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Archeologia Industriale


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Archeologia Industriale, testo e foto by Massarenti. Pubblicato il 07 Novembre 2018; 7 risposte, 2549 visite.


Spesso mi è stato chiesto di raccontare come affronto questo tema fotografico, con quali metodiche e attrezzature, cercando di inserire qualche consiglio in merito.

Tengo a iniziare con un chiaro ed inequivocabile monito che è legato alla sicurezza.
Probabilmente questa mia attenzione alla sicurezza deriva dalla professione che mi ha portato a visitare questi luoghi, nei mesi e negli anni, a decine, centinaia, tutti diversi ma con alcune costanti comuni per tutti.
Ho dovuto ascoltare, durante questo percorso tematico, diversi racconti, disavventure, incidenti che in questi luoghi hanno una certa probabilità di accadere.

La preparazione e la consapevolezza posso ridurre al minimo la possibilità che la vostra visita si trasformi in un giorno da dimenticare.
Ci si prepara per salire in montagna o navigare un torrente impetuoso, scoprire una grotta, fotografare la fauna libera. Ecco, anche in Archeologia Industriale, bisogna prepararsi.

I posti più affascinanti e fatiscenti che molti degli appassionati cercano, spesso possono risultare delle trappole pericolose, per infortuni di ogni genere e nel caso peggiore, mortali. Di seguito andrò più in dettaglio.





Altro aspetto che non posso dimenticare ed inserire tra le prime scelte del fotografo è l'essere consapevole che qualsiasi manufatto in disuso, fatiscente e abbandonato, poggia su un terreno di proprietà di qualcuno e quindi stiamo entrando in casa d'altri per scattare delle fotografie.

È più diffuso di quanto si pensi, che i locali che stiamo esplorando siano ancora sotto tensione elettrica, magari solo in alcune aree. I coperchi dei tombini possono essere stati asportati, lasciando aperte buche profonde lungo il nostro cammino. La morte per cadute all'interno di cisterne interrate sono ben presenti nelle statistiche dei decessi, in questa branca della fotografia documentaristica.
Un luogo abbandonato ha, contro la sua sicurezza e stabilità, le intemperie, cioè le piogge, il vento, il ghiaccio che minano giorno dopo giorno l'intera struttura.






Anche alcuni visitatori stessi, possono avere comportamenti poco corretti o etici, spaccando vetri o lampade che andranno a ricoprire le zone calpestabili o spostando alcuni mobili ancora presenti all'interno, mettendo in precario equilibrio una zona, una stanza, un locale dell'edificio.

Rompere le finestre o le porte, aumenta la forza che gli agenti atmosferici potranno avere sulla struttura, inoltre si creeranno dei facili passaggi per animali di ogni genere (i colombi e il loro guano).





Pozzanghere o pozze d'acqua possono nascondere ogni sorta di sgradevole sorpresa. Durante il periodo estivo ogni parte metallica, coperture, lamiere coperchi potranno essere molto caldi e conseguentemente ospitare nidi di vespe o altri pericoli.
Non è escluso, che all'interno di un sito isolato o meno, ci sia la presenza di cani randagi o persone senza tetto. Non è per forza un pericolo, ma tenetelo presente tra le possibilità di sorpresa.
Se, arrivati a questo punto cercate ancora di scattare fotografie in luoghi così suggestivi, allora non posso proprio fermarvi.

Esplorare da soli potrà essere affascinante e suggestivo, ma in compagnia è molto più sicuro.
Una torcia tascabile non deve mancare, servono un paio di guanti, per maneggiare alcune suppellettili, un casco per proteggersi dagli oggetti sporgenti e scarpe infortunistiche per evitare di forarvi un piede con chiodi o vetri infissi nel pavimento.


Nei siti molto vasti, ricchi di vani, scale ecc ecc, consiglio di lasciare un segno della vostra presenza, per avvisare chiunque e di essere presi di sorpresa da qualche altro visitatore, che come voi è solo li per fotografare, ma anche per ritrovare facilmente la via del ritorno; una tavola, una sedia rovesciata, un oggetto grande, potranno essere la vostra traccia di ritorno.
La probabile scarsità di luce consiglia l'uso di un treppiede per poter gestire l'otturatore con la massima disponibilità, accompagnato da uno scatto remoto a fili o meno.






