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408 Giorni In Asia: Parte 1


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408 Giorni In Asia: Parte 1, testo e foto by Donagh. Pubblicato il 27 Maggio 2017; 20 risposte, 8050 visite.


Prefazione

Questo è il racconto, in versione ridotta del viaggio che ho fatto in Asia tra il 2016 e il 2017, lo ho scritto e diviso in due parti, troverete la seconda e ultima parte compresa di statistiche, oggetti che ho usato e quant'altro appena sarà finito, sempre qui nella sezione articoli.
Nella seconda parte metterò link a gallerie totali dei vari paesi e al mio diario anche esso totale.

Ho inserito volutamente nomi di sistemazioni/persone/cose/case per dare qualche interessante indicazione a chi volesse visitare gli stessi luoghi e incontrare qualcuno di questi incredibili personaggi.
Visto che questo è un forum di fotografia é interessante sapere che queste foto che vedrete sono per un buon 95% semplici jpg in uscita dalla macchina fotografica (Canon 5dm3) e la post produzione è ridotta a ridimensionamento, contrasto automatico e firma (azione automatica di Photoshop).
Sicuramente le foto possono migliorare con una post produzione mirata, ma, non ne ho voglia (la mia filosofia della post produzione) e ho preferito esplorare vecchie rovine, conoscere gente nel tempo che avrei perso.
Non preoccupatevi... i Raw ci sono... non sono cosi folle.

Buona lettura.

Ramon Sist



408 Giorni In Asia



Nell'inizio della storia ci sono io che faccio 1001 lavori (i più disparati) e indago su un possibile viaggio verso l'Asia.
Dopo settimane l'itinerario è stato modificato completamente e alcuni biglietti di aereo comprati.
Ordino “giusto un pò” di cose su Amazon ed eBay (schede di memoria, computer, ssd) tra cui giacche da spedizione estreme che poi rivendo accorgendomi che non servivano a nulla.
Arriva (come sempre) il giorno della partenza, vengo accompagnato in auto all'aeroporto... e... si parte! (ma va?).
Turkish Airline mi sorprende, con il suo ottimo staff, enormi sedili stile prima classe e tanto buon cibo (fondamentale).





Quasi 20 ore dopo... Sono in Giappone!!! Meta sognata sin da piccolo per via dei cartoni animati (e aggiunta non si sa perchè all'ultimo minuto), faccio la “Suica Card”, prendo la metro, arrivo a “quella fermata” ed eccomi alla Guest House Wasabi! Una sorta di capsule hotel, ma molto più comoda, mi addormento in un loculo, sono freddoloso, fuori piove.
Mattina pigra ma senza cuscino, il mio l'ho dimenticato in aeroporto, Wan Iskandar un Malese ride un sacco mentre mangia panini...





Giappone, tante cose sono diverse, troppe! (prima tra tutti i gabinetti dalla tavoletta riscaldata e bidè automatico).
Esco con Shohoko Matsumoto che mi porta a vedere il mio primo giardino con tanto di ciliegi in fiore e ristorante tipico dove la proprietaria, da 50 anni fà lo stesso piatto, incredibile, da festa in bocca.
La sera al takoyaki party (sorta di polpette di polipo) fatto dalla pazza ragazza di Okinawa (ps: la gente di quell'isola è cosi, pazza) conosco Naoya Fujimoto, un simpatico salaryman che parla un perfetto Inglese e vari suoi amici.
Si aggiungono altri picnic sotto ciliegi in fiore con Jun e Matteo Savarese (lode al mio traduttore che mi aiuta a convincere gente a farsi fotografare!), camminate nei quartieri di Shibuya, Harajuku, Akihabara con le sue folli cose.
Spostato al “Anne Hostel” la simpatica yogini (nel senso che fa yoga) Caitlin Luedke mi fà da interprete mentre vaghiamo per Asakusa, Aria Stark (Kaetleen) la sera fa la scema con Kasumaza Abe “Lupin” e molto altro ancora.








Dopo 2 settimane si va (o vi và?) a Kamakura, prima, finisco in un internet caffè (manga kissa) dove pensavo di passare la notte e poi vengo ospitato da Naoto Tokumitsu (siiii! sono al calduccio sotto un kotatsu! sembra di essere sempre più in un cartone animato), qui scopro anche i cracker di riso.

Viaggio a Kyoto (autobus notturno gratis, vedi tessera che danno alla Guest House Wasabi) con la sua fantastica camminata del filosofo (un sogno!) e il mitico Fushimi Inari, da non sottovalutare i ben 3 giorni di ciliegi in fiore!
Girovago con la Peruviana Akemi Saldana che mi illustra cose, case, cosi... (e si mangia in un ristorante Messicano).






Kyoto

A Nara cavalco un cervo, vengo in contatto con il Nattò, sorta di fagioli di soia fermentati e limacciosi (sembra slime), e vengo in contatto anche con il gestore dell'ostello che mi parla in Giapponese stretto con tanta, tanta convinzione.

Un treno mi separa da Osaka e da Yasuhiro Sasayama, conosciuto in America al Goonies 25th Anniversary (ricordate?) lui oltre che offrirmi ospitalità e cibo mi porta in tanti luoghi tra cui ben 3 locali a tema “Goonies” con amici vari, in mezzo a queste giornate oltre che fare le gare a chi scrocca di più nei negozi (vedi scatolone di cibo prova) e Twister (si il gioco della mattel!) vado anche sul monte Koya dove Matthias Schmitdt, monaco Tedesco potentissimo, pieno di gatti, mi da una stanza e tante cerimonie mattutine con decine di monaci (ovviamente la colazione con i monaci è super ed è sanissima), ricordo il monaco capo centenario che medit.. si addormentatava mentre mangiava.

Da qui con lo Shinkansen a tema “Evangelion” arrivo a Iwakuni, Israa (di Couchsurfing) mi ospita alcuni giorni mostrandomi questo quasi Giappone rurale e raccontandomi della sua terra (Libano), apprendendo anche alcune delle mie terapie.
Da li gita a Miyajima, altri cervi, altri monaci e biscotti gratis e la sera sotto una grande luna piena “sfida” di sushi, e vincita premio alla slot machine, non dimentichiamo le miei imitazioni di Antonio Banderas con Rosita nel supermercato.



Israa

Tanti saluti Israa (che è pure stata una mia modella in un giorno di pioggia), 5 cambi di treno, ecco Kitakyushu! Kashi (non è Giapponese ma Irlandese) mi aspetta fuori dalla panetteria della stazione Oreo, con lei sono in contatto da mesi per visitare un famoso giardino dal tunnel di glicini (che ho scoperto io).
Dopo aver conosciuto i suoi folli amici (come Nils Nilson un Francese tutto rotto che viaggia spendendo molto, molto poco e Sergio, Messicano) ci andiamo, lo troviamo fiorito al 70% (ottimo dai) e la sera si aggiungono altri personaggi come Keiron un Irlandese, lo ricordo che diceva: “Nella mia cittadina ci sono più mucche che persone, i miei vicini sono mucche”.




Il giorno dopo arrivo in quel di Fukuoka, lì in un palazzo a un certo piano, dentro una piccola porta trovo la chiave per la grande porta ovvero l'appartamento di Yuki Okamoto, suonatrice di Shamisen e operatrice Line.
I gior.. le notti con Yuki sono state tutte diverse e bizzarre, come la conoscenza di Makoto, suo amico camionista (fa molto Jack Burton del film Grosso Guaio a Chinatown), Makoto ha un piccola auto che però risulta percettivamente più grande all'interno (che è, un Tardis?).
Più la serata “cine” con Pulp Fiction e delizie dello chef Toshiya Tsujimoto e il mega raduno Couchsurfing con tanto di Italiano Mario Bardi (grazie del succo di ananas!), scout e decine di persone.

