Una giornata all'Expo
Una giornata all'Expo, testo e foto by
Fdise. Pubblicato il 28 Ottobre 2015; 5 risposte, 7842 visite.
Ristoranti virtuali, occhiali in 3D, padiglioni sostenibili e dalle architetture futuristiche, cartoncini che all'occorrenza si trasformano in veri e propri tablet e che, grazie a dei particolari marker posizionati sugli stessi, riescono a trasmettere i contenuti nella propria lingua. Questi sono solo alcuni dei numerosi supporti tecnologici in stile
"Minority report" in cui ci si imbatte visitando l'Esposizione Universale di Milano.

All'interno del padiglione Germania, uno dei più innovativi tecnologicamente parlando
Devo ammettere che prima di andare all'Expo non sapevo bene cosa aspettarmi e che cosa realmente ci fosse da fare e da vedere, ma spinto dalla curiosità e dalla vicinanza (paradossalmente da Torino il tempo di spostamento, con i treni ad alta velocità, è pressoché lo stesso di chi si muove dal centro di Milano) ho deciso di acquistare il biglietto e di andare a curiosare, convinto, forse, di trovarmi di fronte a una sorta di Salone del Gusto in grande.
Invece, con il Salone del Gusto ha poco o niente a che fare. Una delle aspettative più comuni ed errate è infatti proprio quello di passare da un padiglione all'altro assaggiando specialità culinarie dei paesi più variegati, o di acquistare prodotti tipici delle varie regioni e paesi del mondo. Non troverete, invece, nemmeno una caramellina alla menta. Ad ogni modo, per soddisfare ogni tipo di palato, oltre che di tasca, si può spaziare dal classico fast food di Mc Donald's sino ai ristoranti di lusso con chef di nomea internazionale: vi aspetteranno più di 150 ristoranti, di cui ben 20, uno per regione d'Italia, affidati ad Eataly.
"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", recita lo slogan scelto per questa Esposizione Universale. Un'occasione di incontro e condivisione su un tema ben preciso: agricoltura, industria, avanzamenti tecnologici, progetti architettonici, movimenti artistici, problematiche mondiali. L'obiettivo dichiarato per quest'Expo Milano 2015 infatti è, o dovrebbe essere, quello di "... riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo: se da una parte c'è ancora chi soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 2010-2012), dall'altra c'è chi muore per disturbi di salute legati a un'alimentazione scorretta e troppo cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso). Inoltre ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. Per questo motivo servono scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e, anche attraverso l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia, sarà possibile trovare un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse."
Dico dovrebbe perché non tutti i paesi partecipanti, a mio avviso, hanno saputo cogliere e sfruttare appieno quest'immensa possibilità che l'Expo ha offerto. Infatti, se da una parte vi sono padiglioni che hanno cercato di sviluppare, in maniera più o meno innovativa, interattiva e coinvolgente, le tematiche cardine di quest'evento, dall'altra ho notato che molti padiglioni sono assolutamente privi di contenuti, e ho avuto la percezione che alcuni tra questi siano andati completamente fuori dal tema centrale della nutrizione, curandosi meramente di sponsorizzare le principali spiagge ed attrattive turistiche dei vari Paesi rappresentati, approfittando così di questa tanto attesa Esposizione Universale per cercare di attrarre milioni di futuri possibili turisti.
"Cosa dobbiamo mangiare, come dobbiamo mangiare e fino a quando possiamo mangiare in modo sostenibile?" Queste sono le tre domande e i tre obiettivi che pone il padiglione della Corea ai suoi visitatori. Grazie alle tematiche affrontate all'interno delle numerose sale del padiglione coreano, si ha l'occasione di riflettere sulle proprie preferenze a tavola e sulle abitudini alimentari. Attraverso la cultura dell'Hansik, tipica composizione coreana di piatti equilibrati che tengono in considerazione numerosi aspetti tra cui le stagioni, il colore dei cibi e la composizione degli ingredienti utilizzati, si ha inoltre modo di conoscere gli alimenti salutari per il proprio corpo e, addirittura, per il futuro dell'umanità.