L'idea di raccontare una storia del passato, quando quel sito era in attività con presenze umane, potrà essere aiutato con l'inserimento, nell'inquadratura, di un oggetto che ci aiuti a comprendere meglio come era.
Una scarpa, una maschera da saldatore, dei guanti, uno stivale, un vecchio calendario a muro potranno rivelarsi particolari molto utili per i nostri scatti, inseriti in un angolo del fotogramma o anche in centro, ma come semplici dettagli ritrovabili dagli osservatori dei vostri scatti grigi, ameni e pieni di desolazione e suggestione.


Anche il vostro casco, potrà rivelarsi utile, ma evitate di ostentare un D.P.I. fresco e lucente, appena uscito dal negozio (Dispositivo Protezione Individuale).
Se questa non sarà la vostra unica visita al sito, visto che potreste tornarci, in una successiva esplorazione, pensate a condizioni meteo diverse, orari diversi così da poter cogliere maggiori occasioni di successo per le vostre foto.
Fotografarlo col sole o in una giornata grigia di pioggia, portrà cambiare completamente il risultato finale.

Cercate di far rivivere quel sito come quando era attivo, con persone che lo abitavano o vi lavoravano, raccogliendo ogni frammento attraverso la vostra fotocamera, dove avrete modo di immortalare oggetti che possono apparire banali, ma che raccontano una storia, come ad esempio i locali caldaia, o i servizi igienici, gli spogliatoi con tanto di calendari, crocefissi ancora.







Riuscire ad impostare una rappresentazione fotografica capace di esibire il più chiaramente possibile il tipo di luogo che abbiamo fotografato, dovrebbe essere il tema principale della nostra avventura.

Non sempre si riesce a trasmettere all'osservatore, anche attraverso numerosi scatti, che ci troviamo all'interno di una Chiesa sconsacrata, tra i banchi e i confessionali, vecchi libri e qualche piccolo oggetto.

La scalinata di un hotel, una volta famoso, l'angolo bar con tanto di pianoforte e le bottiglie e i bicchieri, ormai spezzati, con il tabellone porta chiavi, dove il personale gestiva il viavai dei tanti clienti. Specchi, lampadari sontuosi ancora penzolanti dal soffitto.

Non sarà da meno una fabbrica, un laboratorio con piccole postazioni di lavoro, sgabelli e lampade, alcuni utensili che ci fanno intuire cosa si fabbricava in quei locali. Armadi, libri o qualche foglio svolazzante scritto con la macchina da scrivere, ci darà un segno del tempo passato del vissuto tanti anni fa.

Potendo, cercate notizie a riguardo, in rete o sul posto, perché la gente del posto può raccontarvi davvero tanto e magari scoprire che proprio uno di loro ha lavorato in uno di questi locali.






In linea di massima preferisco ottiche luminose con focali corte o cortissime; dal 14 mmal 24 mm. Dal 50 mm in su è da valutare sito per sito. Anche un medio tele o addirittura un teleobiettivo potranno tornare utili, ma soltanto se avrete tutti gli indizi del luogo in causa.
Può capitare di voler rappresentare un particolare e trovarsi impossibilitati ad avvicinarsi adeguatamente per avere l'inquadratura desiderata.
L'eventuale cambio di lente, durante la visita è in tutti i casi pericoloso per il nostro sensore, essendo probabilmente in costante presenza di polvere in sospensione. Basta lo sbattere d'ali di un colombo per alzare la pericolosità di sporcare la macchina ed il suo interno.
Un pennello a soffietto potrà aiutarvi in una opera di soccorso in questi frangenti.

