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In Patagonia con Fujifilm X


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In Patagonia con Fujifilm X, testo e foto by Mattia Campos. Pubblicato il 02 Dicembre 2025; 0 risposte, 449 visite.


In occasione di un "breve" viaggio all' avventura" in Patagonia ho scelto di portare con me la Fujifilm X-H2S con l'XF 500 F5,6, un sistema mai utilizzato prima. Ho pianificato con parecchi mesi di anticipo la scelta di questo corredo. Nello specifico mi serviva un teleobiettivo potente per dedicarmi alla fotografia naturalistica e all'avifauna, abbastanza luminoso ma allo stesso tempo leggero, che non ingombrasse troppo e fosse facilmente trasportabile. Allo stesso modo mi serviva un corpo affidabile, di fascia alta-professionale, con prestazioni elevate e componenti di qualità. Perciò, considerando anche l'aspetto della colorimetria e dei JPEG molto belli e già pronti in camera, e tenendo conto di tutti gli aspetti, dopo un'attenta disamina, la mia scelta è ricaduta sulla Fujifilm X-H2S con il 500 F5,6.
Il desiderio e la curiosità di provare qualcosa di nuovo mai utilizzato prima hanno inciso molto sulla mia scelta.
A viaggio concluso posso dire con certezza che la mia scelta si è rivelata azzeccata !


Mi sono divertito molto, ho portato a casa delle belle foto, e non ho mai avuto problemi di pesi, di ingombri e di trasporti.
Essendo abituato a scattare solo con fotocamere ammiraglie, indipendentemente dalla marca e dal formato del sensore, e con obiettivi di fascia professionale, la mia scelta è ricaduta per forza sulla ammiraglia del sistema Fujifilm APSC e su obiettivo di fascia alta.
Ho scattato tutte le foto "improvvisando", senza pianificazione, senza fare appostamenti, un po' per scelta un po' per motivi organizzativi. Ho cercato di cogliere l'attimo sfruttando tutte le occasioni. Le mete più interessanti ( laggiù tutto è interessante e meraviglioso) dal punto di vista naturalistico e paesaggistico sono state i Parchi di Torres del Paine e i territori attorno al Fritz Roy e al Perito Moreno nel parco nazionale Los Glaciares.


Essendo un territorio molto frequentato da turisti provenienti da tutto il mondo, la Patagonia è attraversata da una rete di trasporti altamente specializzata ed efficiente. In realtà le strade sono poche, praticamente c'è una strada principale che si estende per oltre mille chilometri lungo i quali si incontrano appena quattro piccole città, super organizzate ed accoglienti. La Patagonia da turista si "vive" molto bene, dormire e mangiare ( molto bene ) costa una "sciocchezza", al supermercato ho fatto spese con 7 o 8 euro. Le cose più costose sono il noleggio dell'automobile e le escursioni in barca sui laghi.
Fotograficamente parlando l'attività più costosa è l'accesso ad un area protetta del progetto Panthera, dove si possono fotografare i puma, anche perché essendo difficilmente accessibile e lontana da "tutto", chi intende accedervi è praticamente obbligato a fermarsi per due notti nel super albergo ( l'unico della zona ) da 700/800 euro a notte, oltre a spendere parecchie centinaia di euro per l'accesso all'area. In alternativa si può "usufruire" di un camping non troppo distante, che costa una sciocchezza, cosa che inizialmente avevo intenzione di fare, ma che purtroppo le condizioni meteo in peggioramento e il tempo limitato mi hanno precluso. Durante uno spostamento sono comunque riuscito a vedere un puma appostato sopra ad un branco di guanachi al tramonto, ma purtroppo non ho avuto modo di fotografarlo. Finché il meteo ha retto mi sono spostato percorrendo a piedi i sentieri dei parchi, talvolta anche abbastanza impegnativi come la salita al mirador delle Torri e il sentiero in quota del passo di John Gardner nel parco di Torres del Paine.


