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| inviato il 11 Novembre 2020 ore 15:34
Mio nonno era uno dei ragazzi del '99, mandato sull'Adamello a soli 17 anni, anche lui ferito ma sopravvissuto a lungo per raccontarmi tutto ciò che aveva vissuto in quella guerra! Grazie Emmegiu per far rivivere il ricordo! |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 17:56
Voglio raccontare la mia esperienza. Mio nonno, classe 1898, assieme a suo fratello andarono a lavorare in miniera in Germania, anni prima della grande guerra. Quando scoppiò, dovettero tornare in Italia a combattere gli austriaci e proprio nelle trincee vicine tra loro, il fratello di mio nonno si fece convincere dal "nemico" a passare dall'altra parte. Morale della favola: erano due fratelli che combatterono uno contro l'altro. Alla fine della guerra, il fratello di mio nonno volle tornare in Italia per rivedere figlia e moglie tedesca, nonostante mio nonno lo avesse sconsigliato e avvisato di aspettare, perché se lo avessero preso sarebbe finito in prigione come disertore. Ma non ci fu nulla da fare, non diede ascolto a mio nonno ; fu preso e arrestato come disertore e fu spedito in carcere all'isola di Spinosa, dove morì di tubercolosi senza mai rivedere i suoi cari. Questo per dire cos'è la guerra... La guerra tra poveri la vincono i ricchi |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:16
Caro Marco ci potresti scrivere un romanzo con questa incredibile e triste storia è stato un grandissimo contributo il tuo, cosa sarebbe cambiato al popolo se al posto degli italiani adesso c'erano gli austriaci? Niente il popolo soffre e subisce sempre, mi dispiace tanto per l'epilogo tristissimo della vicenda che hai raccontato ti mando un abbraccio, giuseppe |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:28
Grazie Beppe,hai ragione su tutto. Purtroppo le guerre portano cose orrende... |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:30
Si e l'uomo non impara mai dai suoi errori |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:36
Un film a tema consigliato a tutti : Uomini contro, scritto da Emilio Lusso. |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:36
Emilio Lussu, pardon... |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:40
Anche un anno sull'Altipiano il libro di memorie di Emilio Lussu: ambientato sull'altopiano di Asiago, che è una delle maggiori opere della letteratura italiana sulla prima guerra mondiale. Il romanzo fu scritto tra il 1936 e il 1937 e racconta, per la prima volta nella letteratura italiana, l'irrazionalità e insensatezza della guerra, della gerarchia e dell'esasperata disciplina militare al tempo in uso. |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 18:43
Si anche quello rende bene l'idea. |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 23:05
Sono senza parole, ho letto tutta la didascalia e i commenti degli amici... La guerra che cosa orribile e spaventosa! Penso alla mia vita, a quella dei mie figli... Avrei avuto il coraggio di combattere? E avrei potuto accettare la morte di un figlio strappato alla giovinezza e mandato al fronte come carne da macello per combattere una guerra che nemmeno comprendeva... Noi e i nostri figli abbiamo avuto la fortuna di nascere dopo e questi drammi li abbiamo solo sentiti raccontare, ma non dobbiamo dimenticare perché questo non si ripeta! Mio nonno paterno combatté entrambe le guerre e riuscì fortunatamente a tornare vivo. Ricordo che se si parlava della guerra, calava un velo sui suoi occhi. Grazie Giuseppe per questa testimonianza e Onore a tutti i ragazzi del '99 |
| inviato il 15 Novembre 2020 ore 23:31
Grazie Carlo è importante ricordare e tramandare la memoria io ero piccolo quando mio nonno mi raccontava della guerra e mi dispiace che non ho raccolto tutti i suoi ricordi era importante ma qualcosa mi è restata impressa, la sofferenza senza fine di vedere tanti ragazzi morti accatastati uno sull'altro, dopo gli assalti passavano per vedere se qualcuno era ancora vivo e mio nonno fu trovato agonizzante sotto altri cadaveri, un caro saluto, giuseppe |
| inviato il 25 Novembre 2020 ore 16:02
Una meravigliosa didascalia per una generazione, quella del '99, davvero leggendaria |
| inviato il 02 Aprile 2021 ore 21:17
Caro Giuseppe la storia che ci hai raccontato come quella di altri amici juzini è simile a quella di mio nonno che non era del 99 ma del 92 anche lui ferito gravemente e con le gambe congelate ricordo che camminava trascinando una sedia e il fido bastone che non lasciava mai. Ai figli ha raccontato poche cose perché i segni di quell'assurda guerra li portava visibili tutti i giorni. Un caro saluto Renzo |
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