Nel cuore di Sasso Fratino
Nel cuore di Sasso Fratino, testo e foto by
Sara Stojkovic. Pubblicato il 28 Agosto 2025; 10 risposte, 1794 visite.
L'11 agosto 2025 ho avuto il privilegio di percorrere uno dei tracciati interni della
Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino, nel cuore del Parco nazionale delle
Foreste Casentinesi. È stata la prima volta che il mio progetto viene aperto all'interno di questo
scrigno di biodiversità grazie alla collaborazione con il Reparto Carabinieri Biodiversità
di Pratovecchio per il progetto “Se mi guardi esisto”. Di seguito racconto la storia e l'emozione di
quest'esperienza, intrecciandola con alcune informazioni per comprenderne il valore.
- Sasso Fratino: un patrimonio da custodire.

Sasso Fratino è una foresta vetusta che si estende per circa 765 ettari sul versante romagnolo del
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Istituita nel 1959 per volontà
dell'allora amministratore forestale Fabio Clauser, è stata la prima
riserva naturale integrale d'Italia e oggi fa parte della rete delle 130
riserve statali gestite dai Carabinieri. La foresta accoglie alberi
monumentali di faggio e abete bianco che superano i quattro secoli di età, con diametri di oltre un metro.
La sua eccezionale integrità ha portato nel 1985 al conferimento del Diploma Europeo delle Aree Protette e nel 2017 all'inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO come parte
delle “Foreste primordiali dei Carpazi e di altre regioni d'Europa”.
L'area è classificata come riserva naturale integrale secondo la IUCN e la conservazione assoluta è la sua missione:
ogni elemento dell'ecosistema, dalle piante agli animali, dall'acqua alle rocce, deve essere tutelato. L'accesso è quindi rigidamente regolamentato: solo per motivi di studio, educazione o vigilanza, e sempre accompagnati da carabinieri forestali esperti.
La visita in compagnia del Reparto Biodiversità di Pratovecchio è stata dunque un'occasione rarissima.
- Carabinieri Forestali e sorveglianza del parco
Il Parco nazionale affida al Reparto Carabinieri Parco Nazionale “Foreste Casentinesi” la sorveglianza territoriale e il supporto tecnico.
Questo reparto, inserito nel Comando Regione Carabinieri Forestali “Toscana”, dirige dieci strutture tra distaccamenti e nuclei
per garantire la tutela quotidiana dell'area.
Le riserve più delicate, come Sasso Fratino e le riserve biogenetiche casentinesi, sono gestite direttamente dal Reparto Biodiversità di Pratovecchio.
La presenza dei Carabinieri non è
solo di controllo: grazie a loro e agli enti scientifici si promuovono studi, ricerche e divulgazione
per far conoscere il valore della foresta.

- Il progetto “Se mi guardi esisto”.
“Se mi guardi esisto” è un reportage fotografico e videografico.
Un documentario sulla vita.
Il progetto è un viaggio che vuole celebrare la bellezza della vita: un percorso ambizioso e itinerante che si snoda tra paesaggi e natura, con
tappe ben definite.
Il voler mostrare la bellezza in tutte le sue
forme e dimostrare che un problema può diventare un'opportunità.
La mia fotografia è rivolta a chi vive con amore e consapevolezza e a chi si prende cura dei più sfortunati, sia in ambito umano sia
animale; l'obiettivo è mostrare la bellezza di questi gesti non nella disperazione ma nella felicità.
Grazie alla collaborazione con i Carabinieri, ho potuto portare le mie lenti anche all'interno di Sasso Fratino.

