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Recensione Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art


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Recensione Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, testo e foto by Juza. Pubblicato il 27 Maggio 2025; 9 risposte, 8062 visite.


Sigma è sempre stato uno dei mie marchi preferiti per le ottiche Macro: ho scattato per tantissimi anni col Sigma 180mm Macro f/3.5, e naturalmente ero curioso di provare il più recente macro proposto per mirrorless, il Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art.

Questa ottica, disponibile per Sony e L-Mount, promette l'eccezionale qualità d'immagine che ci si può aspettare dai macro Sigma abbinata a dimensioni più contenute rispetto ai 180mm: vediamo com'è andata la mia prova!






Costruzione e funzionalità

Il Sigma 105 DN Macro ha dimensioni abbastanza compatte; con 710 grammi di peso e 13 centimetri di lunghezza non sarà mai un problema portarselo dietro, ed è ben più maneggevole rispetto ai 180mm a cui sono abituato.

La qualità costruttiva è professionale, in linea con le ottiche Sigma serie Art; è robusto e tropicalizzato. Buona parte del barilotto è occupato da un'enorme ghiera per la messa a fuoco manuale: si tratta di un obiettivo che verrà utilizzato più spesso in manual focus che in AF, quindi una messa a fuoco di precisione è essenziale. Come sulla maggior parte delle ottiche moderne, utilizza sistema focus by wire, quindi anche la messa a fuoco manuale avviene utilizzando il motore AF (la ghiera di fuoco non è collegata fisicamente alle lenti).



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 1/160 f/11.0, ISO 1600, mano libera.

Una seconda ghiera permette di regolare manualmente il diaframma, mentre sulla sinistra dell'obiettivo troviamo il classico selettore AF/MF, un pulsante AF-lock e un limitatore di messa a fuoco che permette di scegliere tra 0.29-0.50 metri, 0.50 metri - infinito oppure l'intera gamma di distanze. Infine, in dotazione con l'obiettivo troviamo un ampio paraluce che aumenta significativamente le dimensioni, ma aiuta a proteggere la lente frontale e a ridurre i riflessi.

L'autofocus è relativante veloce (per essere un'ottica macro); ovviamente non ai livelli di un obiettivo non-macro perchè deve mettere a fuoco su una gamma di distanze molto più ampia, ma comunque molto migliore rispetto ai macro degli anni precedenti. Utilizza un motore AF USM ed è leggermente più rumoroso di quanto siamo ormai abituati dalle ottiche moderne; in ambito fotografico comunque non è un problema, mentre in video si potrebbe sentire il rumore del motore autofocus se ci troviamo in ambienti molto silenziosi.

La macro è comunque un genere fotografico dove si utilizza quasi sempre il manual focus; l'AF però può servire se ci si trova nell'impossibilità di montare il treppiede, se si cerca di fare macro "d'azione", oppure nel focus stacking, dove la fotocamera andrà a variare rapidamente la messa a fuoco nel corso di una serie di scatti.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 1.6 sec f/11.0, ISO 100, treppiede.

Non c'è stabilizzazione d'immagine (a differenza del suo predecessore che era stabilizzato); in caso di necessità possiamo comunque appoggiarci allo stabilizzatore in-camera presente sulla maggior parte delle mirrorless recenti. Ma anche in questo caso, in genere si prediligerà uno scatto lento e ben ragionato, effettuato con la fotocamera su treppiede. Quando si scatta a mano libera, bisognerà fare particolare attenzione ai tempi, dato che nella macro ogni minimo movimento è amplificato.

Non è presente il collare per treppiede, caratteristica che apprezzo tantissimo sui macro con focale più lunga, non solo per una questione di bilanciamento (non necessario sul 105, che è abbastanza piccolo e leggero) ma soprattutto per la possibilità di cambiare rapidamente l'angolazione della fotocamera senza dover muovere la testa del treppiede.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 1/100 f/11.0, ISO 800, mano libera.