Autobus al volo, treno sbagliato (studentessa dorme su di me al tramonto), nonnine mi aiutano, fermo in stazione, sono stanco e arriva dopo 2 ore Misato Matsuoka, infermiera in 500 (l'auto), conosco finalmente il Giappone rurale (praticamente campi, li stessi che potete trovare dietro casa) e la serie 4 di Fringe, i suoi figli sono molto educati mentre i loro amici completamente pazzi (ottima combinazione).




Inizia la Golden Week, trasporti pieni, hotel strapieni, per mia fortuna a Beppu mi ospitano Ryoji Hirose (sembra un samurai) e Tom Okada (non sembra un Otaku, lo è), provo l'esperienza degli Onsen all'aperto su per i monti, tanto caldo e tanta fanghiglia minerale che mi fa girare la testa e quasi svenire, scatto foto interessanti a Ryoji e Dipti Timilsina (ragazza Nepalese anche essa in CS), ricevo in cambio una cena Nepalese (è tipico mangiare Nepali in Giappone?!).

Finita la Golden Week parto e arrivo (ma va?) a Yamaguchi, 4 giorni tranquilli con Josh, Americano e la sua famiglia, nutrendomi di burro di arachidi (w i grassi buoni le mie cellule ringraziano) e squisiti manicaretti tradizionali, prendendo un'autobus costosissimo (il più caro della storia, pregavo dentro di me per far rallentare il contatore degli scatti/soldi accanto all'autista) verso Akioshidai: una grotta enorme.
All'entrata spunta Misato Takehara che si sente tanto Alice Nel Paese Delle Meraviglie mentre è nella grotta, usciti sotto le note di “Californication”mi porta ad Hagi in auto, dove mangio “il più buon onigiri della mia vita”.



Misato



La cucina casereccia di Hagi

Quattrocentomila cambi di treno mi fanno arrivare a Tottori (ma che nome è) l'unico posto del Giappone dove c'è... una statua di ramarro gigante? No, un deserto! Kayoko Asae (surfista che lavora con le mucche) e il marito Karateka mi ospitano/cucinano/scarrozzano.
Visito anche la soffitta di una casa disabitata (fa molto “The Ring”, qui Kayoko urla spaventata) e il famoso deserto ustionandomi i piedi, carezzando cammelli, trovando cibo gratis in un bar.

Un bel treno e Venez.. no Kurashiki, strano posto con un canale e sorta di gondola, tanto cibo da scroccare (in Giappone più ci sono turisti in un posto più ce cibo gratis da provare), sto a dormire in una guest house, conosco un Francese, Jean Francois Sevoz, insieme finiamo in un sake bar dove, dopo che il mio socio ha scartato del salame, per me arriva tutto gratis, mi regalano perfino un bicchiere.
Il giorno successivo, dopo che il sottoscritto ha dormito in un gabinetto pubblico pulitissimo, sotto una pioggia torrenziale vado a casa (la strana casa) di un infermiere, tale Daisuke Watanabe, lui ha passato 4 anni viaggiando per il mondo e non gli piace molto l'Africa... in compenso la madre ci attende alle 19.00 per la cena offrendo cose del loro orto e orari/punti inflessibili (in egual misura), come la colazione alle 7.00 e il mio domicilio limitato a una stanza superiore/soffitta.

Altro spostamento, precisamente ad Okayama che, oltre a un bel castello offre una sorta di hippie che assomiglia al maestro Muten di Dragonball, è un viaggiatore epico, si chiama Toron (Hiroshi Arakawa), mi offre tante storie, suggerimenti e cibo.
Ce anche Jan Hedemann, un super Tedesco che ha trovato la sua massima aspirazione: sollevare santuari portatili assieme ad altri bruciati.

Torno a Osaka e questa volta Yasuhiro mi fa fare un giro nella Osaka notturna dove succedono un po di cose che è interessante menzionare:
1. Cerchiamo in un centro commerciale dei pantaloni ma con scarsi risultati, ammiro però delle magliette di Guerre Stellari
che costano solo 1000 yen l'una.
2. Giochiamo puntando alle corse delle barche e perdiamo (100 Yen).
3. Entriamo in una sala pachinko, trovo 5 sfere e gioco per la prima volta (perdendo).
4. Trovo per terra una carta Icoca con dentro dei soldi, 319 Yen (Yasuhiro è incredulo), li usiamo in un negozio di alimenti, dove creiamo la sfida di utilizzarli tutti: dopo 10 minuti di calcoli alimentari ci riusciamo!
(3 crocchette di pollo, 1 onighiri, 2 cioccolatini e una patatina fritta di Doreamon che con i suoi 11 Yen chiude la sfida).
5. Mi porta a conoscere Silvia Boffelli, la sua amica Italiana che ha un ristorante "La Lanterna Di Genova", dove finalmente prova il suo primo limoncello (e apprezza).
6. Ceniamo in un sake bar di un suo amico, cibo eccellente ed economico e per la gioia di Yasuhiro, birre a 100 Yen l'una.
7. A mezzanotte andiamo a un supermercato dove trovo tonno super scontato per la colazione del campione.

la mattina compriamo poi di scontato un biglietto per Nagoya.

Nagoya la città di David Behringer, insegnante di Inglese super appassionato di fotografia e viaggi (curriculum di tutto rispetto), usciamo tra pasta epica, mercatini e fiumi per foto notturne, suona per me la sigla di Games Of Thrones con il suo piano: è eccezionale.
Un pomeriggio accanto a un tempio sentendo uno strano frusciare corro e trovo un ragazzo invaso dai piccioni, felice li nutriva ridendo e, poco dopo, una piccola porta (molto piccola), striscio dentro e mi ritrovo in un negozio con oggetti di Alice Nel Paese Delle Meraviglie!




Tre giorni svaniscono e mi dirigo a Takayama: bello, bello, mi piace questo Giappone dalle strade antiche, dai lottatori di sumo e da una strana manifestazione dove un'oscuro personaggio spaventa piccoli bambini... più i bambini piangono più avranno fortuna in vita loro e pure i genitori sono felici... misteri... (viva il Nakizumou)
Nella guest house c'è Serena Capilli, Siciliana a spasso per il paese.

Ora sono nel giardino di Kanazawa, arrivato da ieri, bellissimo, con tanto di museo moderno vicino (e piscine rovesciate), Jaz Palfreeman lavora alla Shaq guesthouse con la compagna, ride, ride e ancora ride dei miei strani viaggi.
Trovo finalmente il mio Hummus in un ristorantino di nome “Curio”, qui Sol, Americano trasferito da 18 anni, crea e migliora pietanze varie.

Interessante il fatto che ero rimasto in contatto mesi fa con una persona del nord del paese, colgo l'occasione per andarci, una giornata di viaggio, risaie e null'altro, Miki Ikeda, musicista, tecnico informatico (e cuoco improvvisato) mi ospita nella sua grande casa, dove arrivano visite dei suoi amici vari, tra cui il costruttore di armature medioevali.
Cucinano per me il lussurioso Sukiyaky, mi presta una piccola bici (la tipica piccola bici Giapponese), biciclettando (spesso contromano) esploro l'area visitando anche case abbandonate da allerta di terremoti (tutto intatto!) e, l'ultimo dei giorni dimentico in stanza una delle mie preziose mutande Sloggi.