- Il percorso dell'11 agosto 2025.
Nel silenzio di una giornata estiva abbiamo attraversato un sentiero normalmente precluso al pubblico.
Ad accompagnarci c'era un carabiniere del Reparto Biodiversità, Brigadiere Alessio Antonelli, con il quale ho condiviso curiosità e rispetto per ogni dettaglio del bosco.
Insieme a me, ho avuto il piacere di portare la mia collaboratrice e assistente Alice Mattiello per affiancarmi nel lavoro e ho potuto dare la possibilità di accompagnarci, tramite la formula “Follow my step” del
progetto “Se mi guardi esisto”, due persone molto speciali per me; poiché amici di lunga data e anche investitori e clienti del progetto stesso: Martina Bertolini e Andrea Bani.
Lungo il percorso i maestosi faggi e abeti bianchi torreggiavano sopra di noi; alcuni di loro hanno superato i cinque secoli di vita.
Fra tronchi caduti e legno in decomposizione, la foresta mostrava l'intero ciclo vitale degli alberi: qui l'uomo non interviene, ed è proprio il legno morto che permette lo sviluppo di microrganismi, funghi e insetti.
Procedevamo in fila, seguendo i suggerimenti del brigadiere. Ogni tanto si apriva una radura dalla quale filtrava la luce; il profumo di muschio e foglie umide riempiva l'aria. Il brigadiere Alessio Antonelli ci spiegava come la biodiversità qui sia straordinaria: oltre 20 specie endemiche
dell'Appennino, più di 81 specie di muschi e licheni e un inventario di 544 specie fungine, alcune scoperte per la prima volta proprio a Sasso Fratino. Si parlava del gatto selvatico, dei lupi che predano cervi e caprioli e delle numerose specie di chirotteri che popolano le
cavità degli alberi.
Non abbiamo visto grandi animali, ma abbiamo notato tracce e
ascoltato il canto degli uccelli tra le chiome.
Rallentando il passo, mi sono lasciata avvolgere dalla dimensione “primordiale” di questa foresta.
Pensavo alle faggete che hanno resistito per secoli agli eventi storici, come raccontato da QN Itinerari: i faggi di Sasso Fratino erano già arbusti quando Leonardo dipingeva la Monna Lisa, e oggi sono tra i più antichi d'Europa. Nel 1959 fu la visione di Fabio Clauser a salvare questo lembo di foresta da un piano di taglio; da allora i Carabinieri, proseguendo l'opera del Corpo Forestale, custodiscono il sito con cura e per questo l'accesso è assolutamente precluso, mentre è possibile visitare solo l'ampia area circostante.
Essere qui rappresentava quindi una responsabilità, oltre che un onore.

- Riflessioni personali e conclusioni.
L'esperienza a Sasso Fratino mi ha ricordato quanto siamo piccoli davanti alla longevità della natura e quanto sia importante vedere per riconoscere – il messaggio al centro di “Se mi guardi esisto”.
Guardare significa concedere spazio all'esistenza dell'altro: che si tratti di un albero secolare, di un fungo raro o di una persona che lotta per la tutela di questi luoghi.
Camminando al fianco del Carabiniere, ho compreso il significato profondo del loro lavoro di sorveglianza e tutela:
proteggono la foresta, ma anche ne diffondono la conoscenza.
Portare questa esperienza nel mio blog, come prima testimonianza per questa nuova avventura del progetto, significa raccontare una storia di collaborazione.
Senza l'impegno del Reparto Biodiversità e l'apertura del progetto “Se mi guardi esisto”, non avrei mai potuto entrare
nel cuore della riserva.
Scrivere di Sasso Fratino significa contribuire alla sua difesa, perché come
ricorda il ministro Gilberto Pichetto Fratin nel recente convegno per i 40 anni del Diploma europeo, la gestione condivisa e sostenibile di questi patrimoni naturali è un dovere verso le nuove generazioni.
In un mondo affaticato da crisi ambientali, raccontare la bellezza intatta di Sasso Fratino e gli sforzi di chi la preserva è un atto d'amore.
Se anche solo una persona leggendo questo racconto
sentirà il desiderio di proteggere ciò che ci circonda, avrò raggiunto l'obiettivo che dà senso sia al mio blog sia al progetto “Se mi guardi esisto”.

- Verso il documentario: evoluzione del progetto.
Il progetto “Se mi guardi esisto” continua a crescere e a prendere nuove forme. Oltre al percorso fotografico, si è avviato anche un importante sviluppo sul lato documentario?video: ad aprile inizieranno le riprese (in Africa, precisamente in Kenya) della puntata pilota di una serie di episodi
che daranno vita a un documentario narrativo.
Questa evoluzione nasce dal desiderio di raccontare le storie e le emozioni della natura attraverso il linguaggio audiovisivo, portando lo
spettatore ancora più vicino ai luoghi e alle persone coinvolte.
E sono onorata di poter inserire anche una parte tutta Italiana, ovvero Sasso Fratino come una delle puntate che poi verranno trasmesse al pubblico.

