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| inviato il 08 Settembre 2019 ore 20:14
Che dire: atmosfera e colori da favola. Azzeccatissimi i toni freddi. Soggetto estremamente espresivo: molto molto fotogenico. Solo complimenti |
| inviato il 08 Settembre 2019 ore 20:18
Non ho parole. Complimenti |
| inviato il 08 Settembre 2019 ore 20:56
Complimenti, scatto veramente importante. |
| inviato il 08 Settembre 2019 ore 20:57
“ Impressionante la differenza tra la "gioventù" del volto e invece le mani segnate dal lavoro come se fossero di una signora anziana „ Quoto Ottimo reportage. |
| inviato il 08 Settembre 2019 ore 21:36
Che scatto pazzesco ... complimenti davvero |
| inviato il 08 Settembre 2019 ore 22:25
Diavolo, quelle mani mi hanno davvero colpito. |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 9:54
Prendo spunto dal commento del mio amico Marmor che con intelligenza ha fatto notare il disagio della bambina di fronte alla macchina fotografica del giovane pluripremiato fotografo, volato sino in Afghanistan per fotografarla, per un reportage di cui non ho letto nulla nella didascalia di questa immagine, non conosco le fotografie di questo fotografo anche perché le fotografie di viaggio non mi entusiasmano, ma ho notato che nonostante la messa in evidenza da parte dell'editore nelle sue foto fioccano i mi piace ma stentano i commenti, nella maggior parte sempre stringati, perché? Perché il fotografo non ci spiega niente della vita di questi bambini o di questi pastori cerca la bella foto? O vuol vivere con loro qualche anno condividendone le fatiche i disagi e il dolore come faceva Sebastiao Salgado prima di riportare le foto dei disgraziati del mondo e solo dopo riportarci la sua testimonianza appassionata e partecipata. Le foto di bambini poi sono molto delicate perché i soggetti sono in soggezione e il loro acconsentire non significa nulla, in Italia c'è bisogno del permesso scritto dei genitori e in generale andrebbero evitate proprio per la delicatezza dei soggetti. Poi non sono d'accordo che una foto racconta tutta da sola, molte foto hanno bisogno di una spiegazione se no in questo caso questa mi racconta che la bambina non voleva essere fotografata e la sua espressione è eloquente più delle sue mani rovinate dal lavoro e dal freddo, ma se il bravo fotografo aggiunge la sua testimonianza sulla vita di queste comunità mi farebbe molto piacere conoscere soprattutto cosa pensa questa gente, le belle foto non aggiungono niente alla mia già scarsa cultura sulle popolazioni del mondo. Buona giornata a tutti e a tutte |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 10:13
Complimenti per la bella immagine ciao Mauro . |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 11:08
buongiorno "Emmegiu", mi scuso per non aver messo una descrizione completa e di non soddisfare le tue curiosità. Spesso facciamo serate dove proiettiamo o mostre fotografiche dove raccontiamo tantissime cose, sia informazioni sui popoli fotografati, sia le nostre impressioni e i dietro alle quinte, se vuole posso avvisarla e avrò pure il piacere di conoscerla personalmente. Ha comunque perfettamente ragione che una approfondita didascalia sotto ad ogni foto starebbe proprio bene anche qui su Juza. Venendo alla foto in questione, i Waki sono un popolo molto ospitale e vivono soprattutto di pastorizia. La foto è scattata nel corridoio del Wakhan, una regione pacifica a nord est dell Afghanistan. Siamo stati con la famiglia 3 giorni, ed erano veramente entusiasti della nostra presenza, abbiamo raccontato loro quello che facciamo e la nostra passione per la fotografia e il fatto che poi queste fotografie vengono messe in rete o stampate (conoscono benissimo internet). I genitori e di conseguenza i figli hanno dato il loro consenso per scattare fotografie, e la ragazza in questione non era assolutamente a disagio, anzi ha riso e scherzato tanto insieme a noi. Ho scelto comunque questa fotografia dove è seria, per il semplice fatto che sta lavorando. Spero di esser stato abbastanza esaustivo. Grazie mille Mauro gentilissimo. |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 11:10
Complimenti Alessandro... le tue foto sono un punto di riferimento per il reportage da viaggio... |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 11:49
Grazie Alessandro adesso so qualcosa in più, non avendo partecipato alle serate che citi non potevo conoscere le tue impressioni e spiegazioni, auspico sempre una spiegazione che non è mai scontata o inutile specialmente per popoli e situazioni che non conosciamo, serve ad immergere lo spettatore nella scena raffigurata e renderlo partecipe se no resta solo una fredda e bella fotografia, buona giornata |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 11:54
Hai perfettamente ragione. Compatibilmente con il tempo proverò ad essere più esaustivo anche qui su Juza. Buona giornata. |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 14:53