Sù un grande bus che si ferma in una stazione di servizio (per la mia gioia piena di Mordicchio gratis!) arrivo a Sendai, lunga strada dalla stazione appartamento di Maya e Chaoyi, grande gioia per loro quando preparo uno squisito e immenso tiramisù. Mi avventuro nella famosa isola dei gatti (a nord) e scendo a Zao nel villaggio delle volpi, qui le canidi mi assalgono per mangiare cibo che avevo nella tasca dei pantaloni, mordendo più o meno dolcemente e, si fanno pure accarezzare (vedi mio video)

Un'altro Shinkansen, arrivo a Tokyo, ultimi giorni al Wasabi, tante foto a Mio Nakamura (una delle ragazze che lavorano li) in stile Hip Hop e poi si parte... si cambia stato!



Mio Nakamura


Una volta all'aeroporto di Tokyo, 4 ore prima, estraggo da una borsa un po di oggetti (nastro adesivo da pacchi, giornali e sacchi della spazzatura), creando cosi la mia prima “Mummia” TM, ovvero un bozzolo protettivo per il mio zaino grande, i giornali servono appalottolati per proteggere le cinghie, avvolgo tutto con perizia sotto gli occhi malpensanti di alcuni passeggeri in attesa su delle sedie.
Stessa mummia che mi è stata fatta aprire perchè le ragazze Giapponesi del front desk volevano vedere gli altri biglietti per le altre mie destinazioni “io lo apro se voi mi fornite di altro nastro adesivo”, la frase è funzionata.

Due scali aerei e noto tristemente che i gabinetti da lussuosi tecnologici iperbrillanti diventano dei buchi nel pavimento tutti sporchi.
La gente scurisce di carnagione e i linguaggi si fanno complicati, un'uomo accanto a me sembra il Tug pelato del film “Indiana Jones E Il Tempio Maledetto”, solo che questo non mi strappa il cuore, vengo pure fermato dalla sicurezza per il mio “pericolosissimo” dolce alla cannella “è il mio buonissimo dolce alla cannella dal Giappone” rispondo io sotto occhiate sprezzanti.
Si atterra, esco dall'aeroporto e scopro che nello stesso nessun bancomat funziona, fuori ce ne sono 2 e sono sommersi di gente attorno, con coraggio mi faccio strada, prelevo il prelevabile e contratto un taxi.
Sono lievemente scioccato, la strada si fà un polverone e le buche sono profonde chilometri, tutto è pieno di animali e uomini, si animali, che attraversano e defecano come gli pare, anche gli uomini defecano ma in file ordinate ai bordi della strada, arrivo all'hotel in mezzo alla confusione generale... che dire... benvenuti in India!




La mia permanenza in India è molto particolare, dopo aver passato 3 giorni a Tricky (sud estremo con caldo estremo), prendo un aereo per Delhi e vivo un'avventura allucinante.
Cosa succede a Delhi “quella notte”? è presto detto:

1. I bancomat sono tutti rotti e non funzionano
2. Scopro che non ci sono voli per Leh oggi e devo aspettare domani, alle 5 di mattina
3. Compro il biglietto per Leh (circa 140 euro) e l'addetto mi aiuta telefonando alla guest house (in Leh)
4. Vengo abbordato da numerosi personaggi che vogliono vendermi qualcosa del tipo una stanza di hotel e taxi a prezzi troppo bassi per essere reali
5. Prendo gratis dei buoni per lo shuttle bus che va all'aeroporto locale
6. Vengo travolto da uno stormo di corvi che volavano radenti sulle scale mobili e li schivo tutti
7. Un altra persona che a prima vista sembra lavorare in aeroporto mi offre un hotel a buon prezzo con taxi gratis e prenota il taxi stesso di sua iniziativa spiegandomi i vantaggi che avrei, mentre sta camminando assieme a me, all'ultimo dico no e salgo sul bus navetta dove una bimba dagli occhi grandi mi guarda
8. Arrivato all'aeroporto dovrei aspettare 6 ore ma sfrutto il tempo entrando nella vip lounge da dove sto scrivendo ora, con cibo a palate, doccia calda e saponi di lusso e volendo anche massaggi, come diceva Jack Nicholson "E che diavolo, che c'è di male a trattarsi bene?"





Il Ladakh è bellissimo, tanti santuari e monasteri, turisti Indiani in motocicletta, tanto mal di testa per l'altura (passo 2 giorni a letto ordinando cibarie da chi mi ospita), e incontri vari tra cui Floreaunt un Francese (si ancora Francesi!) che pratica Yoga da un maestro che sembra Danny De Vito e dice sempre “yesss” “goodd” “good job Ramon” (si ci sono stato ed è stato assai strano).
C'è anche il Russo pazzo Pavel, mi ha portato alla guest house dove dorme (buon prezzo grande servizio), lui, forse ancora oggi potete trovarlo nelle vallate di Zanskar cavalcando attraverso steppe e facendosi dare passaggi dai militari su passi montani impraticabili perseguendo uno dei sue due scopi della vita: fotografare le marmotte e trovare un buon hamburger (o entrambi).
L'ho perfino beccato a scaricarsi attraverso il lentissimo internet di Leh addirittura 1gb di espansione per il suo videogioco del cellulare... 1gb! ci saranno volute giornate! Il suo punto debole sono le scimmie di cui è impaurito (gli hanno rubato una maglia).




Una volta esplorata la zona e fatte belle foto trovo un passaggio economico per il Kashmir, troppo economico, che si è rivelato un odissea infinita piena di avventure (e seccature) con tanto di ritorno in aereo e dormite (di nuovo) alla Gotal Guest House di Leh (mentre contemporaneamente Pavel era partito per Zanskar).



Il Barba



100 Giorni di viaggio festeggiati con Pavel



Ehi tu fatti fare qualche foto!


A Lamayuru conosco Sergio Fernandèz, e Joy, la prima ragazza Birmana che incontro in vita mia, Sergio diventa mio compagno di viaggio per un pò (si parla Spagnolo finalmente!), esploriamo assieme Alchi (bellissimo!) con tanto di Asini raglianti della conferma (se dici una cosa loro approvano o no).
Torniamo a Leh dividendoci una stanza (risparmiare sempre!), lui mi passa il suo grande bagaglio di informazioni (sono 4 anni che viaggia), e apprezzo molto la fotografia naturale e istintiva che fà (questo ragazzo ha del potenziale!).



Joy (Eaint Kabyar Latt)









Tipici abitanti dell'Himalaya

Il momento di partire arriva anche qui, in una mattinata fredda e buia piena di cani mordenti io e Sergio camminiamo verso i rispettivi autobus che ci porteranno più o meno bene, in 2 giorni, a Manali.

Nel mio viaggio attraverso crepacci e passi montani da mal di testa assicurato ci fermiamo “nei peggiori bagni della mia vita” e in un hotel fatiscente “un ottimo posto per dormire” dice un'indiano... io non ci credo... sarà il metro di paragone Indiano? Mah!
Arrivato prendo un tuk tuk fino all'hotel Laxmi dove in teoria ce Pavel, si Pavel c'è! Lo sveglio bussando barbaramente la porta.