- Una dedica a Gabriele Fanetti.
Desidero dedicare questo reportage a Gabriele Fanetti, amico e mentore scomparso da poco.
Gabriele, titolare dello storico negozio Foto Moderna di Siena, è stato un punto di riferimento per fotografi professionisti e amatori.
A lui devo l'inizio della mia avventura fotografica:
negli ultimi dieci anni mi ha sostenuta, spronata e coccolata, credendo nelle mie capacità anche quando ancora non sapevo distinguere tra una macchina fotografica e l'altra.
Chi lo conosceva lo ricorda come una vera e propria istituzione del mondo dell'immagine, sempre pronto a condividere la sua passione e a sostenere i sogni di chi voleva fare della fotografia un mestiere.
La sua disponibilità, la lungimiranza e la capacità di coniugare tradizione e nuove tecnologie hanno lasciato un segno indelebile.
Per me Gabriele è stato un faro di speranza, di ambizione e di amore, un compagno di viaggio che porterò sempre con me.
Dedico a lui questo percorso in Sasso Fratino, con la promessa di
continuare a coltivare la sua eredità: credere nella bellezza delle immagini e nella possibilità che la fotografia offra sempre nuove opportunità.
Risposte e commenti
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| inviato il 28 Agosto 2025 ore 9:50
Un articolo interessante, scritto in maniera chiara. Fa parte di un bellissimo progetto !! Una particolarità della riserva integrale di Sasso Fratino è che si estende quasi in verticale, sul contrafforte che precipita vertiginosamente per 6-700 metri dal crinale che fa da spartiacque tra la Toscana e la Romagna Mi dispiace per Gabriele non lo sapevo |
| inviato il 28 Agosto 2025 ore 10:43
Ciao Matteo! Sono felice che ti piaccia! La visita al parco è stata bellissima e per me un vero privilegio. Si, purtroppo Gabriele non è più tra noi |
| inviato il 28 Agosto 2025 ore 11:12
Ottimo, ci sono passato sempre solo di striscio ovviamente non avendo autorizzazioni. Tutelare questi posti e condividerne le ragioni e' sicuramente positivo in un mondo dove lo sfruttamento da parte dell'uomo e' considerato di primaria importanza. Un appunto sulle foto, belle: avrei osato anche qualche scatto con tele per isolare parti di quegli splendidi alberi, ma magari ci sono e non le hai messe. Comunque ottimo lavoro. Un dispiacere per Gabriele, aveva uno dei non molti negozi cosi forniti in Toscana. A titolo di mera curiosita', l'attivita' verra mantenuta? |
| inviato il 28 Agosto 2025 ore 12:33
Grazie per il tuo messaggio. Apprezzo anche i consigli che dici. Si, ci sono delle foto con tele e non ho volutamente messe perché faranno parte di una collezione per le mostre. Cercando di dare unicità. Il negozio ad oggi non si sa niente della sua continuità. Ad oggi, essendo una ditta individuale, è ufficialmente chiuso. Quello che vorrà fare la famiglia, lo sapremo nel futuro. |
| inviato il 28 Agosto 2025 ore 22:27
posto straordinario e progetto molto interessante. Con gli alberi e i boschi ci ho sbattuto fotograficamente parlando, una cosa che ti consiglierei è di non scattere in bosco col sole, troppe ombre e dominanti strane soprattutto con i verdi, molto meglio un cielo nuvoloso con anche una leggera pioggia, poi tutto può straci grazie dell'articolo |
| inviato il 28 Agosto 2025 ore 22:35
Ciao! Si, concordo con il tuo consiglio ma purtroppo quando faccio questi interventi, sono appuntamenti con i carabinieri e mi danno giorni risicati con il clima che trovo. Niente elasticità, a meno che non ci sia neve o maltempo che portano incontro a pericoli particolari. Quindi, devo tirare fuori il meglio da ciò che riesco in quel momento. |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 7:34
Belle foto, Sara! Sasso Frattino lo sfioro quasi tutte le volte che vado a zonzo da quelle parti. Lo guardo da lontano, cercando di vederlo da fuori, ben sapendo il valore e l'impossibilità (morale) di entrarci. La foresta so bene quanto sia difficile da fotografare, alberi maestosi ti si parano davanti, e non hai modo di farli entrare nel frame. Se ce la fai, poi a casa ti sembrano “meh”… Per chi va, portatevi un buon polarizzatore. Quando vedo della pubblicità per la riserva, mi divido sempre tra lo essere felice perché merita di essere conosciuta e il timore che, magari in buona fede, pensando “che succede poi se ci vado solo io”, le persone comincino a ignorare i divieti e a violarla. A coloro che saranno attratti dal posto posso solo dire che le zone circostanti Sasso Frattino (sarà può confermare), sebbene non abbiano la ricchezza e l'afflato selvaggio della riserva, fotograficamente regalano situazioni veramente molto simili. Non è necessario quindi violare la riserva, basta avere un po' di gamba e girare per le foreste,. Scendendo alla Lama dal rifugio Fangacci, magari, girando un po' per la foresta e la zona umida e risalendo dagli scalandrini, oppure verso la Crocina. Sono 700 metri di dislivello, ma li valgono tutti! |
| inviato il 29 Agosto 2025 ore 7:45
Ciao Leo! Si, esattamente è come dici tu! La foresta Sasso Fratino non deve essere violata in alcun modo. Deve essere preservata e tutelata. Intorno alla foresta è possibile vedere le solite cose in sentieri decisamente meno pericolosi e più accessibili. |
| inviato il 04 Settembre 2025 ore 22:05
un posto affascinante e un bel reportage fotografico! non è facile fotografare i boschi... le prime due le mie preferite! |
| inviato il 04 Settembre 2025 ore 23:18
Grazie mille. No, non è facile per niente. È stato molto difficile per me. Ma ci ho messo tutta me stessa :-) |