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Birmania, prove di democrazia


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Birmania, prove di democrazia, testo e foto by Carlo Mogavero. Pubblicato il 06 Dicembre 2012; 15 risposte, 10522 visite.


Dopo tanti anni di viaggi, soprattutto in Oriente, ho deciso di partire per il Myanmar (Birmania). Perché? Per il solito motivo che mi spinge alla scelta di un paese: la ricerca delle "diversità", come le chiamava Tiziano Terzani. Un altro buon motivo per andare in Birmania, in questo periodo, è che si viene accolti in un paese che si sta rapidamente aprendo verso l'esterno dopo anni di dittatura militare. Girando per le strade continuamente si viene a contatto con persone che desiderano parlare del loro paese e delle vicissitudini che hanno passato... ma soprattutto far sapere l'enorme importanza che Aung San Suu Kyi, Nobel per la pace nel 1991, ha avuto per loro. "La signora", come viene chiamata, è l'anima di questo paese ed anche il sottile filo che consente di non smarrire il difficile cammino verso la democrazia.




Aung, pur essendo una semplice parlamentare senza alcun ruolo nel governo, ha un carisma unico e riconosciuto dai leader di tutto il mondo che, quando visitano il paese, vanno prima da lei e poi dal generale a capo del governo. Queste storie pubbliche, e tante private, vi vengono raccontate da tutti in Birmania ma soprattutto dai monaci che sono stati i protagonisti delle rivolte del 2006. Da poco si riesce ad accedere ad internet ed imparare ad usare window, browser e applicativi vari non è semplice, per tale motivo spesso capita nei monasteri e nelle pagode di dare qualche consiglio a giovani monaci.

Mi ha raccontato uno di loro, incontrato durante il mio viaggio, che il popolo birmano è molto paziente ma, quando viene oppresso in modo intollerabile, esplode in modo violento (questo è il motivo per cui, gli inglesi colonizzatori, si portavano funzionari e servitù dalla lontana e più tollerante India).

Così è nata nel 2006 la rivolta dei monaci nelle piazze: la povertà era tale che la gente comune non aveva più la possibilità di osservare uno dei comandamenti del buddismo, offrire cibo ai monaci per la loro sopravvivenza. Per questo motivo i militari hanno iniziato ad uccidere per le strade, non solo i civili, ma anche i monaci. Per evitare la diffusione di filmati sui massacri, ripresi sui cellulari e messi su Youtube dai giovani, il governo è arrivato persino a tagliare fisicamente le connessioni internazionali. La notizia degli sconvolgimenti è comunque trapelata suscitando lo sdegno internazionale e l'imposizione di sanzioni da parte dell'ONU sul paese, prende così il via un lento processo di democratizzazione.




Alla fine di un viaggio come questo restano nella memoria delle immagini simbolo che, come delle icone, uno si porta dentro in ricordo di situazioni ed atmosfere particolari. Nel seguito, piuttosto che un resoconto del viaggio e dei posti visitati, ho cercato di raccontare e descrivere momenti in cui durante il viaggio mi sono sentito un viaggiatore e non un turista, quelli che io chiamo "momenti magici". Sono quei momenti in cui l'armonia del luogo ti fa sentire parte della cultura locale, lo so è una illusione perché in pochi giorni di viaggio non puoi capire una cultura così profonda come quella Birmana, ma anche le illusioni sono parte della vita.

Momento magico 1: Il tramonto a Bagan

La piana di Bagan è magica, è uno dei posti più suggestivi al mondo, con oltre 2500 pagode di tutte le dimensioni e forme, è paragonabile come importanza solo ai siti cambogiani di Angkor Wat. Capolavoro della cultura Birmana. Anche nella stagione dei monsoni in questa zona, lontana del mare, si gode di un buon clima con il vantaggio di vedere i templi circondati da una vegetazione verde brillante, cosa che non avviene nella stagione secca in cui tutto è giallo. Il momento magico in questa zona si raggiunge la sera salendo su una delle poche pagode scalabili dopo aver trascorso la giornata girovagando tra piccoli templi con pitture stupende e grandi e misteriose pagode come quella di Ananda.