Il tipico spacciatore di Manali



Tante avventure differenti abbiamo passato in quasi 2 settimane, mi mostra le sue foto e racconta di tutto portandomi in un fantastico ristorante Indi/Italo/Libanese chiamato Cnaan Cafè, incredibile! Lasagna, Pizza e soprattutto Hummus!
Dopo essere entrati in contatto con conigli giganti nella foresta, fatto tatuare Pavel (ti fai tatuare con lo standard igienico dell'India? complimenti!) e rincontrato Sergio prendiamo un autobus caldo e freddo (si entrambi) notturno per Dharamsala.
Zona piena di scimmie e di corvi giganti questa, altri ristoranti epici (ormai ho fatta mia la missione di Pavel), giusto quattro giorni e via in una fredda mattina si va a Amritsar!







Di tutti i posti in India che ho visto forse questo è il più bello, il tempio d'oro, camminarci dentro è come vivere un sogno,
passo alcune giornate esplorandolo con lentezza e facendo numerosi scatti, anche l'ostello dove alloggiamo è interessante, il Jugaadus, con pasti “a offerta” e mega armadietti per gli zaini (sicurezza sempre!).
Qui, Vicky il piccolo guidatore di tuk tuk è un personaggio unico, da conoscere se passate da queste parti, lui continua a fare scherzi a Pavel assieme al titolare, mi porta anche al treno nell'ultima giornata...
Le ferrovie Indiane mi sorprendono in positivo, ce il mio nome in bella vista sul vagone esterno e il servizio impeccabile, è cosi bello vedere passare da sdraiato, mucche, gente e ancora mucche mentre il treno macina lenti chilometri.
Volendo finire in bellezza mi dirigo verso una scelta di lusso dal nome altisonante: Prime Balaji Deluxe, che di deluxe ha l'acqua marrone che esce dalla doccia, il servizio sgarbato e il decoder tv rotto.
In compenso la colazione a buffet è ottima, ultimo pasto dopo un taxi di lusso extra caro, altri controlli, altra mummia zaino da fare e si parte per la prima volta con Air Asia, rischiando la disidratazione.



Nuovo paese... nuove facce...

Il Sri Lanka si rivela abbastanza facile e oltremodo caldo, arrivo di notte tra autobus contrattando prezzi e con il mio primo tuk tuk con il tassametro (non li rivedrò mai più), vengo portato all'Hangover Hostel, dove Fernada Prats mi aspettava.
Su un divano conosco una maestrina Irlandese (piccola, la si può portare in un taschino), e visto che è la sua ultima sera mi offre cibo a volontà “ordina quello che vuoi” dice (frase pericolosa se detta al sottoscritto) e mi indica un'itinerario completo su dove deve andare (lo seguirò alla lettera).
Finite le cose burocratiche per estendere il mio visto (orribili!) e ambientandomi (vedo Star Trek 3 in un afoso cinema) incontro Sheeren Ester e Bryan Gunarathne di CS (è il suo compleanno! si mangia ancora tanto e gratis!) parto alla volta di Kandy, su un treno che pieno è dire poco, assediando il vagone privato del controllore, che un pò alterato lascia mè e altri disperat.. prodi viaggiatori in pace.
Trovo un'altra persona che odia le scimmie, Eddy uno dei fratelli del “The Best Hostel”, lui le odia perchè loro muovono le tegole del tetto, e quando piove entra acqua (nb: cè sempre una buona ragione per odiare le scimmie), a colazione Tom un'Olandese mi parla di “Hobbit Land” in Nuova Zelanda.




Elemosino un passaggio e arrivo a Dambulla, tutto bello tanta gente cordiale, padri di famiglia che vogliono appiopparmi le figlie 14 enni, vecchietti che sorvegliano autobus (li guideranno quando le scuole riapriranno) e grotte piene di Buddha.
Qui nasce una mia ulteriore ragione per odiare le scimmie: mentre con lo zaino a terra sto cambiando l'obbiettivo della mia reflex, una di loro corre veloce e per poco non mi ruba il mio 135mm f2 Canon! lo aveva già in mano!



Sorveglia il suo... autobus



L'uomo che cerca un marito per la figlia

Qualche giorno dopo scalo i mille mila gradini della roccia di Sigiriya, fantastico, sembra un piccolo Machu Picchu, solo che qui ci sono api assassine e bisogna fare silenzio per non stuzzicarle, li vivo presso Pinthu Home Stay e mi sorprendo per la mega colazione inclusa nel prezzo... raccomandato.



Altro a Sigiriya oltre alle rovine...

Tornato a Dambulla per prendere un'altro autobus mi accorgo che la cinghia destra del mio zaino sta cedendo, allarmato lo afferro di petto (i suoi 20kg) e in un mercato trovo un omino che abilmente e per pochi spiccioli me lo ripara.
Le ore passano ed eccomi ospite nella casa di Wijeratne (Omicron Perseo 8?), a Anuradhapura, mi dà tanto cibo e prepara una bicicletta per domani, il problema è che in quel domani scopro, mentre corro come un pazzo, che la bici non ha freni e per poco non mi schianto contro un camion.
Visito le rovine e la città antica, evadendo posti di controllo, scavalcando mura di cinta con la bici in spalla, tutto regolare compresa una donna che mi offre la merenda.
Ben 6 ore di treno mi fanno arrivare a Jaffna, al nord estremo del paese, la gente poga in un festival Indù e offre tanto cibo gratis, in un forte fatiscente incontro dei militari in allenamento che partecipano volentieri ai miei scatti.



Gente di Jaffna

Qui il cibo piccante fino a ora mangiato mi fa venire la gastrite e la mia maglia scollata della Scorpion Bay mi fa bruciare il collo a livelli inauditi, in compenso ci sono tanti mangostani economici, il mio frutto preferito, ne mangio borse e borse e da oggi evito i cibi piccanti.
Quattro nottate dopo eccomi partire in un tedioso autobus diretto a Trincomalee, una giornata di viaggio per arrivare all' Holiday Inn, li (o qui?) Giri il proprietario mi stupisce, fà tanto ridere esclamando sempre “super!” per ogni cosa, c'è anche un gruppetto di Italiani e due ragazze Spagnole, Anna Casòliva e Noeliza Sanchez, sfidiamo, di notte insieme le onde.
Ma cosa rappresenta Trincomalee beach?



Il fantastico Giri che dice “super!”

-Trincomalee Beach! Dove per arrivare in spiaggia si passa in mezzo a un cimitero, si può quindi scegliere loculo o sdraio (entrambi gratuiti) e tanti corvi vi osservano come loro prossimo pranzo.
-Trincomalee Beach! Dove Giri, il gestore del White House Holiday Inn vi offre una super colazione, una super cena, ha delle super referenze e esclama sempre... Super!
-Trincomalee Beach! Dove le onde ti travolgono e i pesci ti si schiantano addosso come ubriachi
-Trincomalee Beach! Dove mucche e capre governano la strada (dare la precedenza!)
-Trincomalee Beach! Dove si incontrano Francesi, simpatiche Catalane, viaggiatori Italiani e Tedeschi sperduti
-Trincomalee Beach! Dove per merito dei gas prodotti da creme e lozioni si sta creando un altro buco nell'ozono
-Trincomalee Beach! Dove noleggi uno scooter senza ricordarti che si guida sulla sinistra, sulla sinistraaaaaaaa!
-Trincomalee Beach! Dove il dolce tipico è una dura stopposa marmellata di pseudo fichi dal retrogusto di plastica e dal sapore orribile (mangiare tutta!)
-Trincomalee Beach! Dove nei bar molto alla moda sulla spiaggia si osa bruciando cocchi come lanterne, sparando luci e raggi laser sulle onde e bevendo birra da bottiglie di plastica
-Trincomalee Beach! Dove Samuel L Jackson di Pulp Fiction fa il meccanico proprio sulla strada principale



