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| inviato il 15 Ottobre 2020 ore 21:07
Bellissima |
| inviato il 15 Ottobre 2020 ore 21:31
Ti ringrazio Corrado per il gradito apprezzamento. Ciao e buona serata, Vincenzo |
| inviato il 16 Ottobre 2020 ore 17:39
Verissimo, è una scena ben ripresa che ricorda un po' i famosi fotoromanzi della Lancio. Un saluto Annamaria |
| inviato il 16 Ottobre 2020 ore 18:54
Ti ringrazio Annamaria del graditissimo apprezzamento e commento, lieto che sia piaciuta. Buona serata, Vincenzo |
| inviato il 17 Ottobre 2020 ore 18:45
Hai colto un bel momento, complimenti Vincenzo! Un saluto Agata |
| inviato il 17 Ottobre 2020 ore 19:36
Grazie mille Agata, del passaggio e bel commento, lieto che sia piaciuta. Felice domenica, Vincenzo |
| inviato il 20 Ottobre 2020 ore 15:26
Non posso esimermi da un commento su quanto letto. Questi luoghi, siamo dalle parti di Porta Genova -Darsena, mi pare sul Naviglio Grande, vicino al "Brelin" , una volta erano effettivamente territori di grande folklore, forse azzardo a dire milanesità ruspante (per quanto il nome della città non sia altro che "purissimo accidente" di manzoniana memoria). Da giovane (ventenne o poco più) era tradizione, con gli amici (pavesi) passare una notte all'anno, in fine estate, tra le osterie dei navigli. Vi si trovavano personaggi divertenti, chi con la chitarra cantava Gaber ed antiche canzoni di tradizione popolare riprese con maestria dai "Gufi", chi partecipava ai tornei di "scopa", chi si cimentava nella classica gara, fronte a fronte, un cucchiaino per parte a mangiare grana e bere vino, il vincitore era colui che rimaneva in vita. Allora, senza alcuna polemica con Andrea che assolutamente apprezzo, mi sento di condividere quanto afferma Vincenzo, forse per età, avendo vissuto e praticato tempi diversi nei quali, effettivamente, la semplicità della tradizione rappresentava maggiore linea-guida dei comportamenti. Quanto all'evoluzione di fine anni sessanta concordo con il pacato pensiero di Vincenzo... un'occasione culturalmente perduta che non siamo soli a considerare in tal senso e, tanto per citare un pensatore libero, De André più volte manifestò la sua delusione ("Coda di lupo" etc.. etc....). Volendo evitare il turpiloquio mi astengo da commenti attinenti la qualità dei programmi televisivi, demagogia di squallido livello. Quanto ai social penso sia bene scrivere e manifestare la propria idea, porta ad arricchimento se si ha la pazienza e la volontà di "ascoltare" ma occorre saper scrivere; la povertà di linguaggio induce ad evidenziare la propria opinione utilizzando termini volgari che non rafforzano i concetti ma qualificano lo scrivente. Così, mi permetto di estendere l'interpretazione del pensiero di Vincenzo, sottolineando quella che ritengo sia stata una decadente metamorfosi di costume. Ho già speso qualche riga in merito focalizzando il disagio del vivere in città che, come si suol sentire e leggere nell'usurato linguaggio da "media", sono tutt'altro che "a misura d'uomo" , creano atteggiamenti di schizofrenia da rigetto ed il loro migliore utilizzo, quell' "otium" di ricchezza da strada è inesorabilmente perso nell'alienazione di sguardi spenti sui monitor dei telefonini o sugli schermi televisivi (che è pure peggio). Abbi pazienza Vincenzo...qualche volta mi faccio prender la mano a ticchettare sulla tastiera.... Un caro saluto. Paolo |
| inviato il 20 Ottobre 2020 ore 19:18
Caro Paolo, ho letto con il sorriso del ricordo il tuo ricco bel commento, i navigli… brera... ticinese… la nebbia e periferia… ogni luogo aveva un suo “carattere” e sapienza di vita. Gli appuntamenti davanti alla porta del Duomo e quando si ritardava non trovavi nessuno e non potevi comunicare: le cabine del telefono erano i cellulari di allora, ora è molto più comodo e immediato ma manca quella empatia che faceva gruppo. C'era una energia di cambiamento culturale e musicale straordinaria, anche la mala aveva un suo decoro nel comportamento e regole. A partire dagli anni ottanta nella “città da bere” qualcosa è cambiato e come dice il musicista dei Pfm “come se ci fosse stato un terremoto e nessuno se ne è accorto”. Milano è bella ma come altre città non è più luogo da vivere, non solo le persone anche gli stessi luoghi sono cambiati e uniformati e non si distinguono. Quando si trascorrono giorni in provincia si assapora un'altra atmosfera e melodia. Grazie per aver condiviso un pensiero. Felice serata, Vincenzo |
| inviato il 21 Ottobre 2020 ore 10:07
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| inviato il 22 Ottobre 2020 ore 13:04
Molto bella ForeverYoung Un saluto Pietro |
| inviato il 22 Ottobre 2020 ore 15:13
Grazie mille Pietro, molto onorato della visita e apprezzamento. Un saluto, Vincenzo |
| inviato il 24 Ottobre 2020 ore 19:31
Gran bei momenti ........e sempre un bel vedere ...... 7 ciao Ray Palm- |
| inviato il 24 Ottobre 2020 ore 20:40
Per la città i Navigli sono l'anello di congiunzione ideologico tra la nostra storia e lo sguardo futurista di cosa saremo. Qualcuno vorrebbe riaprirli per riacquistare la natura fisionomia della città (le zanzare ringraziano) e un simbolo e location set di strada, sembrava la scena di un fotoromanzo. Grazie Raimondo, onorato della visita alla mia città. Ciao, Vincenzo |
| inviato il 01 Novembre 2020 ore 17:17
bella street in b/n, ben composta con bella luce, bravo!!!!!! cari saluti e buona settimana Bruno |
| inviato il 01 Novembre 2020 ore 17:39
Grazie Bruno, onorato della presenza e gradito commento. Buona settimana a te, Vincenzo |
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