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| inviato il 19 Settembre 2017 ore 16:01
Ottimo il pdr bella la luce brvissimo |
| inviato il 26 Settembre 2017 ore 14:17
Grazie mille Nigno, è sempre un grande piacere ritrovarti |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 0:01
ottimo punto di ripresa |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 0:17
Grazie mille Claudio, è un piacere ricevere la tua sempre gentilissima visita un saluto |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 13:46
MI piace tanto Ciao Gheppio |
| inviato il 27 Settembre 2017 ore 16:44
Grazie mille Gheppio, gentilissimo un saluto |
| inviato il 06 Ottobre 2017 ore 14:32
ottimo scatto e luce... |
| inviato il 06 Ottobre 2017 ore 16:25
Grazie Vittorio, è sempre un piacere trovarti ciao |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 18:07
molto bello.poi io sono innamorato dei ponti.Basta leggere IVO ANDRIC IL PONTE SULLA DRINA.grazie della scelta I PONTI, di Ivo Andri? (1963) Di tutto ciò che l'uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio. I grandi ponti di pietra, grigi ed erosi dal vento e dalle piogge, spesso sgretolati nei loro angoli acuminati, testimoni delle epoche passate, in cui si viveva, si pensava e si costruiva in modo differente: nelle loro giunture e nelle loro invisibili fessure cresce l'erba sottile e gli uccelli fanno il nido. I sottili ponti di ferro, tesi come filo da una sponda all'altra, che vibrano ed echeggiano con ogni treno che li percorre, come se aspettassero ancora la loro forma e perfezione finale. La bellezza delle loro linee si svelerà del tutto solo agli occhi dei nostri nipoti. I ponti di legno all'entrata delle cittadine bosniache le cui travi traballano e risuonano sotto gli zoccoli dei cavalli, come le lamine di uno xilofono. E infine, quei minuscoli ponti sulle montagne, spesso solo un unico grande tronco ovale, massimo due, inchiodati uno accanto all'altro, gettati sopra qualche ruscello montano che senza di loro sarebbe invalicabile. Due volte all'anno il torrente impetuoso ingrossandosi li trascina via e i contadini, con l'ostinazione cieca delle formiche, tagliano e segano e ne rimettono nuovi. Per questo, vicino ai ruscelli di montagna, nelle anse fra le pietre dilavate, spesso si vedono questi "ponti" precedenti: stanno lì abbandonati a marcire insieme all'altra legna arrivata per caso. Ma questi tronchi di alberi lavorati, condannati a bruciare o a marcire, si differenziano comunque dal resto e ricordano sempre l'obiettivo per il quale sono serviti. Diventano tutti uno solo e tutti degni della nostra attenzione, perché indicano il posto in cui l'uomo ha incontrato l'ostacolo e non si è arrestato, lo ha superato e scavalcato come meglio ha potuto, secondo` le sue concezioni, il suo gusto e le condizioni circostanti. Quando penso ai ponti, mi vengono in mente non quelli che ho traversato più spesso, ma quelli su cui mi sono soffermato più a lungo, che hanno attirato la mia attenzione e fatto spiccare il volo alla mia fantasia. I ponti di Sarajevo, prima di tutto. Sul fiume Miljacka, il cui letto è una sorta di sua spina dorsale, rappresentano vertebre di pietra. Li vedo e li posso contare uno a uno. Conosco le loro arcate, ricordo i loro parapetti. Fra di loro ce n'è anche uno che porta il nome fatale di un ragazzo, un ponte minuscolo ma eterno che sembra ritiratosi in se stesso, una piccola e accogliente fortezza che non conosce né resa né tradimento. Poi i ponti visti nei viaggi, di notte, dai finestrini dei treni, sottili e bianchi come fantasmi. I ponti di pietra in Spagna, ricoperti dall'edera e come impensieriti della propria immagine riflessa nell'acqua scura. I ponti di legno in Svizzera, ricoperti da un tetto che li difende dalle abbondanti nevicate, assomigliano a lunghi silos e sono ornati all'interno da immagini di santi o di avvenimenti miracolosi come fossero cappelle. I ponti fantastici della Turchia, poggiati lì per caso, custoditi e protetti dal destino. I ponti di Roma, dell'Italia meridionale, fatti di pietra candida, da cui il tempo ha preso tutto quello che ha potuto e accanto ai quali da cent'anni ne vengono costruiti di nuovi, ma che restano come sentinelle ossificate. Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio pensiero vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell'uomo di collegare, pacificare e unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi... Così anche nei sogni e nel libero gioco della fantasia, ascoltando la musica più bella e più amara che abbia mai sentito, mi appare all'improvviso davanti il ponte di pietra tagliato a metà, mentre le parti spezzate dell'arco interrotto dolorosamente si protendono l'una verso l'altra e con un ultimo sforzo fanno vedere l'unica linea possibile dell'arcata scomparsa. E la fedeltà e l'estrema ostinazione della bellezza, che permette accanto a sé un'unica possibilità: la non esistenza. E infine, tutto ciò che questa nostra vita esprime - pensieri, sforzi, sguardi, sorrisi, parole, sospiri - tutto tende verso l'altra sponda, come verso una meta, e solo con questa acquista il suo vero senso. Tutto ci porta a superare qualcosa, a oltrepassare: il disordine, la morte o l'assurdo. Poiché, tutto è passaggio, è un ponte le cui estremità si perdono nell'infinito e al cui confronto tutti i ponti dì questa terra sono solo giocattoli da bambini, pallidi simboli. Mentre la nostra speranza è su quell'altra sponda. da Racconti di Bosnia |
| inviato il 24 Ottobre 2017 ore 15:30
Che bellissimo commento che mi hai scritto, mi lascia senza parole. In effetti non avevo mai guardato ai ponti sotto questo aspetto. Certo che se penso ai cavalcavia che fanno adesso e che cascano dopo pochi anni si può capire come una volta certe opere di interesse comune venissero fatte con tutti i crismi che servivano, senza lucro e speculazioni. Grazie mille per il tuo passaggio, è un onore per me aver ricevuto un simile e bellissimo commento. Un grande saluto Pierpaolo |
| inviato il 06 Novembre 2017 ore 15:11
lo trovo fascinoso, complimenti! |
| inviato il 06 Novembre 2017 ore 18:15
Amelia mi ha fatto molto piacere leggere il tuo apprezzamento a questo mio scatto un grande saluto |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 7:23
Molto bella la prospettiva che sei riuscito a dare a questo di per se già molto interessante |
| inviato il 24 Novembre 2017 ore 20:18
Francesco ti ringrazio tantissimo per le belle parole che mi hai lasciato a questo mio scatto un grande saluto |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 8:06
Splendida immagine e struttura Complimenti Alce Un saluto Mauro |
| inviato il 16 Febbraio 2018 ore 23:03
Ancora mille grazie Mauro |
| inviato il 16 Aprile 2018 ore 23:05
Ciao Alcenero ottimo scatto con una composizione di grande interesse . corretta la gestione di luci ombre e colori mi piace Complimenti Ciao Roberto |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 0:42
Grazie mille Roberto, il tuo commento mi fa molto piacere un saluto |
| inviato il 02 Dicembre 2018 ore 22:52
Bell'inquadratura che evidenzia la costruzione dal punto di vista architettonico. Ciao |
| inviato il 06 Dicembre 2018 ore 19:08
Grazie mille Roby, felice del tuo apprezzamento un saluto Pierpaolo |
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