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| inviato il 19 Aprile 2020 ore 17:06
Bella e buona....complimenti Annamaria. Ciao Renzo |
| inviato il 20 Aprile 2020 ore 0:07
Meravigliosa! Talmente nitida che sembra vera. Didascalia molto interessante. Complimenti. Abbracci. Luci |
| inviato il 21 Aprile 2020 ore 10:57 | Questo commento è stato tradotto automaticamente (mostra/nascondi originale)
Grazie Annamaria per averci portato un po' di dolcezza e tante spiegazioni, in questi tempi difficili. Warmest sconsiders, Salute, Renaud Thank you Annamaria for bringing us a little sweetness and so many explanations, in these difficult times. Warmest regards, Health, Renaud |
| inviato il 23 Aprile 2020 ore 20:37
Mi hai fatto venire un languorino. Scatto fantastico. Un abbraccio fortissimo |
| inviato il 23 Aprile 2020 ore 21:21
Una fantastica prelibatezza,ciao Annamaria, buona serata,da Luca e Marco. |
| inviato il 24 Aprile 2020 ore 17:45
Deliziosa la foto (in tutti i sensi ) e bella anche la storia delle zèppole che mi era del tutto ignota. Dalle mie parti, le zèppole di San Giuseppe, così come le conosciamo oggi, erano quasi del tutto sconosciute fino agli anni '60. La tradizione locale (Benevento e l'alto Sannio, quello che confina con il Molise) infatti consisteva in frittelle di pasta lievitata (zèppole) a cui, per l'occasione, veniva aggiunto qualche uovo nell'impasto e la buccia grattugiata di limone. Una volta cresciuta la pasta, se ne prendevano delle cucchiaiate e si friggevano nell'olio di oliva (alcuni anche nello strutto o "'nzògna") poi, appena intiepidite, venivano spolverizzate di zucchero (o passate nello zucchero) e consumate. Questa ricetta si è poi arricchita negli anni con una farcitura di crema pasticcera o al limone e, per l'impasto, con l'aggiunta di una percentuale di patate lessate e schiacciate per conferire maggiore morbidezza alle zeppole. Mia nonna paterna invece, che era del basso Sannio, confinante con la provincia di Caserta, le zeppole le ha da sempre fatte con l'aggiunta di patate ma non di forma sferica, bensì a forma di grossi taralli che venivano anch'essi spolverizzati di zucchero dopo il passaggio nell'olio bollente. La zèppola napoletana, come la conosciamo oggi, è comparsa timidamente nelle poche pasticcerie della città verso gli anni '60 (ed era solo fritta) e, poco alla volta, ha spopolato sopratutto nella versione "al forno", e così oggi sono pochi quelli che, sopratutto in casa, propongono la ricetta tradizionale... tra questi io Scusami per la logorroicità... spero di non averti annoiata troppo. Un saluto cordialissimo, Carlo |
| inviato il 25 Aprile 2020 ore 22:05
devono essere buonissime ciao |
| inviato il 02 Maggio 2020 ore 16:47
Mhm buone, sono già ingrassato a guardarle!!!! Complimenti per lo scatto, la foto per essere bella deve far venir voglia, ci sei riuscita!!! |
| inviato il 05 Maggio 2020 ore 12:40
Fa venire l'acquolina in bocca, in questo periodo un buon dolce fa bene sia alla gola che al morale, complimenti. Ciao |
| inviato il 14 Maggio 2020 ore 19:27
buona così in foto Sento già i gliceridi che mi saltano su su su Cheers! |
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