Sempre da Dambulla

Piccola fermata a Pasikudah e poi dritto fino a Arugam Bay!
Sembra di essere nel film “Point Break” qua all'ostello “Inn On The Bay”, Lyn la capa seduta sul pavimento con la schiena su un tronco fuma una sigaretta, a sinistra dei ragazzi parlano di surf e su come hanno affrontato determinate onde, sull'amaca un'altra ragazza osserva la scena e sgranocchia delle patatine, mi aspetto da un momento all'altro che appaia K.Reevs, invece però si presenta Jhon Besseling, maestro Irlandese e surfista, nominato da oggi “Capo” del gruppetto.
Partecipiamo a simpatiche scampagnate per surfare (io scattare foto), incontrando elefanti selvaggi e dove nessuno mi crede “non vi preoccupate, l'elefante è come un carro armato, se stiamo fermi e ci spostiamo all'ultimo secondo lui poi ci metterò tantissimo a curvare”.
C'è anche Puspa ragazza cuoca/pulizie, una graziosa India che rutta come un camionista, Davide e Daniele Barro fratelli di Milano, un altra sosia di Aria Stark e uno spilungone sempre Inglese che ha visto Peter Capaldi dal vivo (Doctor Who).



Jhon



Puspa

I fratelli Barro prima di andarsene hanno dimenticato dei pantaloncini che io “in missione per conto di Lyn” riporto a Ella (facevo la stessa strada), i Barro sono felici, meno felici trovo i lavoratori delle piantagioni di tè, che vogliono soldi se si cammina nella loro terra per andare sulla collina molto famosa, non tiro fuori una rupia e trovo dei bellissimi quarzi.
Finalmente un clima fresco e esente dalle zanzare, ci sono anche le Hoppers, mio cibo Srilankese preferito.

Con coraggio io e Chris prendiamo uno degli autobus più affollati che ho visto in vita mia, fino a Mirissa, altro Hangover Hostel questa volta gestito da Massimo un Italiano con grandissime esperienze di viaggio (e esperto di ore piccole).
Miglioro la mia relazione con le scimmie quando i due fratelli O.P.Maikal Wijagawya e J.K. Aya mi tirano addosso la piccola Rani, scimmia trovata (e ora tirata) nella giungla, loro vendono frutta buonissima.
Qua la frutta è come la borsa, ci sono le fluttuazioni di mercato, oggi un mango costa lo 0.5% in più mentre l'avocado è scendo dello 0.75%.



Rani e i fratelli

Sfrutto la mia settimana a Mirissa per dormire e rilassarmi, nei comodi letti della fresca stanza/rimorchio.



La tipica spiaggia di Mirissa

Esploro anche Galle, dove per ripararmi sotto la pioggia entro nell'allevamento di tortore di un fiero ragazzo e poco dopo conosco Asitha, guidatore di un tuk tuk molto speciale... con il wifi! Un hot spot mobile.. “questo è il futuro” dico io!

Torno a Colombo, rincontro Sheeren Ester e genitori (offrono anche loro tanto cibo!), recupero un pacchetto fermo all'aeroporto da settimane (niente multa, contratto 1/20 del prezzo presso Dhl), nel pacchetto trovo le preziose mutande Sloggi nuove e due maglie Millet.
Ripristino la mia “Mummia” questa volta con nastro adesivo gratuito datomi dal ragazzo dell'ostello e usando spazzatura sempre gratuita (cartacea) per rendere più morbido il tutto, e cosi, mi imbarco sul solito volo economico AirAsia.
Arrivo all'aeroporto di Bangkok con un grande bottiglione di acqua dal Sri Lanka (ma ne parliamo di efficenza dei controlli? Rido), rapidamente prelevo, scarto “la mummia” sotto gli occhi curiosi e le risate di una ragazza di un'ufficio.
Autobus e Skytrain (forte questo mezzo! L'aria condizionata Artica un pò meno), cammino, cammino dopo la fermata Phrom Phong, sbaglio strada, lo zaino comincia a farsi sentire, 1 kg di mangostani al volo presso una venditrice e un motociclista mi offre un traballante passaggio, sudato faccio il check in allo “1989 Hostel & Cafe”.




Mi piacciono i cavi che in modo anarchico riempiono i cieli come una ragnatela di un ragno ubriaco, faccio indigestione di frutta prelibata, massaggi “dalla signora dei gatti” e due ragazze di Cs mi accompagnano in vari luoghi.




Methika Nithimatechakorn (a qualche genere di business redditizio ed è oltremodo informa) mi introduce alla Chinatown (non si vedono le 3 bufere e niente Lo Pan), dove ingurgito una quantità imbarazzate di Takò (dolce tipico), e Asiantique, luogo con tanto di parco di divertimenti e ruota panoramica (si confermo che la città di notte sembra quella di Blade Runner).




Pueng Pummarin mi porta invece a Koh Kred, fantastica isola di simpatici rifugiati Birmani è “l'isola della merenda” per noi, la percorriamo tutta in lungo e largo (o in circolo?), assaggiando, provando e comprando, Pueng si gusta dei cuori di pollo grigliati... vabbè.

Prendo un bellissimo treno notturno con tanto di letti e vagone discoteca arrivando a Chang Mai (e ho ricordi per non dire incubi della ragazza di Bangkok dell'ostello che sgranocchia zampe di gallina fritte, orribiloso).
Mi piace un sacco questa zona della Thailandia, con i suoi templi, i monaci dentro i templi, i gatti dentro i templi... tutto templi insomma e, certo, non dimentichiamo il “da festa in bocca” Bua Loi, dessert a base di riso e cocco che mi viene offerto da Aum & Nu.
Con un'altra bici ridicolmente piccola mi presento all'ambasciata Birmana, dove, ottengo, dopo due giorni il tanto agognato visto!













Una signora mi regala un frutto del drago dal suo giardino mentre salgo più a nord in autobus, a Chiang Rai (belli i posti sul computer per prenotare si può scegliere tra uomo, donna e monaco), lì oltre al tempio bianco, una notte mi perdo in un grande campus universitario scoprendo che il cellulare del mio contatto di CS era sbagliato, fermando gente per usare il loro smartphone, insomma abbastanza complicato e trovandomi alla fine con Patsuda Lokluang e la sua guida sportiva.




Scendo (di nuovo) con autobus e treno per la cittadina di Lampang, in cerca del famoso e bellissimo mercato della Domenica, giro e rigiro, niente, scopro il vero problema: la città è giusta e anche la strada, ma oggi è Lunedì! (gruppi di personaggi ridacchiano per questo e ancor oggi probabilmente si parla di me).
Sakuna Kotchanin mi scorrazza con la sua moto (truccata) e offre simpatici drink e, quando piove a dirotto (o a dirnove?) ci ripariamo in un ristorante tipico dove per 2 soldi si mangia da re.









Nella mia cuccetta stretta in alto ce un messaggio “no fat Chicks”, molto divertente, sono di nuovo sul treno notturno, fino alla ridente Ayutaya.




Alla stazione notte fondissima (non se ne misura la profondità), mi danno un passaggio sul rimorchio di un tuk tuk, fino a un'ostello fuori mano e appena costruito il “Yhiwman Hostel & Cafè”, mi accorgo così che sono a zanzarlandia, schivo le vampire fino a che un sonnacchioso proprietario viene ad aprirmi e mi offre un'intera camerata per me!
Oltre a questo mi viene offerta la colazione a tutte le ore (si! mi piace! si può mangiare sempre qualcosa dal buffet!), una bici (con cui esploro rovine e mercati), e, si somma all'incontro con Nuki Panitnan, lei mi scorrazza ovunque, compreso il luogo per vedere la famosa testa di pietra inglobata nell'albero (la tipica testa inglobata), e un bar dai deliziosi dolci (per me gratis!).
Approfitto per andare in bici a un certo commerciale, vedere “Doctor Strange” e comprare tanto insetticida Deet da stecchire metà zanzare dell'Asia.