Di notte mi sono fermato nei camping in tenda, dove la temperatura scende a valori abbastanza "impegnativi". Non ho avuto nessuna difficoltà a percorrere i sentieri più impegnativi con lo zaino e con l'attrezzatura fotografica. Il corredo Fujifilm pesa poco. Purtroppo poi il vento è diventato protagonista e mi ha costretto ha modificare i piani. Le raffiche possono superare di gran lunga i 100 km/h e impediscono quasi di camminare, e se il vento è freddo sono dolori. D'estate invece solleva nuvole di polvere. Il vento è uno dei fenomeni più antipatici del territorio. Oltretutto i mesi di Ottobre e di Novembre, quando i parchi e le strade vengono aperti "liberamente" ai turisti, sono ancora mesi primaverili, in pochi minuti si passa dal "caldo" al freddo e può perfino nevicare. Le giornate invece sono già molto lunghe, la luce è presente dalle 6 del mattino fino alle 9 di sera.


L'esperienza fotografica con Fujifilm si è rivelata molto divertente, coinvolgente e sotto alcuni aspetti anche impegnativa.
Abituarsi al funzionamento della fotocamera è abbastanza semplice ma non è immediato e richiede studio e pratica. Inoltre la X-H2S è estremamente sensibile alle regolazioni e ai settaggi ( decisamente troppo per i miei gusti ), e bisogna trafficare spesso fra le voci del menu, alcune delle quali sono un po' "nascoste" e bisogna fare pratica ed esperienza per riuscire a trovarle con prontezza a colpo sicuro. La mancanza di un doppio tasto frontale personalizzabile si è fatta un po' sentire, il secondo tasto personalizzabile rimane troppo nascosto e scomodo per essere utilizzato, così come il tasto di sgancio dell'ottica che è davvero molto incassato e scomodo.
Per il resto la X-H2S è fatta molto bene, si impugna saldamente e comodamente, e il mirino e' bello, grande, luminoso e abbastanza realistico, e al 500 F5,6 hanno finalmente messo un piedino decente, utile per il trasporto ( anche se mancano ancora un paio di centimetri di lunghezza). E probabilmente al posto del classico tappo di plastica ( enorme, non praticissimo e facile da smarrire ) sarebbe stato più comodo un cappuccio morbido a strappo.
La qualità è molto buona, e il colore dell'obiettivo è molto particolare, l'anello verde sul paraluce garantisce quel tocco in più che lo rende unico e inconfondibile. Il materiale però non mi ha convinto del tutto, mi sembra un po' "delicato"e tende un po' troppo a segnarsi e a sporcarsi, bisogna trattarlo con molta cura, ma non sempre è possibile, soprattutto in un contesto impegnativo come quello della Patagonia o anche in contesti sportivi e dinamici.


Dopo oltre vent'anni di fotografia naturalistica, paesaggistica e sportiva, nei quali ho avuto la fortuna di scattare con tutto il meglio che ci fosse sul mercato, sono arrivato alla mia personale conclusione che a livello amatoriale evoluto ed esigente, sistemi fotografici intelligenti e di qualità come quello di Fujifilm ( o come può essere quello micro 4/3 ) sono di gran lunga preferibili a sistemi Full Frame e APSC di Canon Sony e Nikon, soprattutto nella fotografia naturalistica.
Questi sistemi pratici e intelligenti, come quello di Fujifilm APSC, permettono di farsi un corredo completo, pratico, luminoso e di grande qualità, con una spesa, un ingombro e un peso decisamente inferiore, e permettono di realizzare fotografie molto valide e gradevoli con una grande attenzione all'aspetto della colorimetria. I corredi Full Frame con supertele luminosi e fotocamere veloci costano cifre esagerate e ingiustificate, sono ingombranti e pesanti, scarsamente sfruttabili, e alla fine sfornano immagini a mala pena e non sempre distinguibili rispetto a un ottimo corredo APSC come quello di Fujifilm o a un ottimo corredo luminoso micro 4/3.
Personalmente poi ormai scatto sempre più di frequente solo in JPEG, tranne nelle situazioni di luce più complesse e difficili, e appunto nel wildlife, per motivi pratici, di tempo, di spazio, ecc..
Non mi piace passare dieci ore al giorno davanti al PC a stravolgere le foto che ho scattato, e soprattutto detesto utilizzare software con AI per "migliorare" le foto ( in realtà alterarle in maniera innaturale, spesso con risultati finali orribili a causa degli artefatti, e a maggior ragione trovo assurdo alterare e falsificare lo sfondo). In particolare trovo che sia una contraddizione, una incongruenza che ha dell'assurdo, rendere articifiali e innaturali fotografie scattate prettamente in contesti naturali.