Hansik - Sinfonia del cibo: Equilibrio
Nonostante la lunga coda di attesa per accedervi, merita sicuramente una visita il padiglione del Giappone, che propone la propria cultura alimentare come esempio di nutrimento sano, sostenibile ed equilibrato, nonché come modello per alleviare i problemi mondiali relativi alla fame e all'ecologia: al termine della visita, vi attenderà un ottimo ristorante dove gustare le variegate pietanze nipponiche, il tutto però in maniera totalmente virtuale.

Il lungo serpente umano che aspetta i visitatori che si recano al padiglione Italia
Non ha deluso le aspettative nemmeno il padiglione dell'Italia, il più imponente tra tutti i padiglioni. E' infatti composto dal Palazzo Italia, al cui interno vengono messe in mostra tutte le principali eccellenze italiane legate al cibo e all'alimentazione, e da altri quattro padiglioni lungo il Cardo, una delle due arterie principali dell'Expo. L'intero complesso sfocia sulla Lake Arena, al cui centro è collocato il famoso Albero della Vita, simbolo del padiglione Italia, dove a ogni ora avviene un piccolo spettacolo, nonché "risveglio" della strutturra stessa.

L'Albero della Vita, struttura alta 37 metri situata di fronte al padiglione dell'Italia, è sorretto da un complesso intreccio in legno e acciaio
Il padiglione della Germania, è molto suggestivo anche se addirittura un po' troppo touch e con supporti tecnologici troppo cool, che inevitabilmente portano l'attenzione più su ciò che si ha tra le mani che sui contenuti delle varie sale, ma sicuramente tra i padiglioni che ho avuto modo di visitare è stato uno dei più coinvolgenti.

Un ideale magazzino alimentare, all'interno del padiglione tedesco, in cui spostando una serie di monitor su opportuni binari si ottengono informazioni sui diversi prodotti
Lo stesso non può dirsi sui padiglioni della Cina, paese che prende parte per la prima volta all'Expo. Le aspettative non sono purtroppo state soddisfatte, atteso che oltre a un video introduttivo del Presidente cinese, Xi Jinping, e a qualche altro pannello, non vi sono punti di particolare interesse. Stesso discorso può farsi in merito al padiglione della Francia, interessante dal punto di vista architettonico, ma che oltre alla messa in mostra dei principali prodotti culinari francesi, non ha molto di più da offrire.
Merita una segnalazione, poi, il padiglione svizzero, che per questioni di tempo non sono riuscito a visitare, ma che pone principalmente l'attenzione sulla scarsità delle risorse alimentari di cui dispone il nostro pianeta, presentandosi all'Esposizione Universale di Milano con un piccolo, ma sicuramente interessante esperimento. Il padiglione della Svizzera, infatti, è costituito da quattro torri colme di generi alimentari (acqua, caffè, sale e mele) dalle quali i visitatori possono accingere nelle quantità desiderate: c'è tuttavia un limite alle risorse disponibili e superarlo significa privare gli altri visitatori delle stesse possibilità.
Grazie alla modularità della struttura, mano a mano che le torri si svuotano il livello delle piattaforme su cui poggiano si abbassa, permettendo così al pubblico di visualizzare il proprio comportamento in relazione ai consumi. Il progetto, incentrato sulla disponibilità e sulla distribuzione delle risorse alimentari a livello mondiale, invita i visitatori a riflettere sul proprio comportamento di consumo, e questo è decisamente un proposito molto apprezzabile.
Oltre ai padiglioni dei 145 paesi partecipanti e a quelli delle tre organizzazioni internazionali Unione Europea, ONU e CARICOM (Comunità dei Caraibi), alcune importanti aziende internazionali hanno un proprio padiglione e tra queste risalta, ad esempio, il padiglione della Coca-Cola, all'interno del quale la famosa multinazionale mostra ai suoi visitatori il proprio modello di sostenibilità. Ancora, vi è il padiglione della New Hollande Aricolture, leader mondiale della meccanizzazione agricola, che promuove un futuro equo e sostenibile per l'agricoltura e l'incredibile padiglione della Vanke, colosso del settore immobiliare in Cina, progettato dal celebre architetto Daniel Libeskind.