Lo staff si fa selfie con me, e la mattina presto, molto presto un'omino con taxi mi aspetta fuori dalla porta, lo scenario scorre veloce e, dopo un ritardo clamoroso riparto in treno, due cambi notturni in stazioni davvero strane, fino a Kanchanaburi!
Anche qui cammino e cammino sbagliando strada (è più facile di quel che si crede scambiare il Nord con il Sud), una formosa ragazza tifosa del Manchester mi accompagna in auto in un'ostello dalla receptionist un pò burbera.
Questa è la base per visitare il famoso ponte sul fiume Kwai, scoprire che sono molto allergico al Deet (e che ne faccio ora el mio kilo di insetticidi?) e farmi riparare ulteriormente lo zaino da una sarta “per selle da cavallo”, mi chiedo (e le chiedo) “chissà se ora resisterà fino alla fine del viaggio!?”.

Il penultimo giorno una iperattiva massaggiatrice mi salta addosso chiedendomi se voglio cosi, senza pagare (voglio che? Una granita?), e qui la mia risposta che la spiazza “oggi no, magari domani”.

L'ultimo giorno mi dirigo con un tuk tuk alla stazione dei mini bus, così a ottimo prezzo sono in viaggio per Pum Nam Rom.
In zona di confine con un'approssimativa agenzia (Watt qualcosa) contratto “il servizio completo” fino a Dawei, passo l'immigrazione dove mi chiedono: “quanti giorni starai?” “28” dico io, anche se, i miei piani erano e saranno molto diversi.
Sul rimorchio di un camioncino con il fratello di Watt arriviamo a Htee Kee dove vengo... abbandonato (ecco cosa era il servizio completo, io lui non l'ho più trovato, ma di per se è stato molto divertente).



Il divertente fratello di Wat

Sono all'inizio del Myanmar! Già si respira la diversità del paese che alla fine mi piacerà più di tutti!

Aspettando un tempo indefinito e quasi infinito sono preso di mira dalle domande di un ragazzo con delle monete
nelle orecchie (ultima moda Birmana?), mi offre del tè, e poco dopo Meisè un capofamiglia offre qualcos'altro: viaggiare con lui fino a Kalaw!
Ottimo, carico lo zaino nella sua macchina strapiena (comprendente figlia, moglie e madre), il viaggio è lungo e avventuroso, scavalchiamo colline e attraversiamo la giungla, mi porta addirittura fino all'hotel dove avevo prenotato via telefono.
Dawei è stata una buona introduzione del paese, trovo e compro un piccolo hot spot portatile con tanto di sim card locale (Ooredoo) a prezzo davvero misero, conosco Soe Thue, un uomo che mi da un passaggio, con pausa attraverso un bar dove si ubriaca uscendo ondeggiando e guidando con mè seduto dietro sul motorino.
Ci sono anche simpatici monaci e monache (dai vestiti rosa!) e bimbi vispi.
Prendo il mio primo autobus nel paese. arrivando a Ye, fantastica meta e fantastico alloggio: la Starlight Guest House, di David, Americano ormai in pianta stabile qui fierissimo del suo pesto fatto in casa con tanto di coltivazioni di basilico.




Passo 5 giorni in questo paradiso (tra cui 3 di malessere per un pollo malsano mangiato a Dawei), esploro le favelas e faccio qualche scatto alla piccola Emma.
Subito dopo parto per Mawlamyne, una sorta di “Genova decaduta dal sapore coloniale”, nel viaggio mi accorgo di tanti sacchettini attaccati per ogni sedile e così scopro che sono per gli “sputatori”, si, quà si sgranocchiano semi e altre cose e si sputano in appositi sacchetti.
Naturalmente il mio alloggio è economico, la Aurora Guest House, con tanto di omino (Mr Win Phyu) che la gestisce e stanze spoglie tipo prigione, chicca il chiodo per le chiavi, il tutto mi ricorda il film “La Casa Stregata” di Renato Pozzetto “per esempio le chiavi li appese stanno male” diceva lui.
In compenso poco più in là il My City è un ottimo ristorante dove assaggio per la prima volta il cavallo di battaglia del paese: l'insalata di foglie di tè.




Una potentissima testata presa giusto sopra al mio sedile sono gli unici ricordi del viaggio a Hpa-An, ondeggiante entro nella
Soe Brothers Guest House, dove un simpatico vecchietto multitasking fa check in, consiglia tour e richiede pagamenti tutto in contemporanea.
Ripreso, cammino per le vie dove vengo fermato da un'uomo che sta festeggiando con altri il compleanno della nonna 75 enne, in tempo zero mi viene fornita ciotola con zuppa tipica piccantissima, mentre assaggio mi chiedono com'è. io rispondo “buonifffimmaaaa” con la lingua in fiamme e le papille gustative in vacanza al Polo Nord.
Anche il giorno successivo vengo invitato a mangiare la solita zuppa, ma da un altra parte, molto ospitali questi Birmani!
Dopo aver conosciuto l'Israeliana Hadas Gamilel, non può mancare la gita alla Saddan Cave, in motorino con tanto di guidatore privato e camminata scalzo nel complesso cavernoso, pestando guano di pipistrello, uscendo lontanissimo e prendendo poi una barca, dove “Caronte” senza possibilità di sconto mi porta dall'altro lato, ricevo tanta frutta secca gratis da un signore che sembra un Giapponese.




Passati questi giorni visito la roccia d'oro, arrivando con un bellissimo e grandissimo autobus di lusso per poi cambiare sul solito rimorchio verso Kinpun, i miei compagni di avventura sono dei Francesi, e ricordo che prima di scendere, un quadrifoglio mi è volato adosso (è si! il vento della fortuna ha cominciato a soffiare!).
A Kinpun nello stesso mio hotel (con tanto di Cavalletta gigante sul muro) c'è la Giapponese Sakurako Moteki, recita per me e altri due (un super Tedesco e una Malese viaggiatori a vita) l'Amleto nella sua lingua, e si spaventa, di notte per qualche scarafaggio in camera.
Mi piace un sacco l'atmosfera mistica della roccia d'oro compreso lo spassoso viaggio in camion per arrivarci (assicurazione sulla vita inclusa nel biglietto), incontro vari fedeli che si accamperanno li per la notte e un gruppo di Italiane estasiate.