Per quanto riguarda la cura dei colori Fujifilm è certamente ai primi posti, forse assieme ad Olympus/OM System, o forse addirittura al primo posto assoluto.
Effettivamente i colori delle foto che ho scattato sono la cosa che più mi ha colpito e sorpreso positivamente in tutta la mia esperienza.
Ma in realtà è stata proprio la qualità di immagine in generale ad avermi impressionato.
Ho trovato i file della X-H2S estremamente reali, naturali, neutri, senza dominanti, con una cura straordinaria del colore e dei dettagli. I 26mpx permettono crop molto spinti, molto più di quanto mi aspettassi, e sono molto malleabili in post produzione.
Mi ha sorpreso positivamente anche la tenuta ISO del sensore, che ho trovato pienamente utilizzabile e gradevole fino a 12.800 ISO in tutte le condizioni di luce, e la gamma dinamica, veramente notevole, che permette dei recuperi importanti e assieme alla colorimetria azzeccata permette di scattare immagini davvero belle e accattivanti.
Sotto questo aspetto ritengo, e non ho dubbi a riguardo, che il sistema Fujifilm sia in assoluto il migliore fra i sistemi APSC.
Ho utilizzato varie fotocamere APSC di altri brand, e nessuna è paragonabile alla X-H2S, né per qualità costruttiva, né per qualità di immagine, né per l'offerta del parco lenti dedicato.


Oltretutto la X-H2S è la prima ed unica mirrorless APSC stacked, sportiva e professionale, sul mercato già da quattro anni. Infatti a livello professionale, e nei più grandi eventi sportivi mondiali, Fujifilm è l'unica mirrorless APSC presente. E la X-H2S è l'unica mirrorless APSC che permette di scattare con otturatore elettronico in contesti dinamici senza il problema del rolling shutter.
Non a caso a livello professionale è facile trovare ancora delle Canon 7D o 60-90D, delle Nikon D500 e delle Sony A77, mentre di mirrorless APSC non vi è neppure l'ombra a parte proprio quelle di Fujifilm.


Per quanto riguarda la qualità di immagine, rispetto ad esempio alla Canon R7, la Fujifilm X-H2S è superiore, sia nel JPEG che è molto più bello,curato e reale, sia nel RAW. Inoltre la X-H2S rispetto alla R7 ha un vantaggio di circa 1 stop sulla tenuta ISO e sempre di 1 stop, abbondante, anche sul recupero delle sotto esposizioni e il suo parco lenti è decisamente più completo, vasto ed importante. Inoltre è costruita molto meglio, e ha un mirino di fascia nettamente superiore.
Con un sensore così valido e generoso anche il 500 F5,6 trova il "terreno" ideale per esprimersi al meglio, e si distingue per la nitidezza molto elevata su tutto il fotogramma, già a tutta apertura, e per uno sfocato davvero molto piacevole, quasi pastoso.
Rispetto al sistema Fujifilm GFX medio formato, e alla GFX 100 II col GF 500 F5,6, ho riscontrato una certa differenza nei file e nelle foto. La GFX 100 II sforna immagini molto accattivanti, dall'aspetto moderno, super nitide e tridimensionali, ma forse un po' troppo "digitali" per i miei gusti. Invece le foto della X-H2S le trovo più "semplici" e spontanee, con un po' più di "pasta".
Questione di gusti ... In ogni caso le foto sono sempre molto belle.
Secondo me, aria e luce permettendo, sul 500 ci si potrebbe montare anche il TC 1,4x mantenendo un'ottima nitidezza, arrivando ad F8 che è un valore ancora molto spendibile di giorno. In questo modo si potrebbe contare su una spinta ulteriore per poter fotografare anche i rapaci più lontani.
L'avifauna è infatti il terreno di "caccia" preferito di questo 500 F5,6, anche per via dell'angolo di campo piuttosto estremo che corrisponde ad un 750mm su Full Frame.
Si può comunque utilizzare con grande soddisfazione anche per fotografare animali selvatici nella caccia fotografica itinerante, fino a tramonto inoltrato potendo scendere con i tempi. Se invece occorre tenere tempi veloci per fotografare soggetti in movimento ( avifauna e sport ) ovviamente serve una luce quantomeno accettabile, altrimenti bisogna ricorrere al XF 200 F2.