I più esigenti potrebbero pensare di trascinarsi dietro un softbox con luce flash o contina, con tanto di batteria ben capace. Sarebbe il modo di illuminare, evidenziare angoli bui, che insieme ad una ampia ripresa, potrebbero apparire bui, senza interesse.
Un buon uso, permetterebbe di dare una notevole tridimensionalità ai locali, riportando nello scatto particolari che sarebbero invisibili senza essere rischiarati.
Con moderazione, naturalmente, perché amiamo questi posti per come sono, dismessi, usurati, abbandonati e non possiamo alterare questo velo che il tempo ha adagiato sui nostri scatti.






Alternare visioni d'insieme con particolari della scena è un buon metodo per raccogliere il più possibile i tasselli di un mosaico di storia che racconterà di quel piccolo mondo antico.
Includere scritte sui muri o cartellonistica, se presenti, è molto utile e descrittivo.
Muovetevi con calma e durante la vostra visita osservate in ogni direzione il percorso, gli oggetti, l'ambiente e nel limite del possibile, i rumori e gli odori percepiti perché questi vi aiuteranno ad entrare con maggior consapevolezza in quella pagina di storia, in quei momenti di vita di quel sito.
Evitare di arrecare danni, imbrattamento o altri interventi che arrechino danni ai locali visitati, per educazione, deontologia del fotografo e perché quello che avete fotografato voi, potrebbe piacere ad altri appassionati, senza il timore che le vostre opere possano essere copiate o sminuite da chicchessia.


Bianco e nero o colori

Stiamo parlando di un settore fotografico che narra di cose andate, momenti del passato attimi che non tornano più.

Ecco che naturalmente il bianco e nero hanno una forte valenza di narrazione, dove l'essenza della mancanza di colore permette di vedere l'anima di quello scatto, senza distrazioni cromatiche, con rossi accesi, blu intensi o verdi cangianti che potrebbero distrarci, potrebbero indurre a pensare che non è uno scatto del passato.

Quanto descritto qui sopra, potrebbe dominare il nostro pensiero, rendere questo concetto unico ed indiscutibile, ma sono personalmente dubbioso di una unica rappresentazione per tutta questa tematica fotografica.

Solo un esempio, che mi torna facilmente in mente è quello della capacità e della forza che in alcuni casi la natura rifiuta l'oblio e continua ad avanzare con erbacce, piantine, alberi che inesorabilmente avanzano dimostrando che la lotta in quel territorio non è finita.
Inserisco alcuni scatti che dimostrano come anche la fotografia a colori dia la forza e la dinamicità a tutta la storia di un sito raccontato attraverso le sue immagini.



Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 22 Novembre 2018 ore 12:06

Bellissime foto e ottimi consigli per chi volesse avvicinarsi a questo tipo di fotografia, davvero affascinante. L'articolo a mio parere é scritto davvero bene, si percepisce la tua esperienza. Complimenti ancora per le tue foto, davvero notevoli!

avatarjunior
inviato il 22 Novembre 2018 ore 19:34

Ti ringrazio. Mi fa piacere il tuo apprezzamento. Aleggia per tutto lo “scritto”, il monito alla sicurezza e questa è una deformazione professionale.

Vedo in giro per il mondo, attraverso alcune fotografie, posti davvero suggestivi che sarebbe bello fotografare.

avatarjunior
inviato il 02 Dicembre 2018 ore 21:51

Grazie Massarenti per i preziosi consigli! Soprattutto riguardo le problematiche legate alla sicurezza.

avatarjunior
inviato il 04 Dicembre 2018 ore 12:53

Grazie a te Lo.Se

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2018 ore 15:21

Articolo molto utile e belle anche le foto.

user3548
avatar
inviato il 10 Aprile 2019 ore 22:46

Molto bello l'articolo. Credo questo tipo di fotografia sia ancora qualcosa di interessante che valga la pena sperimentare. Credo una città come Genova (dico Genova perché la frequento) offra moltissime possibilità di questo genere e rileggerò questo bell'articolo prima di “progettare” qualcosa di bello.

avatarjunior
inviato il 12 Aprile 2019 ore 11:02

Grazie Alberto. Sono sicuro che Genova offra moltissimo. In questa tematica senz'altro. Buon progetto.





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