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a 75mm, 1/400 f/5.6, ISO 100, mano libera. Roma, Italia.
Stamattina sono passata davanti alla casa di Alberto Sordi, morto ormai nel lontano febbraio del 2013, e non ho saputo resistere alla voglia di fotografarla. Io ho conosciuto l'attore molto bene, e postando questa foto della sua casa romana, voglio aggiungere solo una cosa: l'Albertone nazionale passava comunemente per un uomo avaro, molto attaccato al denaro. Non è vero. Alberto Sordi donava generosamenrte il suo denaro, onorando il detto evangelico: “Che la mano sinistra non sappia ciò che fa la destra”. Dopo la sua morte si è saputo dei doni che Sordi ha fatto a Roma, della Fondazione che porta il suo nome, e che finanzia i giovani talenti che vogliono fare il cinema. Ma allora, tutto questo non era noto. Ecco un racconto, che ancora oggi mi porto nel cuore e mi commuove. Sono stata testimone, un Natale di tanti anni fa, di un episodio che mi piace raccontarvi. Il 23 dicembre del 2008, io abitavo a Roma per lavoro, quel giorno avevamo fatto una lunga intervista a Sordi. Alle 20, in punto, però il grande attore, ci congedò, perché disse di avere un appuntamento cui non poteva assolutamente mancare. L'idea del nostro fotografo di redazione ci portò a seguire il taxi su cui era salito Sordi. Arrivammo in piazza Di Spagna, la sua segretaria era già lì, davanti a Palazzo Pignatelli, dove aveva sede la maison di Valentino, a poco a poco cominciarono ad arrivare tante carrozzelle romane, erano piene zeppe di pacchi natalizi. Naturalmente fui mandata io a sbirciare da vicino, ma non ho mai barato in tutta la mia vita professionale, né ho mai pubblicato quello che i vari personaggi, mi dicevano a registratore spento, perciò mi avvicinai a Sordi. Sulle prime rimase un po' sulle sue, poi si sciolse in uno di quei suoi larghi sorrisi da “bonaccione” e mi disse: “Annamarì, nu lu dì a nessuno. Sto a portà un po' di giocattoli ai bambini degli orfanotrofi de Roma”. Giuro, rimasi di stucco…Dopo circa una ventina di minuti, le carrozzelle cominciarono a muoversi, ma Albertone, prima di salire sul suo taxi con la segretaria, si girò e mi disse: “ Vado un po' a scaldarmi il cuore…vado a leggere la gioia negli occhi di quei bimbi” Era commosso e mi abbracciò. A distanza di tanti anni, sono ancora grata ai miei colleghi, che mi ascoltarono e rinunciarono allo scoop, mentre sento ancora sulla pelle quell'abbraccio e rivedo i lucciconi nei suoi occhi.
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Brava Annamaria a omaggiare l'Albertone nazionale con questo tuo lavoro. Opportuno il commento in calce; i veri uomini si nascondono, niente clamore, ma agiscono dietro le quinte e Sordi ne sapeva qualcosa di questo spazio scenico. La valenza tecnico-artistica passa in second'ordine in questi frangenti. Ciao e buon we, Gios
Cara Annamaria, non posso che condividere i meravigliosi pensieri espressi dagli altri per te fino ad ora, e ringraziarti per averci raccontato, ma soprattutto ricordato, che le persone si dovrebbero giudicare solo se conosciute.
E che un uomo del genere, così unico e geniale, doveva pur nascondere una qualche complessità e/o fragilità.
Leggerei ininterrottamente vicende che lo riguardano, amandolo senza limiti. Quindi sei avvisata... :)
Posso omaggiarlo, a modo mio, ricordando un passaggio di un film a me tanto caro, e ringraziandoti per questo bellissimo regalo che mi/ci hai fatto?
Che bella storia ci hai raccontato Annamaria, vedi come i personaggi televisivi sono diversi da quello che tutti pensano per fortuna non sempre in peggio! Complimenti anche per la foto! Buon fine settimana Agata
Fabrizio F, è vero. Ma credo sia il modo migliore di fare del bene. Grazie per aver condiviso con me questa foto e questo ricordo a me molto caro. Un carissimo saluto Annamaria
Francesco (Fragarbo), credo che Alberto Sordi sia stato un po' per tutti gli italiani un idolo, proprio perché raccontava gli italiani con i loro vizi e le loro virtù. Un grande grazie di cuore per aver commentato questa foto. Un carissimo saluto Annamaria
Ma56, hai ragione, credo che tutti gli italiani che lo hanno amato, continuano a volergli bene e non lo dimenticano. Gentilissimo a commentare questo racconto fotografico, un grande grazie di cuore. Un carissimo saluto Annamaria
Andreasettimo, presente e attento come sempre, non posso che ringraziarti calorosamente per la presenza e il bellissimo commento. Un carissimo saluto Annamaria
Roberto Pitt, gentilissimo a passare e a condividere questo ricordo del grande Sordi. La data di morte è un refuso, purtroppo non so come intervenire a correggere. Grazie della gradita visita e del bellissimo ed articolato commento. Un carissimo saluto Annamaria
Giovanni M, è sempre un grande piacere ritrovarti fra i miei scatti e leggere il tuo bellissimo e lusinghiero apprezzamento. Grazie davvero di cuore. Un carissimo saluto Annamaria
Gianni, sono felice che ti piaccia questa foto dove per tutta la vita ha abitato un nostro grande artista. Ti ringrazio infinitamente per la gradita visita, sempre molto apprezzata. Un carissimo saluto Annamaria
Pasquale Lucio, vero, mi commuovo anch'io quando sono a Roma e mi capita di passare davanti a questa villa. Grazie infinite dell'attenzione della condivisione dell'emozione che questo racconto fotografico suscita. Un carissimo saluto Annamaria
Lusca, sono io che ti ringrazio per aver condiviso questo momento di commozione ed emozione, ricordando il grande Sordi. Ancora un grande grazie. Un carissimo saluto Annamaria
Molto commovente il tuo racconto di un attore che ho amato più nella maturità che agli inizi. La casa, correggimi se sbaglio, era appartenuta ad un gerarca fascista, Sordi la soffiò sul filo di lana a Vittorio de Sica. Sicuramente il tuo scatto sarebbe piaciuto al grande artista, complimenti, ciao.
Tessi, è un racconto che ho voluto condividere con voi, per sfatare un po' l'ingiusta nomea di Sordi avaro. Baldassarre, sono io che ringrazio per averla condivisa Brian, sei gentilissimo come sempre. Un grande grazie, amici, per la vostra cortesia e per la graditissima visita. Un carissimo saluto Annamaria