In una giornata si viaggia verso Bago, aria condizionata rotta e arrivo presso il San Francisco Hotel, dalle piccole celle e dal prezzo molto piccolo, una delle sorelle che lo gestisce mi porta a vedere il sacro Boa, i Buddha sdraiati e la fermo per esplorare una zona della cittadina a ridosso di un deposito di spazzatura “ti piace la spazzatura?” mi chiede.
Trovo a buon prezzo un biglietto del bus da Mr Yee, che a prima vista sembra il classico opportunista come quelli che ci sono in India, si rivela poi estremamente affidabile e da cosi via al capitolo “Lo strano caso del bus di lusso per Inle”




Freddo, tanto freddo, strade avvolte dalla nebbia e noi, io e due Koreane siamo su un camioncino, coperti a un telo di plastica per proteggerci ma non basta, loro si stringono a me e mezzora dopo scendono sognando una doccia calda, io vengo portato a una gigantesca radio a lato della strada: è il Song Of Travel Hostel!
Femo restando che a Bago sono stato avvelenato dall'acqua gratis dell'hotel (dai simpatici bottiglioni che dovevano essere purificati), qui, avendo perso circa 8kg di perso (Con tanto di occhiaie allo Zio Fenster), un simpatico medico vuole inflebarmi, io no, lo blocco, mi da allora una polverina da ingoiare e una da sciogliere in acqua, comincio a bere litri e litri al giorno.
Ripreso, visito il bel lago su una barca privata, è guidata da Aung, 24 enne con una piccola moglie, tanto piccola che la porta nel taschino della giacca, sono riportato all'ostello da Thar Nge, guidatore di risciò che oggi era stanco per cui guida una moto.
Conosco i primi personaggi della minoranza “Karen” ovvero le donne giraffa, convincendo una 22enne a fare una foto rock, e rimango anche io estasiato dai pescatori, che, come ballerini si muovono sulle barche quasi danzando.




Una settimana in allegria a Inle per poi dirigermi a Kalaw, giusto due giorni presso Il Parami Motel (acqua fredda inclusa), assaporando cucina Tibetana presso un non tipico ristorante, trovando di tipico il Pyae Pyae, un vero ristorante con tanto di manicaretti da festa in bocca e tanto succo di papaya.
Mi attira una casa che sta difronte al ristorante, sembra uscita dal film “Bettlejuice”, salgo su per la scalinata e incontro Richard, il proprietario.
Questo è un posto bellissimo mi dico (e dico), mi prenoto così per l'indomani (solo 10 dollari!), Richard mi presenta Saw, un'ospite particolare. Saw ha una storia molto interessante: nato e vissuto a Yokohama ha viaggiato il mondo, combattendo le Tigri Del Tamil in Sri Lanka come soldato, tra una tigre e l'altra conosce l'Italiana Riccarda Forniciano, entrambi poi hanno vissuto 1 anno in Giappone.
Tornato in Myanmar, secondo in comando del 97esimo reggimento combatte nell'arcipelago di Mergui.
Vissuto poi in Italia ha vinto un sacco di soldi al casinò di Venezia puntando i numeri 35 & 7, e ora appunto rimane a Kalaw per un mese.






Richard

A Kalaw ci sono anche le bellissime grotte del Buddha, la ferrovia piena di agglomerati di case, esse (le case) piene di cuccioli di cane e gattini (deve essere stagione li avranno appena raccolti).
Una notte attendo svariate ore a lato strada, seduto nell'agenzia di viaggio Swam Travel Service,la struttura è praticamente una casa della famiglia che la gestisce, in basso, vicino al tavolo, c'è una borsa che si muove, avvicinandomi scopro un gallo da combattimento che sta per essere mandato a Mandalay, l'autobus arriva!



Nella borsa... un gallo

Viaggio notturno verso Nord Est, dormo quindi stravolto nella buia stanza della “Cherry Guest House”, dopo una ricerca trovo una nuova sistemazione il “Golden Dream Hotel” dove dicono sul cartello “i tuoi sogni diventano realtà”, entro veloce aspettando quindi la mia Ford Thunderbird del 78', niente Ford solo una stanza con una cassettiera piena di disegni che sembrano usciti dal film “Nightmare 6... quindi dico solo “1-2-3 Freddy sta venendo da tè!”.

Bellissimo il famoso parco botanico con coppiette, fotografi (gay) di matrimonio, mangiatori di semi di zucca, si perchè in Myanmar il massimo è andare al parco con delle birre a sgranocchiare semi di zucca, mi siedo anche io a sgranocchiare (offerti!).
Siccome è quasi sera e non ci sono trasporti torno... in carrozza! con una delle carrozze usate di giorno per i turisti, il mio ragionamento verso il conducente fila per bene: “Siccome tu stai tornando in città, e io, vado in città, potrei salire sulla tua carrozza, cosa ne pensi?”.
Il quadrupede stanco arriva al mercato, sono osservato da tutti, mentre capita ciò mi accorgo di un punto fondamentale: in Myanmar ci sono negozi di audio cassette e punk e altre cose molto vintage, sembra di essere tornati indietro nel tempo!
Guardando fuori dalla finestra mi accorgo che sono pure vicino alla torre dell'orologio... mi addormento pensando a Marty McFly e la sua DeLoran... 1.21 gigowatt!



Tanta Thanaka

“Uuuaaaaa, Coff coff, uuuaaaa” rumori moltesti accanto a me, oh, no! Si ricomincia! “uaaaaa”, una India vomita e vomita mentre l'auto procede tra tornanti secchi e sterrati vari, “avrà lo stomaco delicato?” penso io.
Tre ore dopo (e altrettanti sacchi pieni di vomito) si arriva in quel di Mandalay!
La Dream Land Guest House ha un nome appropriato, fonde insieme la comodità di dormitori a una casa di artisti, le stanze fanno veramente “Alice Nel Paese Delle Meraviglie” e la colazione cambia ogni mattina!
Esco con Khang Tun, Dentista e ragazza di CS, visitiamo la Yankin Hill (milioni di gradini, gatti meditativi e zanzaroni giurassici), e un tempio pacchianissimo dove lei esclama “ti comprerò delle banane” regalandomene poi un casco, usanza tipica? mi sento molto Bingo Bongo.
Altro posto famoso è l'U-Bein Bridge, un ponte in legno Tek che resiste ai decenni (per non dire secoli) dai tramonti super spettacolari, ci arrivo in scooter con un ragazzetto che mi fa da guida.



Vista dal ponte

La sera al ristorante Haw Min Ga Lar Par ovviamente sono l'unico turista e non parlano inglese, mostro la mia tessera (che non è la tessera dell'Fbi ma bensì una scritta in Birmano che dice più o meno “senza pepe e non piccante”) ricevendo tanto cibo fantastico e curiose occhiate dalle cameriere.
Esiste anche una pizzeria poco distante, chiamata Central Park , dagli interessanti sapori e dai rubicondi turisti che mangiano.

Pochi giorni dopo siamo, di notte su delle moto elettriche, cercando un tempio per il l'alba, un immagine molto poetica che è però un pò minata da qualcuno in coda che urla e fa le gare, seguiamo tutti “Ray Liotta” ovvero Marius Jesse Ragucci, il nostro “Boss”, insieme alla sua amica Elena tutti e due Tedeschi.
Il sole arriva ed è uno spettacolo, Bagan con i centinaia di templi vari, le stradine infami piene di buche di sabbia (ottime per farti ribaltare), il noleggiatore di moto elettriche Zaw Oo Lwin (mi inviterà a pranzo e cena più volte), l'Ostello Bello, succursale di quel di Milano con tanto di pasta gratis, proiezioni di film e riffa (vince sempre qualcuno dello staff, no dai scherzo).
Cito anche Nathalie una Francese che dorme nel letto sopra di me, perchè? Lei assomiglia a Kelly della serie tv “Ash Vs Evil Dead”
Una settimana di avventure esplorando fondamentalmente a caso vie e luoghi, incappando così in una grande nebbia stile Silent Hill scoprendo che è il luogo dove bruciano e cernono la spazzatura (ottimo per foto, un pò meno per i miei polmoni).
Anche a Bagan c'è un epica pizzeria che non si può non citare, si chiama La Pizza 2.
Leggo il libro “Shining” versione Italiana trovato su una mensola e conosco Marco Cocchi, un simpatico Bolognese.
Tempo di partire, Zaw mi dà un passaggio alla stazione, li una rubiconda Francese attempata mi mostra con fierezza il biglietto con foto dell'autobus che prenderanno da li a poco (il mio praticamente, solo che ho preso il più economico, i conti non tornano ma non dico nulla), ore dopo il mezzo arriva ed è un veicolo “mai cosi lontano da un'autobus” con tanto di pavimento distrutto, carico di piante di Thanaka, galli (che cantano continuamente), sedili rotti, una Giapponese di Kamakura, motorini che perdono olio e musiche plagiate spudoratamente da “La Bamba” e “Isla Bonita”, la Francese mi guarda affranta indicando la sua bella foto del mezzo dicendo: “non è questoooo”.