Prima di partire pensavo, e speravo, di poter immortalare anche qualche scorcio di paesaggio, qualche particolare interessante o qualche vetta innevata, considerati anche gli spazi aperti e abbondanti della Terra del Fuoco, ma poi giunto sul posto mi sono reso conto che l'angolo di campo è davvero molto estremo, e soprattutto difficilmente sfruttabile a causa del disturbo da calore nell'aria davvero elevatissimo e presente costantemente dall'alba fino al tramonto. Questa turbolenza ha avuto un impatto negativo anche nella fotografia degli uccelli, soprattutto quelli in volo a distanza medio lunga, ed è stata fortemente limitante.
La X-H2S col 500 sono stati miei compagni di viaggio per alcune settimane nei territori più incredibili e meravigliosi della Patagonia Cilena e durante le lunghe giornate primaverili ho avuto modo di conoscerli a fondo.
In verità siccome ci tenevo molto a provare e a capire a fondo il sistema Fujifilm XF APSC, mi sono procurato anche una X-S20 col XF 90 F2.
Ho scelto la X-S20 perché è un po' più moderna e ne ho sempre sentito parlare molto bene, anche in merito all'autofocus.
Dopo varie prove e confronti sia in avifauna sia negli eventi sportivi anche indoor con poca luce, la X-H2S si è rivelata ,come immaginavo, nettamente più performante e adatta alla fotografia dinamica rispetto alla X-S20.
Con la X-H2S la percentuale di foto a fuoco è superiore, l'autofocus lavora meglio, soprattutto in combinazione con la raffica e la fluidità del mirino, e l'ergonomia del corpo, compresi tasti e ghiere, è nettamente superiore.
La X-S20 si è rivelata comunque una fotocamera con tanta "birra", limitata solamente dalla presenza di un joystick striminzito, quasi inutilizzabile, e dall'assenza dei tasti direzionali. La sua qualità di immagine è simile a quella della X-H2S ma con delle piccole differenze.
A livello di JPEG e di colorimetria preferisco la X-H2S perché la trovo più naturale e neutra, senza dominanti, e anche ad alti ISO secondo me la X-H2S ha qualcosa in più... mentre forse in quanto a gamma dinamica e pulizia a bassi ISO la X-S20 riesce a fare un filino meglio. Ma entrambe offrono una grande qualità e mi hanno ricordato la GFX 100 II per la capacità di tenere in gamma luci e ombre e per il recupero delle sotto esposizioni anche in condizioni di luce difficile, mantenendo una colorimetria impeccabile e un dettaglio elevato.


Nei tanti giorni consecutivi trascorsi con la fotocamera nelle mani non tutto è filato liscio, non sono state solo rose e fiori, e ho riscontrato alcuni punti deboli.
L'aspetto meno piacevole che ho rilevato e che avevo già riscontrato in parte nella mia esperienza con la GFX 100 II è il comportamento dell'autofocus in determinate situazioni. Il problema principale secondo me, comune a tutti i corpi Fujifilm, è la "lentezza" nel passare da un piano di fuoco all'altro, da vicino a lontano.
I firmware talvolta possono apportare qualche miglioria nel funzionamento di una fotocamera ma non possono certamente stravolgerne il comportamento. Il mio motto è questo : " se una fotocamera va bene, deve andare bene subito, sempre e comunque", al netto dei firmware e delle regolazioni o dei settaggi.
Questa mancanza di reattività dell'autofocus talvolta mi ha fatto un po' "imbestialire", soprattutto mentre stavo fotografando rapaci in volo e all'improvviso mi si posava a breve distanza un passeriforme. In questi frangenti la fotocamera impiegava parecchi secondi, talvolta anche dieci, per riuscire ad individuare il soggetto vicino e metterlo a fuoco. Alcune volte ho perso gli scatti. La stessa cosa vale al contrario, ossia per passare da un soggetto vicino ad un soggetto lontano. Questa "lentezza" aumenta al calare della luce e nelle giornate grigie con poca luce.
Per certi versi l'autofocus continuo di Fujifilm mi ricorda un po' quello delle fotocamere micro 4/3 precenti alla OM1, è un buon autofocus ma inizia ad accusare l'età, dando l'impressione di essere un po' troppo "macchinoso", gli manca elasticità.
Anche durante le raffiche e l'inseguimento dei soggetti tende a perdere qualche colpo, soprattutto se lo sfondo è disturbato o lo diventa improvvisamente.
Il riconoscimento dei soggetti e/o dei volti e degli occhi secondo me è organizzato in maniera un po' troppo complessa, andrebbe semplificato e messo tutto nella stessa pagina del menu ( questo è fattibile via firmware).


