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Le launeddas...

La Sardegna

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Le launeddas inviata il 16 Maggio 2025 ore 0:03 da Emmegiu. 24 commenti, 312 visite. [retina]

a 77mm, 1/250 f/10.0, ISO 640, mano libera.

Ci sono delle manifestazioni dello spirito che contraddistinguono i vari popoli, per i sardi sono: Il ballo sardo, il ''canto a tenore'', il canto a chitarra e la poesia improvvisata. L'accompagnamento musicale più antico ai balli e al canto è quello di uno strumento unico "Le launeddas". “Come qualsiasi organismo vivente, con lo scorrere del tempo, anche il ballo sardo e la musica sarda sono stati soggetti ai cambiamenti, dovuti sia a fattori esterni sia interni. Quelli esterni sono dovuti all'influenza delle varie e feroci dominazioni e colonizzazioni, che la Sardegna ha dovuto subire nel corso dei secoli, senza, comunque, che riuscissero ad intaccare la nostra identità meticcia. I Sardi, infatti, sempre, hanno orgogliosamente rivendicato la loro diversità etnica, mai definendosi romani, spagnoli, piemontesi, italiani, a seconda del potente di turno, ma definendosi sempre e solo: SARDI, nonostante le minacce, le violenze, le torture, le deportazioni, i tentativi di soggiogarli ideologicamente.” --- Per chi vuole saperne di più vi riporto un interessante articolo del maestro Vinicio Sanna.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Le Launeddas -- sono uno strumento a fiato sardo con una storia millenaria, radici oscure ed un suono affascinante - Cosa sono le Launeddas? Ma cosa sono realmente le Launeddas? Entrando nel dettaglio, questo strumento a fiato sardo, può essere classificato come aerofono. Sostantivo con il quale si raggruppano tutti quei strumenti nel quale l'aria è il principale artefice del suono. Un sotto insieme sul quale può essere inoltre inserito è quello dei clarinetti in serie. Per gli studiosi, infatti, con il termine “clarinetto” non si intende il semplice strumento bensì un insieme di strumenti nei quali l'ancia è composta da una sola lamella, come nel caso delle launeddas. Come sono fatte le Launeddas? Le Launeddas sono uno strumento musicale a fiato composto da tre cilindri ricavati da delle canne. La più lunga, senza fori, è il tumbu. Essa produce un suono assimilabile a quello di un basso. Questo, data la sua lunghezza che può arrivare ad oltre un metro, viene spesso diviso in due o tre pezzi facilmente assemblabili tra di loro. Le altre due canne con i fori, sono invece la mancosa manna e mancosedda. In base alla tonalità ed alla tipologia di Launeddas, queste avranno fori con posizioni e distanza differente, come vedremo nel dettaglio dopo. All'estremità di ognuna delle tre canne di questo strumento musicale a fiato si può invece trovare la cabitzina. Essa può variare in dimensioni e diametro in base alla tipologia ed alla tonalità. All'interno della cabitzina si trova invece l'elemento chiave dello strumento. C'è chi la chiama: l'anima della Launeddas … Parliamo dell'ancia. In sardo linguatzu, esso è composto da una sola lamella e, a differenza dei clarinetti per esempio, essa viene creata direttamente sulla canna. La respirazione circolare sulle Launeddas La launeddas, a differenza di altri strumenti a fiato come la tromba o il flauto, producono un suono continuo e senza alcuna interruzione. Questo è possibile grazie alla tecnica della respirazione circolare o conosciuta anche come a fiato continuo. Questa tecnica consente di suonare lo strumento senza dover interrompere il flusso d'aria per poter prendere fiato. Questa tecnica viene utilizzata solo da pochi strumenti etnici nel mondo ed è spesso additata come più difficile della stessa diteggiatura. Riuscire nella respirazione circolare è il primo requisito per poter imparare a suonare le launeddas. Grazie ad alcuni accorgimenti è possibile da subito, senza alcun strumento, iniziare a fare pratica autonomamente e quindi essere pronti. Le origini delle Launeddas - Non si ha una data certa però si è certi che le Launeddas erano già presenti nella preistoria. L'antichità delle Launeddas sarebbe stata già evidenziata in epoca nuragica con il celebre bronzetto itifallico. Rinvenuto ad Ittiri, provincia di Sassari, questo bronzetto raffigurerebbe un suonatore di launeddas intento a dar voce al suo strumento. Lo stesso nome launeddas, ancora oggi, produce curiosità e misteri tra gli studiosi. Sono infatti ormai vari secoli che studiosi di ogni genere cercano di trovare una corretta etimologia del termine a suon di pubblicazioni. Ad oggi, non si è ancora riusciti a trovare una origine che metta tutti d'accordo. Launeddas, tra mitologia e realtà Questo strumento musicale così genuino ha però ancora, su di se, un velo oscuro. Lo stesso bronzetto di Ittiri (oltre a raffigurare un uomo che suonava le launeddas, rappresenta anche una erezione da parte del suonatore) evidenzia da subito come il suo uso è possibilmente riconducibile a orge rituali di fertilità e fecondazione. E' invece certo l'uso in rituali magico-rituali come nei riti dell'argia o malmignatta. Versione sarda del più celebre tarantismo del sud Italia. Una terapia musicale frenetica nella quale venivano “curate” perlopiù donne in stato avanzato di isteria o disturbi psicologici. Questa terapia consisteva nel danzare freneticamente attorno al “paziente” dietro l'accompagnamento di alcuni strumenti musicali, tra cui le Launeddas. C'è chi lo definisce: un esorcismo musicale. Articolo di Vinicio Sanna maestro artigiano di Launeddas & Sulittu



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avatarsupporter
inviato il 23 Maggio 2025 ore 9:03

Queste tradizioni non devono mai essere dimenticate.
Complimenti Giuseppe

avatarsenior
inviato il 25 Maggio 2025 ore 19:09

Stupenda immagine della tradizione popolare sarda, appassionante il racconto! Complimenti Giuseppe
Ciao carissimo amico
RobySorriso:-P

avatarsupporter
inviato il 27 Maggio 2025 ore 12:33

Uno strumento affascinante, tre parti per un suono che varia dalla lunghezza e dalla disposizione dei fori, difficoltà tripla.
Bella parata di suonatori in costume tradizionale.
Complimenti Giuseppe Sorriso
Un caro saluto Loris

avatarsupporter
inviato il 31 Maggio 2025 ore 14:13

Ottima documentazione etno-fotografica! Applausi!




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