Padiglione del colosso immobiliare cinese, Vanke
Al quadro delineato si aggiungono anche alcuni interessanti padiglioni (o cluster) dedicati ad aree tematiche specifiche quali quelle del Caffé, del Riso, delle Spezie, Cereali, dei Tuberi e così via, all'interno dei quali sono presenti "sub-padiglioni" dei principali paesi produttori della materia prima protagonista del padiglione.

Una visita particolare nel cluster del caffè La sensazione che si prova è un po' quella di essere dentro a un grosso Disneyland, ma al posto delle montagne russe, ruote panoramiche e katun ci si trova, invece, di fronte a un'infinità di padiglioni dai contenuti più disparati, passando da un party nel padiglione olandese, a uno spettacolo di tango argentino, a una cena virtuale nel padiglione giapponese, finendo poi a una conferenza presso la sede all'Expo del Corriere della Sera. Nonostante i 13km (!) passati in lungo e in largo per il Decumano, la via principale su cui si affacciano quasi tutti i padiglioni, sono riuscito a vedere all'incirca un terzo dei padiglioni presenti, molti dei quali non sono nemmeno riuscito a scorgere da lontano, motivo per cui credo proprio che tornerò per un'altra visita. Certo, la domanda che sorge più spontanea e che si sono fatti un po' tutti è "Cosa ne sarà di tutto questo una volta finito l'Expo"? ma questa è un'altra storia..
Per vedere le altre foto, vi invito ad andare a visitare l'album intero alla seguente pagina
www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1359670&l=it o, altrimenti, anche sul mio sito internet
www.federicodisegni.com Federico Disegni nasce a Torino nel 1988. Completa gli studi all'Università prendendo la laurea in Economia e Management Internazionale nel 2013. Sin da piccolo è un appassionato di fotografia: all'età di 13 anni si compra la sua prima macchina fotografica, una Sony Cyber-shot da 2.1 megapixel, rivoluzionaria per l'epoca in quanto una delle prime macchine fotografiche digitali sul mercato. Nel 2008 gli viene regalata la sua prima reflex, una Canon 1000D, grazie alla quale inizia sempre più ad appassionarsi ed avvicinarsi al mondo della fotografia. Il suo genere di fotografia preferito è da sempre stato quello di reportage, favorito anche dai numerosi viaggi effettuati soprattutto in Sud America e in Asia, sebbene negli ultimi anni si sia appassionato anche alla fotografia di paesaggio, specie in alta montagna. Web: www.federicodisegni.com Facebook: www.facebook.com/FedericoDisegniPhotography Risposte e commenti
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| inviato il 28 Ottobre 2015 ore 20:23
Ottimo articolo e belle foto. Ci devi poi spiegare come, con tutta la fiumara di gente, sei riuscito a fotografare l'albero della vita senza....nessuno!! Personalmente condivido molte delle tue osservazioni e domande che mi sono posto anche io nella mia visita all'esposizione universale di Milano (di cui ho voluto immortalare i volti che ho ritenuto più significativi) Complimenti ed un saluto |
user57136 | inviato il 29 Ottobre 2015 ore 0:43
“ Ci devi poi spiegare come, con tutta la fiumara di gente, sei riuscito a fotografare l'albero della vita senza....nessuno!! „ La passerella che porta all'albero è per gli addetti ai lavori :) |
| inviato il 29 Ottobre 2015 ore 9:38
Grazie! ahaha bastava semplicemente andare ai primi di maggio quando c'era ancora "poca" gente e non tutta la fiumana di persone che si vedono nelle ultime settimane.. io ero andato ai primissimi di maggio (l'articolo infatti l'avevo scritto a metà maggio) e la foto all'Albero della Vita l'avevo scattata al mattino presto quando praticamente davvero non c'era ancora nessuno.. infatti per entrare al padiglione dell'Italia avevo fatto non più di 5 minuti di coda, mentre per quello del Giappone una mezz'oretta che era ancora fattibile, cosa che adesso è impensabile |
| inviato il 29 Ottobre 2015 ore 13:40
Bravo...bel reportage....beato Te che sei andato all'inizio....io purtroppo no....ahi ahi ahi |
| inviato il 29 Ottobre 2015 ore 20:01
grazie Maurizio! |