Qualità d'immagine

Ho testato il Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art sulla Sony A7r III, fullframe da 42 megapixel; ho scattato foto a tutti i diaframmi per capire qual è quello che offre la resa migliore e quando comincia a vedersi l'impatto della diffrazione. E' importante ricordare che quest'ultima non è un difetto dell'obiettivo, ma è una conseguenza fisica della chiusura del diaframma ed è presente su qualsiasi ottica; oltre un certo diaframma chiudere ulteriormente darà sì una maggiore profondità di campo, ma si perderà dettaglio fine a causa della diffrazione. Vediamo come sempre i ritagli al 100% dal file RAW (a destra ritaglio dal centro, a sinistra dall'angolo):




Al centro si raggiunge già la massima nitidezza a f/2.8; c'è solo un leggerissimo miglioramento a f/4 e f/5.6, appena percettibile in studio e del tutto invisibile sul campo. La qualità si mantiene ottima fino a f/8; a f/11 c'è un leggero calo dovuto alla diffrazione, ancora più accentuato a f/16, ma anche questi diaframmi rimangono utilizzabili. A f/22 c'è un crollo (sempre a causa delle diffrazione), ed eviterei questo diaframma, perlomeno su sensori da 40MP e oltre, mentre su 24 MP potrebbe essere ancora accettabile.

Negli angoli, a f/2.8, la nitidezza è discreta ma non eccezionale; diventa molto buona a f/4 e perfetta a f/5.6 e f/8, dopodichè segue lo stesso andamento del centro, con un progressivo calo dovuto alla diffrazione.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 0.6 sec f/11.0, ISO 100, treppiede.

Nel complesso, la qualità è eccellente; risolve perfettamente il sensore da 42MP e penso che sarebbe altrettanto ottimo anche su 60 MP.



Sul campo

La scelta del diaframma da utilizzare è di fondamentale importanza nella macro: viste le ridottissime dimensioni dei soggetti, diaframmi troppo aperti darebbero una profondità di campo insufficiente; tuttavia, bisogna resistere anche alla tentazione di chiudere moltissimo il diaframma, altrimenti l'impatto della diffrazione peggiorerà significativamente la qualità d'immagine.

Vedendo i risultati dei test, ho scattato quasi sempre a f/11: pur dando un dettaglio leggermente meno inciso rispetto a diaframmi più aperti, la qualità è ancora molto buona e nel complesso f/11 è un'ottima combinazione tra dettaglio fine e profondità di campo. In qualche caso, con soggetti molto tridimensionali, ho chiuso anche a f/16, anche se a questo diaframma la perdita di nitidezza dovuta alla diffrazione è decisamente visibile e solo in parte recuperabile tramite sharpening.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 1/80 f/8.0, ISO 400, mano libera.

Viceversa, i diaframmi aperti sono raramente utilizzati in ambito macro; personalmente non avrei esitazioni a preferire un 180mm f/4, o addirittura 180 f/5.6, piuttosto che un 105 f/2.8, e mi auguro che in futuro Sigma torni a proporre anche ottiche del genere: in questo ambito la focale lunga è più importante del diaframma aperto.

Con focale 105mm, infatti, la minima distanza di messa a fuoco di 29 centimetri si traduce in una distanza di lavoro di circa 13-14 centimetri; questa è la distanza reale tra la lente frontale e il soggetto, e col paraluce montato si riduce ulteriormente, il che obbliga a fare una certa attenzione con soggetti che potrebbero venir disturbati e scappare. Su L-Mount è possibile utilizzare i moltiplicatori di focale, il che permette di raddoppiare la distanza di lavoro e l'ingrandimento, arrivando al 2:1; come al solito su Sony questo non è possibile.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 4 sec f/16.0, ISO 400, treppiede.

La mancanza del collare per treppiede si è fatta sentire e più di una volta ho dovuto ricorrere a movimenti della testa e delle gambe del treppiede che hanno significativamente complicato inquadrare la scena, quando avere a disposizione la rotazione resa possibile dal collare per treppiede avrebbe risolto il problema in pochi istanti. Come già sottolineato, mi auguro che Sigma riproponga il collare sui futuri obiettivi macro.

Anche se solitamente preferisco scattare macro "statiche" con treppiede, per avere il massimo del dettaglio e della qualità, ho sperimentato il 105 DN anche in situazioni più dinamiche, scattando a mano libera e affidandomi all'autofocus. Quest'ultimo, pur non essenso super-scattante, si è dimostrato sufficiente per seguire il movimento dei soggetti (a patto di riuscire a centrarli col punto autofocus, o di avere una fotocamera con riconoscimento soggetto e insetti). La foto seguente è un esempio di questo genere; ho sfruttato la risoluzione 42 MP per fare un forte ritaglio, dato che con soggetti così imprevedibili e in così rapido movimento l'inquadratura sarà sempre ben più larga del necessario, anche per avere una maggiore profondità di campo che non sarebbe possibile ai massimi ingrandimenti.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 1/1250 f/8.0, ISO 1600, mano libera.