Qualcosa come 10 ore dopo arriviamo affamati e stanchi nella piazzetta di Pyay “conosco un posto” dico io
i Francesi, Akane e due Tedesche mi seguono, tutti su un tipico e solito rimorchio, il Nang Yoe Motel scopro è molto fuori città, le Tedesche si prendono una stanza a testa (ma perchè?), i Francesi ringraziano commossi (alto livello sopra le loro aspettative dopo l'odissea in autobus “di lusso”), io e Akane, la Giapponese di Kamakura ci troviamo a dividere la stessa stanza.
Molti partono il giorno seguente, le Tedesche decidono di rimanere e io esploro in bici (prestata) la cittadina piena di gente amichevole, mi decido ad esplorare anche le rovine antiche, un ragazzo che lavora nel motel mi presta una moto a marce ma senza frizione, io godendomi un mondo percorro decine di km in posti sperduti, sprofondando in sabbie infamissime, incontrando buoi con i carri (o carri con i buoi?) e tornando a casa la notte, in mezzo a milioni di insetti (all'altezza del bivio per la città giurerei di aver ingoiato una grossa cavalletta).



W le rotte poco turistiche ... Pyay

Dopo che degli Statunitensi (Colorado) mi hanno cambiato dei Kyat in Dollari, altro passaggio in ottimo bus (davvero ottimo questa volta!) con tanto di ragazzina che per 1000 Kyat mi vende dei mandarini (i più cari di tutto il Myanmar).
Mi si presenta un'ambientazione che sembra la tangenziale di Milano, con il solito problema... “il ciafficoo” (da leggere alla Johnny Stecchino), ore dopo con un amichevole tassista eccomi all'ultima dimora di questo bel paese, un ostello di ottima fattura, il Picked Tea, con la colazione dei campioni, la vicinanza alla famosa pagoda e Nhkum Joshua Seng, ragazzo “dei turni notturni” alla reception.
Ricevo anche sguardi titubanti quando notano il mio timbro di accesso al paese, ho sforato di solo 24 giorni rispetto a quando “dovevo” uscire “non preoccupatevi” dico io “sono solo un pò in overstay pagherò in aeroporto”.

Di fatto, 3 giorni dopo all'aeroporto senza contestare nulla mi fanno pagare 72 dollari (accettando solo quelli tenuti bene) e cosi si riparte! (ps: se volete andare in Myanmar e starci molto, semi ufficialmente si può fare un overstay di 100 giorni oltre i canonici 28, si può anche di più ma la burocrazia aumenta)

Con la fine del Myanmar siamo arrivati al giorno 280.


Continua e finisce nel prossimo capitolo...

“408 Giorni In Asia: Parte 2”



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avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2017 ore 16:31

ALCUNI ALBUM DEI VARI PAESI SUL MIO FLICKR (bello vedere su Flickr "pareti" di foto...)

www.flickr.com/photos/autolycus/albums/with/72157681246327724


VIDEO!
(Youtube non gradisce molto il formato della mia pocket camera e li converte a bassa risoluzione... strano)



Io e una volpe in Giappone (Zao)



Io e... Rosita... nel supermercato



Israa spiega le ragioni per visitare il Giappone



Nara, io e un cervo.

user117231
avatar
inviato il 27 Maggio 2017 ore 16:41

Quello che fai è straordinariamente fantastico. Cool
Non cambiare mai.
Per nulla al mondo, non rinunciare mai alla tua Libertà.

avatarsenior
inviato il 27 Maggio 2017 ore 16:50

Bellissimo foto racconto. Complimenti per le foto e per la tua simpatica ironia.

avatarjunior
inviato il 27 Maggio 2017 ore 17:19

Sono senza parole. Complimenti!
Un caro saluto
Gianni

avatarsupporter
inviato il 27 Maggio 2017 ore 17:24

Sono arrivato tutto d'un fiato a Takayama (anche a me e' piaciuta moltissimo!)
Racconto e foto splendide
Che avventura Donagh!
Apprezzo un sacco questo tuo viaggiare nel posto
Strepitoso
Non vedo l'ora di leggere il resto

avatarjunior
inviato il 27 Maggio 2017 ore 17:29

Semplicemente fantastico!!
Non ti dico l'invidia!!
Attendo con ansia il resto...

user46920
avatar
inviato il 27 Maggio 2017 ore 23:28

leggo

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2017 ore 8:09

Wow, fantastico!!! Esperienza strepitosa!!!
Grazie di volerla condividere, con il raconto e le foto mi fai sognare.
Grazie di nuovo.
Buona vita ottobrerosso

avatarjunior
inviato il 28 Maggio 2017 ore 10:25

2 cose:
1 Per la premessa che avevi fatto sulle foto pensavo che le avessi fatte con il cellulare...invece spaccano
2 Scrivi a metà strada tra Stefano Benni e Giorgio Bettinelli.

Appena ho un po' di tempo lo leggo meglio sul PC.



avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2017 ore 19:43

ciao,volevo chiederti alcune cose,non ho letto tutto il racconto,dopo lo leggerò meglio,ma volevo sapere,come hai fatto a viaggiare per 400gg?sei ricco?come hai fatto a campare per tutti questi gg se non sei ricco?che tipo di giacche tecniche e da spedizione estreme hai comprato anche se non ti sono servite?poi quanto avrai speso per un viaggio di tutto questo tempo?
p.s. foto belle e un avventura magnifica,rispondimi se puoi.grazie 1000,ciao

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2017 ore 11:11

X Rame00

Grazie, ho lasciato Jpg proposito questa volta per mostrare che la post produzione è propio l'ultimo dei problemi di gestione per fare una foto

Mi hai beccato! Adoro Stefano Benni e non conoscevo Giorgio Battinelli... ora sò.

X Joe84

Solito discorso dell'altra volta di quando sono stato in America 22 mesi 2 settimane 2 giorni
vedi articolo precedente sempre su Yuza:

www.juzaphoto.com/article.php?l=it&t=da_usa_a_patagonia_in_22_mesi&npo

Giacche da spedizione: praticamente un Guscio in Gore-Tex Pro della Salewa, un piumino Millet Fil 800 e scarpe pesanti anche esse Gore-Tex.
Come ho detto ho messo via soldi, e ho fatto spesso il terapeuta (che sono) in cambio di ospitalità.

Costi e altre cose li metterò nelle statistiche riassuntive nella parte 2 del racconto...

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2017 ore 14:41

bellissimo, aspetto la fineMrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2017 ore 17:02

bellissimo, aspetto la fineMrGreen


Grazie ci sto lavorando... in teoria in una settimana sarà pronta

avatarsenior
inviato il 03 Giugno 2017 ore 23:57

Seconda parte pubblicata ora!

avatarjunior
inviato il 04 Giugno 2017 ore 12:27

Di nuovo tanta tanta tanta invidia





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