatto uso di un banco ottico 20 x 25.

Mi ricordano Gabriele Basilico: Taglio rigoroso, bianco e nero contrastato (ma non troppo), figure umane assenti o perlomeno marginali.
L'esecuzione è senz'altro impeccabile; tuttavia non mi sembrano le fotografie più interessanti di Depardon.

En passant ricordiamo che nei primi anni '90 Depardon e Basilico vennero coinvolti, insime a René Burri, Josef Koudelka, Fouad Elkoury e Robert Frank, in un progetto della fondazione Hariri (su iniziativa dalla scrittrice libanese Dominique Eddé) per documentare Beirut dopo il lungo conflitto.



Approdiamo al suo celebre reportage “Glasgow (1980)”:













































Queste foto, insieme a molte altre, furono raccolte nel libro di cui parla qui Lastprince:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=4461290&show=4#26770294
(consiglio di visionare il video del libro sfogliato in fondo al post)


È evidente la versatilità di Depardon nel variare il linguaggio a seconda del tema trattato.


Nella serie “Manhattan Out (1980)”, realizzata nello lo stesso anno di “Glasgow”, adotta una fotografia monocromatica e uno stile decisamente “street”, di foto prese al volo, senza problemi a tenere la macchina vistosamente inclinata.
Nel pannello didascalico è descritta la tecnica che ha utilizzato:

































Sarà per l'ambientazione, ma alcune di queste foto mi attivano un'associazione di idee con Lee Friedlander, Joel Meyerowitz e Garry Winogrand.
Da quel che si legge nel pannello didascalico anche qui, come a Glasgow, ha usato una Leica.



“La France (2004-2010)”:









Qui, a differenza che in “Glasgow (1980)” e in “Manhattan Out (1980)”, abbiamo foto evidentemente “meditate”, con la linea dell'orizzonte livellata e le verticali rigorosamente a piombo.
Come si legge nel pannello didascalico, ha fatto uso di un banco ottico 20 x 25.





















“Rural (1990-2018)”:




























“San Clemente (1977-1981)”:

























Qui l'associazione, praticamente obbligata, è con “Morire di classe” di Gianni Berengo Gardin (1969).



Queste sono la maggior parte ma non tutte le foto esposte nella mostra.

E' superfluo che dica che queste riproduzioni formato francobollo (oltretutto spesso disturbate dal vetro posto davanti) non rendono giustizia alla qualità delle fotografie di Raymond Depardon.
Il mio intento era semplicemente quello di suggerire un'idea della mostra e del suo allestimento.
Comunque possono essere viste con migliori dettagli facendo click due volte su ogni immagine; il primo apre Postimage, il secondo la visione ad alta definizione.

Poi si possono avere visualizzazioni migliori digitando su Google, ad esempio, “Depardon Glasgow” o “Depardon Rural” con l'opzione “immagini”.

avatarsenior
inviato il 07 Maggio 2023 ore 18:38

... mi piace molto questo scatto - mi piace come la luce proiettata sul pavimento, rompe l'equilibrio formale della sala, senza essere x nulla invadente - anche il pdr lo trovo assolutamente coerente e cosa apprezzabile .... nessun tentativo di dare enfasi all' ambiente con acrobazie cromatiche o prospettiche --- ottima anche la lunga ma esaustiva relazione sulla mostra ...

avatarsupporter
inviato il 07 Maggio 2023 ore 19:26

Grazie del passagio, dell'apprezzamento e dell'interessante commento.

Buona serata.

avatarsenior
inviato il 07 Novembre 2024 ore 18:15

Roberto, mi era sfuggito il tutto, bellissimo è stato come essere stato lì.
Grazie ancora

Rob

avatarsupporter
inviato il 07 Novembre 2024 ore 18:59

Grazie a te per l'apprezzamento del mio lavoro; che poi è un diverimento altrimenti non mi ci sarei messo.

Buona serata.

avatarsupporter
inviato il 07 Novembre 2024 ore 20:17

Hai fatto davvero un gran lavoro, complimenti e grazie.
Ciao

avatarsupporter
inviato il 07 Novembre 2024 ore 20:22

Grazia anche a te, Caterina.

Buona serata.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2024 ore 7:26

Concordo coi commenti precedenti: ottimo scatto e gran lavoro.
Complimenti.
Un saluto.
Roberto

avatarsupporter
inviato il 08 Novembre 2024 ore 8:16

Grazie Roberto.