Nell'utilizzo in messa a fuoco manuale ho notato un leggero ritardo che tra il movimento della ghiera e la messa a fuoco, causato dal sistema focus by wire; non è un problema dato che quando scatto in manual focus sto fotografando soggetti statici, ma da questo punto di vista preferivo il feeling più "diretto" e immediato dei vecchi macro che avevano collegamento fisico tra la ghiera e le lenti.

Infine, ho sperimentato l'utilizzo a mano libera anche fotografando alcune specie di farfalle tropicali (allevate, all'interno di una "casa delle farfalle"). I moderni software di denoise permettono di scattare macro a 800, 1600 o 3200 ISO senza troppe preoccupazioni; tutte le foto di farfalle che vedete in questo articolo sono state scattate a mano libera, sfruttando lo stabilizzatore della fotocamera e alte sensibilità. E' importante ricordare che tempi di scatto che normalmente non causerebbero micromosso diventano critici nella macro: uno spostamento millimetrico è sufficiente per avere la foto completamente mossa; con focale 105mm e stabilizzatore consiglio di stare su tempi di almeno 1/125 o più rapidi, e anche così il rischio di mosso è sempre in agguato.

Un altro accorgimento importante nell'uso a mano libera è scattare a raffica: in questo modo si aumentano le possibilità che almeno una foto sia priva di mosso; in genere in una raffica di 10 o 20 foto ce n'è sempre una nitida, se i tempi sono ragionevoli.



Conclusione

Il Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art è un ottimo macro; offre la massima qualità d'immagine che si possa desiderare, anche su sensori ad altissima risoluzione. Nell'arco della mia prova, si è dimostrato adatto ad affrontare tutti i tipi di fotografia macro, dagli scatti su treppiede in manual focus a quelli a mano libera con soggetti più dinamici e autofocus.

Il prezzo, pur essendo ragionevole in rapporto alla qualità e alle caratteristiche, è molto vicino al Sony 90 Macro; quale scegliere non dipenderà quindi da una convenienza economica ma dalle caratteristiche che si prediligono: personalmente nella macro preferisco la focale più lunga possibile, quindi prenderei il Sigma, anche se la differenza non è enorme.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 1/160 f/11.0, ISO 800, mano libera.

A parte i pro e contro intrinseci nella focale 105mm (mancanza di collare per treppiede e minore distanza di lavoro rispetto a un 180 o 200mm), penso che l'unico significativo miglioramento sarebbe stato arrivare a un rapporto macro superiore all'1:1; al giorno d'oggi esistono diversi macro che anche senza tubi di prolunga o moltiplicatori arrivano al 2:1, o all'1.4:1 con autofocus (ma quest'ultimo solo nel sistema Canon RF).

Nel complesso, questo obiettivo è una solida proposta nel settore macro che conferma l'eccellenza di Sigma in questo ambito; mi auguro però che Sigma completi la sua gamma macro con anche altre focali, come faceva in passato.

Il Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art è disponibile presso i rivenditori autorizzati Sigma Italia - Mtrading.



Sony A7r III, Sigma 105mm f/2.8 DG DN Macro Art, 2 sec f/11.0, ISO 400, treppiede.



Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 27 Maggio 2025 ore 10:34

Il focus by wire su un macro è veramente una brutta sensazione. Questa generazione di macro non è stata super convincente tra questo Sigma e il Tamron 90. Io mi tengo stretto il mio Voigtlander 110…

avatarjunior
inviato il 27 Maggio 2025 ore 11:00

Come al solito precisa e chiara recensione.

Ero Indeciso tra il sigma 105 e il Panasonic Lumix S 100mm f/2.8 Macro su baionetta L mount.
Ho optato per il Panasonic nonostante il prezzo di poco superiore per via delle dimensioni esageratamente compatte (74 x 82 mm e meno di 300g) che mi tornano molto utili facendo principalmente macro senza treppiede e con flash. Inoltre la distanza di messa a fuoco dalla lente frontale al massimo ingrandimento è molto buona cosa che mi consente di non stare troppo a ridosso dei soggetti.
Purtroppo anche io non amo il focus by wire delle moderne ottiche macro come Ares982.



avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2025 ore 13:41

Bellissima e completa recensione che te ne rende merito Juza, accompagnata da un reportage fotografico che non lascia indifferenti.