Consiglio vivamente di prendersi tutto il tempo necessario salendo sul tempio, anche un'ora prima del tramonto, osservando il sole che cala sulla pianura e vedendo le ombre delle migliaia di templi che si allungano sulla pianura verdissima. La pagoda di Ananda è un po' più lontana, con le sue guglie dorate e la struttura imponente. I pochi turisti osservano in silenzio la magia del momento e all'orizzonte le guglie dei templi più lontani si perdono in una foschia dorata. A mio avviso le foto migliori si fanno con un tele sopra i 300 mm fotografando le guglie all'orizzonte. Poi cala il sole e i templi diventano scheletri neri contro il cielo viola. Le migliaia di campanellini dorati che decorano le guglie delle pagode tintinnano ondeggiando nella calda brezza serale... è notte potete tornare a casa scendendo i gradoni con cautela, la piana di Bagan non la scorderete mai più.

Momento magico 2: il pranzo dei monaci ad Amarapura




Lentamente, tutti in fila, in silenzio centinaia di monaci attendono con calma il loro turno per mangiare nel monastero di Mahar Ganjar Yone ad Amarapura. Ognuno ha in mano la ciotola di terracotta in cui viene riposto in fondo il riso bianco e sopra la pietanza costituita da carne o pesce e verdure. Questa ciotola ha un valore simbolico, con essa i monaci nel 2006 hanno compiuto il "patam nikkujjana kamma" ossia l'atto di capovolgere la ciotola per indicare che non accettavano più offerte dai militari. Poco più in la, nelle cucine, cuochi esperti e volontari cuociono il pasto in grandi pentoloni tagliando il pesce e la carne con grandi coltelli. Sotto una pensilina i monaci novizi, bambini di pochi anni, lavano le ciotole, in cui hanno mangiato, prima dei loro compagni più grandi. I bambini più piccoli, non ancora ordinati monaci, sono vestiti di bianco, quelli più grandi hanno già la tunica color granata. Tutto è ordinato, prestabilito, ed avviene ogni giorno alla stessa ora, alle 10:30 al suono di una campana. Poi, dopo aver riempito la pentola con il cibo, tutti si recano in grandi stanzoni con tavoli di legno a mangiare in comunità e in silenzio.




Per i birmani è consuetudine entrare in monastero per un certo periodo della vita che può essere anche breve, di una o due settimana, o molto più lungo, mesi o anni. Un amico, conosciuto a Mandalay, mi ha detto di averlo fatto in gioventù dopo aver studiato archeologia ed esercitato per alcuni anni. Poi, la delusione per lo scarso apprezzamento per il suo lavoro e la paga esigua, lo ha spinto a fare la guida turistica. Questa scelta, per lui difficile, presa dopo aver visto i generali che chiedevano di dipingere di bianco le pagode da lui appena restaurate con grande fatica, lo aveva gettato in uno stato di sconforto da cui era uscito dopo un periodo di ritiro monacale e di meditazione. Osservando questi monaci viene la voglia di provare a vivere per un po' in silenzio solo con un tonaca ed una ciotola... per ritrovare il filo dei propri pensieri e cercare le proprie risposte.

Momento magico 3: La campagna di Pindaya e le minoranze PAO

Atterriamo a Heho con un piccolo bimotore turboelica, dovremmo proseguire verso il lago Inle, ma è presto, allora decidiamo di andare verso le grotte di Pindaya. Come spesso accade i posti più belli si trovano in modo inaspettato, non previsto. Attraversiamo la campagna e subito mi rendo conto di essere in una delle zone rurali più belle dell'Asia (opinione anche della Lonely Planet). A luglio la campagna è stupenda con tutti i colori del verde a seconda delle differenti colture. Indimenticabili le coltivazioni di cavolo di un verde-azzurro unico. Il monsone è appena passato e tutto riluccica.




Nei campi i contadini in abiti tradizionali zappano e dissodano la terra con aratri tradizionali trainati dai buoi. Uomini con i figli sulle spalle, avvolti in un telo, aiutano donne anziane a seminare. Piccoli mercati, disseminati lungo la strada, accolgono le minoranze PAO che si radunano per vendere le loro merci. Tutti hanno un turbante particolare, alcuni, sia uomini che donne, fumano sigari. Molti hanno tatuaggi misteriosi sulle braccia. Carretti, che paiono restituiti dal medioevo, trasportano enormi quantità di cavoli verso camion diretti verso la Cina; il loro aspetto e il fumo che rilasciano mi fanno pensare che in Cina non arriveranno mai, anche se il confine dista solo alcune centinaia di chilometri. Trascorriamo un pomeriggio in questo angolo in cui il tempo sembra essersi fermato... un unico rammarico: non poter rimanere in questa campagna per alcuni giorni a fotografare con calma... come suggerisce Stefano Unterthiner (unico fotografo italiano con assignment di National Geographics) aspettando che qualcosa succeda...