Nel complesso si tratta di un buon sistema di autofocus soprattutto se lo si considera in ottica amatoriale e di un appassionato di fotografia naturalistica. Bisogna un po' accettare di poter perdere qualche foto ogni tanto... non è la fine del mondo, e non succede "nulla".
A livello professionale il discorso è più complicato, e per i generi dinamici e sportivi potrebbero insorgere dei problemi.
Anche il riconoscimento dei soggetti e dei visi/occhi è un po' troppo nervoso, salta di continuo da un occhio all'altro facendo un po' quello che vuole, e ogni tanto ha qualche colpo a vuoto.
L'autofocus è sostanzialmente l'unico neo che ho trovato nel sistema Fujifilm, anche perché c'è da dire che sono abituato a scattare con il meglio che ci sia sul mercato, con fotocamere ammiraglie di ben altra fascia di prezzo, e quindi i miei riferimenti sono altissimi così come le mie aspettative.
( In verità spesso mi sono alterato e spazientito anche per un altro motivo, e cioè per le tempistiche e le modalità del risveglio della fotocamera, che quando va in standby spesso sembra proprio non volersi risvegliare, bisogna "martellare" ripetutamente il tasto di scatto... Certe volte, poche, si risveglia quasi subito, ma il più delle volte non ne vuole sapere. Anche questa cosa è da rivedere profondamente ).
Per evitare fraintendimenti la X-H2S di per sé non è affatto scarsa come autofocus, e la preferisco senza nessun dubbio a qualsiasi altra APSC ( Canon R7, Sony A6700, Nikon Z50 ecc....) proprio perché, anche a fronte di un keeper rate similare o magari un filo inferiore, la X-H2S è una ammiraglia mentre le altre sono fotocamere amatoriali, di fascia medio bassa e inoltre con la X-H2S posso scattare con otturatore elettronico e ho un bel mirino, con tutte le altre no.
Allo stesso modo, in ambito sportivo, naturalistico e dinamico, preferisco senza alcun dubbio la X-H2S a tantissime fotocamere Full Frame della stessa fascia di prezzo,sempre per i motivi citati sopra.


Certamente se faccio un confronto fra ammiraglie sportive, allora la X-H2S la colloco per ultima dopo Canon R1 R3 R5ii, dopo Nikon Z8 Z9, dopo Sony A1 A9 e dopo Olympus OM1.
Tuttavia però, per concludere, ci tengo vivamente a specificare ( sperando che sia di buon auspicio e che gli ingegneri e i tecnici di Fujifilm in Giappone passano ascoltami e mettersi all'opera ) che se Fujifilm con la X-H2S Mark II riuscisse a riprogettare e a sistemare come si deve il sistema di autofocus e a rendere la fotocamera più reattiva, sarebbero "dolori" per tutti gli altri. Soprattutto se poi dovesse tirare fuori un teleobiettivo lungo e luminoso come un 400mm F2,8, che di fatto è l'unica mancanza "importante" nel sistema ( assieme forse a quella di un 70mm e di un 135mm super luminosi ).
A quel punto, considerando che i prezzi del sistema Fujifilm APSC sono nettamente inferiori a quelli del Full Frame, quasi a livello di quelli del micro 4/3, considerando che i pesi e gli ingombri sono nettamente inferiori a quelli del Full Frame, quasi a livello di quelli del micro 4/3, considerando che la qualità di immagine ( tenuta ISO e gamma dinamica ) è superiore a quella del micro 4/3 e molto vicina a quella del Full Frame, e considerando che i JPEG ( molto utili e talvolta indispensabili sia a livello amatoriale che professionale) sono tra i più belli in assoluto come colori, ecco che il sistema Fujifilm potrebbe diventare una prima scelta in assoluto sia a livello amatoriale sia a livello professionale.





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