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2025 ore 14:01

Bene...grazie Juza...ho questa lente da qualche anno e devo dire che è davvero ottima;-)

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2025 ore 17:44

Meglio il Laowa 90mm f2.8.

avatarjunior
inviato il 28 Maggio 2025 ore 21:03

Bhe....cosa aggiungere ad una recensione di un ottica sigma da parte di un loro collaborateore ?
Alcune volte non sono del tutto convinto delle recensioni di Juza ( non me ne voglia male...)
Non ho mai letto una sua recensione a sfavore di un brand piuttiosto che a favore di un altro.
Capisco che questo possa potrebbe essere un grosso problema di sponsor per Juza, ma ripeto non lo trovo del tutto obiettivo.

Per una volta mi piacerebbe leggere un articolo dove confronta una canon R1, una nikon Z9 e una sony a9 II dove recensisce i prodotti senza peli sulla lingua e magari direbbe :
"...questa fotocamera è veramente peggiore di quanto ci possa aspettare ! Delusione"
Purtoppo vivendo in un mondo di perbenisti questo non lo leggeremo mai,
Ma non solo su un forum di fotografia, su qualsiasi altro forum oppure in notiziari tv i commenti veritieri di ognuno di noi.
Perché onestamente dentro di voi quanti guardano e parlando con il proprio capo dentro dentro pensano
"....ma questo ? Chi ce lo ha messo li ? Non capisce un ca....."

Comunque ottimo lavoro come sempre juza.

avataradmin
inviato il 28 Maggio 2025 ore 21:22

@ Adelmo, però se leggi la recensione mi sembra di essere stato oggettivo... non ho incensato l'ottica, ma ho parlato dei pregi (ottima qualità d'immagine e costruttiva) così come i difetti (mancanza del collare per treppiede, focale più corta di quanto preferirei, lag nel focus by wire).

Stessa cosa nelle altre recensioni, ad esempio in quella del 16-300 penso che emergano chiaramente i limiti dell'ottica, penso di essere tra i pochi che ne hanno pubblicato test dettagliati a tutte le focali, con vari diaframmi e ritagli sia al centro che negli angoli.

Poi ovviamente cerco di provare ottiche che mi piacciono e che so che vanno ragionevolmente bene, e la maggior parte delle ottiche moderne sono molto buone. Così come un commento del tipo " ...questa fotocamera è veramente peggiore di quanto ci possa aspettare ! Delusione " penso sia insensato con buona parte delle fotocamere moderne, ormai abbiamo raggiunto un livello tale che se non si riescono a fare foto buone anche con una entry level, meglio cambiare mestiere ;-)

Penso che abbia più senso una recensione che analizza i pro e contro di ciascun prodotto piuttosto che sparate sensazionalistiche del tipo " questo obiettivo fa schifo!!!"

(così come non penso di aver mai detto "questo obiettivo è perfetto"... anche del Sigma 300-600 F4 che ho testato di recente, per quanto abbia caratteristiche eccezionale, ho parlato anche dei difetti)

avataradmin
inviato il 28 Maggio 2025 ore 21:24

Meglio il Laowa 90mm f2.8.


hmm, dipende ;-) è un obiettivo manual focus... ha il vantaggio di arrivare al rapporto 2:1 che è una cosa notevole, per contro senza AF ad esempio non sarebbero state possibili (o sarebbero state difficilissime) le foto delle farfalle a mano libera di questo articolo, e anche il focus stacking diventa più complicato.

avatarjunior
inviato il 29 Maggio 2025 ore 13:23

Juza, senza offesa.
Non vorrei sembrare scortese, ma purtoppo ormai si vive in un mondo dove dire le cose come stanno oppure esprime una vera opinione si viene messi da parte, e questo mio ragionamento lo faccio a livello generale, specialmente nel mondo del lavoro.
Poi adesso ancora peggio con l avvento della AI non si capisce più nulla !
Se non sei super attento diventa difficile distinguere il faldo dalla realtà





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