Momento magico 4: La fabbrica di seta di fiori di loto




Di luoghi in cui si producono stoffe, oggetti e prodotti artigianali ne ho visti davvero tanti, molti originali e davvero particolari, ma come il setificio sul lago Inle mai. Innanzitutto il posto: una fabbrica tutta di legno costruita su palafitte sui bordi del lago. All'interno decine di donne di una certa età che lavorano con arcolai e strumenti per la tessitura antichissimi. Ma cosa viene lavorato? Il fior di loto (Nelumbo nucifera) che cresce spontaneamente nei laghi birmani, in particolare nel lago Inle, formando dei giardini galleggianti di rara bellezza. I fiori rosa sfumati di bianco vengono raccolti tra maggio e dicembre ed è dai loro steli che viene estratta manualmente la fibra che deve essere filata entro 24 ore dal raccolto, pena il deterioramento definitivo del materiale. Il filo, ottenuto unendo i filamenti di 3-5 steli, viene lavorato a mano dalle abilissime donne dei villaggi locali che riescono ad ottenere solo 120 grammi di filato al giorno. Per ottenere un metro di questo tessuto occorrono 32.000 steli di fior di loto.




Nella loro pausa lavorativa mi siedo con le lavoranti, qualche maschio ma soprattutto donne, che mi offrono un foglio di pane Krupuk. Riusciamo a parlare solo a gesti e a scattare una serie di foto che documentano questo momento di relax, mi offrono da bere e sono curiose di vedere i loro volti sul display... dopo un po' devo andare ma il momento è stato davvero magico. Questa fabbrica è l'unico posto al mondo in cui viene lavorato il fiore di loto e le giacche e vestiti prodotti sono spediti a Bangkok e venduti a ricconi a prezzi esorbitanti con il marchio "made in Thailand", quello birmano non può essere usato per le sanzioni ONU ancora in vigore.

Momento magico 5: Il porto di Yangoon

E' l'ultimo giorno, mia moglie è bloccata in albergo per un problema alimentare contratto a Yangoon l'unico giorno che abbiamo mangiato cucina occidentale. Il nostro amico birmano, che ci fa da guida, mi propone, conoscendo la mia passione per la fotografia, di fare un salto al porto. Arriviamo e sono l'unico turista in questo porto sulle rive dell'Irrawaddy, il grande fiume che bagna la capitale e sfocia a sud nella baia del Bengala. Mi sento davvero un foto reporter, sono l'unico occidentale in mezzo ad una moltitudine di scaricatori di porto che trasportano, riso, ananas, cocchi, banane.




Tutto viene caricato in spalla sulle navi dirette in tutto il mondo. Un finanziere ozia leggendo il giornale, un capetto mi saluta facendo il segno di vittoria seduto su una pila di sacchi di riso. Piccoli banchetti improvvisati preparano intingoli che sembrano appetitosi. Malgrado la grande fatica che fa la maggior parte dei presenti, c'è un clima sereno; tutte le persone fotografate sorridono e paiono contente di essere oggetto delle mie attenzioni. Nessuno chiede l'elemosina o pretende compensi, siamo davvero lontani dalla globalizzazione... fantastico!

Spero, con questi pochi momenti per me magici, di essere riuscito a trasmettere le emozioni che ho provato in questo paese stupendo. Volutamente non ho citato nomi di persone che ho conosciuto in quanto, anche se le cose stanno lentamente cambiando, il regime è ancora forte; spesso infatti usa i resoconti dei turisti, trovati su internet, per perseguire coloro che nei racconti si sono lasciati andare a confidenze sulle terribili persecuzioni subite. Altre foto relative al viaggio le potete trovarle sul mio sito: carlomogavero.weebly.com/i-giorni-birmani.html








