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| inviato il 10 Aprile 2019 ore 16:08
Sud, che più a sud non è possibile. Grazie del passaggio e della lettura Ben. Buona serata F |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 17:31
[@Turibol (signor Claudio): " Storie povere di felicità, che la cosa sia inversamente proporzionale? Qualcuno ancora che fotografa per raccontare divertendosi, forse la soluzione alla nostra infelicità? Non saranno certo i consensi che ci cambieranno in meglio."] Quando il racconto si rivela base essenziale d' un' espressione la virtú e la felicitá si inseguono, probabilmente secondo un processo infaticabilmente continuo. La contemporaneitá avvertendo la necessitá d'una norma morale ( populismi e sovranismi a latere) sembra risignificare quella "identitá perduta" tra virtú e felicitá ma trova d'altro canto nelle condizioni esterne una pregiudiziale realizzazione a quell' aristotelica eudaimonia messa in crisi dal pensiero moderno... Come si puó in ogni caso non essere attraversati da un certo fatalismo nel ritenere "il racconto" essenziale? E tanto piú riguardare tale azione come finalitá alla realizzazione di quella identitá? Perché è in quella identitá, ci insegnano Socrate ed Aristotele, che possiamo dar senso compiuto alla vita. Escludendo qualsiasi proiezione etica, qualsiasi abito morale ( la cristiana beatitudine celeste ad esempio...), piuttosto riguardando ed avvertendo tale azione come istinto naturale : è in ciascuno il desiderio a raccontar qualcosa, ed aggiungerei che nel saper raccontare puó al limite esserci un culmine. Fotografare per raccontare, raccontare per essere felici. Saper raccontare e saper fotografare (scrivere, dipingere, scolpire...) Potremmo chiederci se, a meno dell' Ars Retorica, si possa ammettere riguardo al saper raccontare una vera e propria gnosi e per il saper fotografare una conoscenza ridotta, un mero bagaglio tecnico/procedurale. Non si resti peraltro sorpresi dalla centralitá dell'uomo, questa identitá tra virtú e felicitá fu pur adottata in etá rinascimentale... E "le condizioni favorevoli" invocate da Aristotele ? Sono anch'esse rivolte, non per nostra ansia, alla medesima centralitá. Sono "in potenza" insite in noi, non resta che "l'atto". Atto - Potenza. Ecco dunque emergere la natura puramente strumentale dell'azione fotografica: non si fotografa per essere felici (...chi crede d'esserlo abita una condizione meramente edonistica? ). L' azione piú o meno dotta del fotografare ha un carattere propedeutico, se non strategico, o di resilienza alle avversitá, è un' azione, una trasform-azione peraltro paradossalmente continua e sostanzialmente volta alla costruzione di quelle "condizioni favorevoli", d'aristotelica necessitá, al compimento d'una Nuova Eudamonia, ad una improbabile e pur possibile soluzione della nostra infelicitá. Senza consensi. Cordialmente, Ben-G |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 18:12
Caro Ben, grazie per le sofisticate considerazioni. Che nel discorrere disimpegnato intorno alla fotografia si usi il verbo "raccontare", non determina ovviamente che di racconto realmente si tratti. Può determinarsi certamente un elemento di racconto, legato a qualcosa di specifico, inevitabilmente: la fotografia del compleanno della zia, non racconta in effetti che la zia ha compiuto gli anni? E, anche se entriamo nel campo della menzogna, pur se in buona fede, che quel giorno era contenta in quanto sorridente? Ma è più ragionevole pensare che invece qualcosa si cerca. Un dubbio mi resta sulla conclusione. Ovvero sull'idea che l'azione del fotografare sia volta a quelle condizioni di necessità, e in qualche modo all'improbabile soluzione delle nostre infelicità. Forse è la natura viziata del fotografante che ha già dettato, prima ancora che si immagini di compierlo, se l'atto debba essere di resilienza o invece del suo opposto. Buona serata F |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 19:31
Era ora che tornassi a propore qualcosa!!! Vabbè ti perdono per la prolungata assenza...ma adesso datti da fare!!! Complimenti, ciao |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 20:05
Che vuoi che ti dica caro Francesco...lo scatto parla da sé. Composizione stupenda...bentornato!!! |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 23:05
Che bello scatto quanta vita dentro questa immagine!! rinnovo i complimenti un saluto Marco |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 23:09
Marco... Grazie davvero per le belle parole che hai scelto! Un abbraccio F |
| inviato il 10 Aprile 2019 ore 23:57
Eccolo! È tornato......alla grande! Mi fa molto piacere Francesco Un abbraccio Fonzie |
| inviato il 11 Aprile 2019 ore 10:59
Grandissimo Fonzie! Un abbraccio sincero, con l'augurio di poterti rivedere, magari presto! Ciao F |
| inviato il 11 Aprile 2019 ore 16:11
Ormai passo più il tempo a scrivere bischerate sul forum che guardare le fotografie. Vedo con piacere che sei rientrato, un saluto. |
| inviato il 11 Aprile 2019 ore 16:19
Mirko.... scrivere bischerate in giro c'ha il suo fascino! Diciamolo! Un abbraccio a te carissimo! |
| inviato il 12 Aprile 2019 ore 2:25
una foto che porta con se una forza narrativa assoluta, dai soggetti presenti, mezzi in ombra e mezzi no, al b/n sgranato il giusto, dal sorriso del bimbo in primo piano, al movimento tecnico del bimbo sullo sfondo, persino la barchetta è nella sua posizione perfetta.... uno scatto di altro livello, qui un EP ci starebbe davvero bene...... bentornato, amico mio, a presto! ciauuuzz Mario |
| inviato il 12 Aprile 2019 ore 9:14
Caro il mio Mario, sei sempre troppo generoso perché mi vuoi bene! Ti ringrazio davvero per la lettura, assai onorevole. Con l'augurio di poterti vedere presto, ti abbraccio! F |
| inviato il 13 Aprile 2019 ore 6:20
Le fotografie. Quelle vere. Quelle che non c'è bisogno di spiegarle. |
| inviato il 13 Aprile 2019 ore 10:11
Grazie caro Left! E' forse anche un po' il limite, di certe fotografie, nel 2019, quando tutto ormai abbiamo visto Ma rimane una delle vocazioni di questa forma espressiva e... perché dimenticarla? Un abbraccio F |
| inviato il 14 Aprile 2019 ore 22:22
Chi torna si attornia di chi cerca ricordi e guardandosi intorno non vede più il mare ma solo chi vorrebbe partire. Vecchia ma bella. |
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