Buona giornata.

avatarjunior
inviato il 10 Novembre 2024 ore 8:26

chapeau!

ho riguardato con calma il tutto, notevole come hai presentato la mostra, davvero una testimonianza impeccabile, ringrazio moltissimo e confesso che mi è venuta voglia di sfogliare qualche suo libro...

avatarsupporter
inviato il 10 Novembre 2024 ore 13:36

Grazie a te.

Diversi libri di Depardon si trovano su Amazon:

https://www.amazon.it/s?k=Raymond+Depardon&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5

Ho appena ordinato "Errance".

https://www.amazon.it/Errance-Raymond-Depardon/dp/2020604191/ref=sr_1_

Me lo consegnano domani.

Buona domenica.

avatarjunior
inviato il 11 Novembre 2024 ore 22:46

è la serie che mi ha colpito di più, specie per quelle foto con un influenza della corrente “New Topographics” che hai notato, nei prossimi gg. lo prenderò anch' io...

avatarsupporter
inviato il 16 Novembre 2024 ore 18:36

Il libro in questione mi è arrivato qualche giorno fa.

È in formato tascabile:



ed è stato pubblicato nel 2000 dalle Editions Seuil di Parigi nella collana “Points”.


Le foto del progetto “Errance” sono nella pagina a destra mentre in quella di sinistra c'è il testo di Depardon:



Il testo non è riferito direttamente alla foto sulla destra ma è un flusso continuo dall'inizio alla fine del libro.

Un po' di francese lo mastico ma non è come leggere in italiano; comunque ne ho scorsa qualche parte qua e là e mi pare che sostanzialmente Depardon tratta del progetto “Errance” e quindi dei suoi viaggi; ma anche del suo rapporto con la fotografia e con la vita più in generale.

Al termine del testo si legge: “Les entretiens (le interviste) on été réalise en juliet 2000 et transcrit par Sabine Beafils-Fiwez”. Quindi si tratterebbe di una serie di interviste trascritte senza soluzione di continuità.
E anche: “Choix des (scelta delle) photographies et entretiens: Clémence Réne-Bazin. Mise en forme du texte (elaborazione del testo): Hélène Kelmachter”.
Leggo poi che le fotografie sono state fatte con un Alpha 6x9 (medio formato svizzera) e un obiettivo Schneider 58mm.

Certo vedere le foto in quelle paginette non è come averle viste nei pannelli che ho mostrato nel resoconto della mostra qui sopra; oppure in un'ipotetica edizione in formato più grande.
Può darsi che la scelta di quel formato, più consueto per la narrativa che non per i libri di fotografia, oltre che per contenere i costi sia stato pensato per sottolineare l'aspetto appunto narrativo; una sorta di racconto autobiografico con contrappunto di fotografie.

Le foto pare (sottolineo il “pare” dal momento che non vi sono didascalie) che siano in una sequenza ordinata per aree geografiche (ma non escludo che alcune siano raggruppate per tipologia di paesaggio). Inizia con una di Broadway, ovvero quella qui a sinistra (dalla mostra a Milano del 2022):
postlmg.cc/SXxkG4zm
...seguita da altre prese nella “Deep America”.
Più avanti ho riconosciuto una serie di foto nella provincia francese e, ancora oltre, nelle periferie residenziali del Giappone (riconoscibili dai caratteri delle insegne e dall'onnipresente intreccio dei cavi aerei).
Ma di altre posso solo ipotizzare l'ambientazione dal momento che, come ho già scritto, le didascalie sono assenti. Qualcuna mi sembra scattata in zone desertiche africane, qualcun'altra su qualche altopiano andino, altre forse in Patagonia... tutti posti in cui non sono mai stato ma di cui ho visto innumerevoli fotografie e documentari.
Evidentemente Depardon e i curatori del libro hanno voluto lasciare al lettore di dedurre o far congetture sui luoghi in cui le fotografie sono state realizzate.
Del resto non vi erano didascalie alle singole foto neanche nella mostra milanese di due anni fa.

Buon fine settimana.


P.S.: Ho interpolato qualche altra foto relativa ai progetti “Errance (1999-2000)” e “Communes (2020)” nel resoconto della mostra qui sopra.


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