Per quanto bellissima, per quanto triste... le sue mani mi ricordano quelle di mia nonna! |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 16:51
foto che fa pensare, un vero capolavoro |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 17:18
Voglio dare adito pubblicamente che la tua risposta elegante e garbata ti qualifica positivamente ed è foriera di grandi miglioramenti sul piano umano e professionale, molto bene, buona serata |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 18:13
Scatto spettacolare complimenti |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 18:14
Sulla fotografia, non posso che vedere un racconto forte. Una bambina con un'espressione triste, con le mani dalla pelle molto affaticata che prelude ad'un'imminente decadenza fisica prodotta dalla fatica, dalla stanchezza, dalla miseria della condizione di vita. Uno scatto così racconta, credo, proprio questo. Ho letto i commenti e non nascondo di essere un po' combattuto. Siamo bombardati di immagini e riprese che portano ai nostri occhi sofferenza, disagio, emarginazione. Ci sono forme espressive che sento capaci di trasportarmi, come le opere di Sebastiao Salgado, che non avrei capito se non avessi letto i testi che accompagnavano i suoi racconti fotografici. Ci sono poi i reportage fotografici composti da sole immagini, che faccio fatica a capire mi imbatto in una di queste immagini, isolata dal contesto. Poi arrivano le fotografie "effetto", che vengono utilizzate troppo spesso per "ammorbidire" le persone con scopi che non sono sempre i più nobili, sfruttando la sventura altrui. Purtroppo, le sollecitazioni che mi giungono da quest'ultima categoria di immagini sono numericamente molto superiori alle altre e questo ha prodotto in me una certa diffidenza. Se vogliamo, possiamo chiamarla cinismo. E' un peccato, se penso che attraverso queste testimonianze potrei conoscere di più di un mondo al quale appartengo anche se non mi è dato conoscerlo e vederlo in ogni sua forma ed espressione. Per questa ragione mi piacerebbe che ogni qualvolta sia possibile, scatti come questo, che hanno un valore, venissero accompagnati da un breve commento, una didascalia, che mi aiuti a capire e collocare l'immagine in un contesto corretto. Non è questo il luogo per fare filosofia, me ne rendo conto, e non sono certo io che posso dire agli altri come dovrebbero o non dovrebbero comportarsi o approcciare le cose della vita. Non vorrei essere frainteso. Volevo solamente esternare un pensiero personale, portare il mio apprezzamento allo scatto, che è diventato tale e sincero dopo aver saputo la storia che c'è dietro. Adesso so che si tratta di una testimonianza attenta, rispettosa, concreta e non della mera ricerca delle luci della ribalta. Adesso conosco il valore e l'importanza di quello che vedo. Grazie Alessandro per avermi permesso di capire. Buona luce Gabbia65 |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 18:19
Sfuocato un po' duro, forse era meglio aprire il diaframma |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 18:40
Sono perfettamente in accordo con quanto scritto da te. Unica cosa, il mio intento da un po di tempo è quello di raccontare il bello, il bello che c è nel mondo tramite le mie fotografie. Non sono un reportagista, ma un semplice ritrattista e cerco di donare bellezza e armonia tramite le mie fotografie. In questo caso non ci sono riuscito, forse perchè interpreto la foto in maniera diversa avendo vissuto il momento e le persone fotografate. Nel caso specifico del viaggio, siamo partiti anche con un medico, che era già stato in una missione umanitaria proprio in quella zona, abbiamo portato aiuti di tipo medico sotto consigli di questo professionista. Con le mie fotografie ho partecipato ad aste benefiche, anche con Sotheby's, e i soldi destinati sempre a persone in difficoltà. Nel mio paese ho aperto un corso di pallacanestro per bimbi disabili e bimbi normodotati che giocano insieme e il progetto sta funzionando alla grande soprattutto sotto l aspetto sociale. Con questo non voglio scusarmi o pararmi il c. e come detto in precedenza ogni foto, soprattutto se si ha l ambizione di fotografare persone andrebbero accompagnate da didascalie più corpose e sono stato superficiale, ma il tempo purtroppo è poco. Mi prenderò l impegno per le prossime pubblicazioni di essere molto più attento alla didascalia. un saluto Gabbia! |
| inviato il 09 Settembre 2019 ore 19:03
Ti ringrazio, Alessandro, per quello che hai scritto. Capisco che è difficile vincere gli stereotipi spesso generati dai mass media. Un'impresa che ha dell'epico. Io, che sono soggiogato, come tanti, ai modelli comuni, non riesco con facilità a comprendere che anche in comunità che non vivono secondo i nostri canoni, c'è amore, felicità, gioia di vivere. Non c'è bisogno di giustificazioni da parte tua, ma da parte dei rappresentanti dell'opulenza. Quanto fai oltre a rendere felici delle persone ti fa onore. Dovremmo imparare tutti, io per primo. Sei da ammirare. Grazie ancora Gabbia65 |
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