Carlo Mogavero scrive di sè: "sono nato a Torino ma di origine valdostana con un nonno siciliano. Mi sono appassionato alla fotografia negli anni '80 quando ho iniziato a viaggiare per lavoro e per turismo in un mondo non ancora globalizzato. All'inizio stampavo con il cibacrome... acidi e termostati presi in prestito dalle vasche per le tartarughe. Poi sono passato al digitale ed ho potuto apprezzare come sia più facile maneggiare un mouse che un ingranditore con mascherine fatte a mano per ridurre l'intensità di luce in alcune zone. E poi gli acidi nei lavandini... non molto ecologico. Quindi meglio oggi sicuramente: più veloce, più pulito e vedi subito il risultato." Potete visitare il suo sito web alla pagina carlomogavero.weebly.com



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avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2012 ore 10:41

Davvero complimenti per la tua "recensione" sulla Birmania, molto ben fatta! ;-)
anche io sono stato in Myanmar, nel 2009 quando ancora c'era la dittatura militare, e devo dire che probabilmente è stato uno dei viaggi più belli e affascinanti che ho fatto nel sud-est asiatico..
(Se vuoi dare uno sguardo anche a qualche foto della mia esperienza in Birmania (e altri posti) mi farebbe davvero molto piacere! il mio sito lo trovi alla pagina: www.federicodisegni.com )
ciao federico

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2012 ore 22:19

Fiera di poter dire che ho ascoltato il racconto del tuo viaggio direttamente da te guardando non solo queste ma moltre altre foto affascinanti in una giornata con te e Cettina che definire piacevole è poco.
E questa versione scritta della tua Birmania, almeno a me, trasmette le emozioni che come tu scrivi, speri di riuscire a trasmettere.
A presto ed un abbraccio

avatarjunior
inviato il 08 Dicembre 2012 ore 10:13

grazie federico hai un sito molto bello, in particolare la sezione sulla street photography. Grazie anche alla carissima amica chiara grande viaggiatrice e fotografa naturalista, da vedere le sue foto della namibia.

avatarsenior
inviato il 08 Dicembre 2012 ore 12:40

complimenti per il tuo racconto davvero interessante

avatarjunior
inviato il 08 Dicembre 2012 ore 17:34

Anche io ti faccio i miei complimenti, sono stato in Birmania nel 2010 e sono andato in alcuni dei posti dove sei stato tu, tra cui bagan e quello stesso setificio, dove ho potuto fotografare la stessa (non credo di sbagliarmi) vecchietta in una posa a dir poco identica, credevo sul subito che mi avessero rubato la foto ehehe.
Non posso che concordare: luoghi bellissimi e gente meravigliosamente dolce e disponibile. Dove potrei vedere qualche altra tua foto che hai fatto per riassaporare i bellissimi ricordi che ancora conservo.. opss visto addesso...
Complimenti ancora.
Alessio

avatarjunior
inviato il 08 Dicembre 2012 ore 19:23

grazie, puoi trovare le migliori foto del viaggio sul mio sito

www.carlomogavero.com/i-giorni-birmani.html

avatarjunior
inviato il 09 Dicembre 2012 ore 20:09

:-P Bellissimo racconto Carlo, mi ha emozionato molto!! Hai saputo trasmettere con le immagini e con il tuo racconto le sensazioni che hai provato, grazie!!!

avatarjunior
inviato il 12 Dicembre 2012 ore 14:08

complimenti.....anche per le bellissime foto

avatarjunior
inviato il 21 Dicembre 2012 ore 9:12

grazie a tutti per i commenti e i complimenti .... Buone feste !!! ;-):-PMrGreen:-P

avatarjunior
inviato il 30 Gennaio 2013 ore 16:13

per chi fosse interessato e fornito di un adeguato budget, nel 2014 Steve Mc curry organizza una spedizione in birmania

stevemccurry.com/expeditions

avatarjunior
inviato il 09 Luglio 2013 ore 18:08

Bellissime foto.Posti meravigliosi.Io ci sono stato nel 2009. SorrisoSorrisoSorriso

avatarjunior
inviato il 01 Dicembre 2013 ore 13:59

Gran bel servizio, e foto. complimenti

avatarjunior
inviato il 23 Aprile 2014 ore 14:40

grazie mandi e franco, sarebbe già ora di tornarci cercando magari di andare in zone che adesso sono accessibili mentre qualche anno fa non lo erano.

avatarsenior
inviato il 03 Giugno 2014 ore 23:07

Bellissimo racconto che spero di rivivere personalmente tra un paio di mesi quando sarò in Birmania!
Complimenti

avatarjunior
inviato il 20 Ottobre 2014 ore 23:02

Grazie per il tuo racconto





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